Essere insoddisfatti a 26 anni?
Buonasera. Come si evince dalla domanda sono un ragazzo di 26 anni che sente un enorme peso addosso. Mi sono laureato da pochi mesi e nonostante il traguardo raggiunto, sento un'insoddisfazione che mi opprime. A questa età dovrei essere pieno di energie e voglia di fare, ma in realtà mi sento privo di forze e in un continuo stato di apatica inerzia. Sto arrivando a detestare la casa in cui vivo, sento quelle quattro mura strette e come se fossero in procinto di schiacciarmi da un momento all'altro. Non ho neanche la possibilità di andarmene via perché non ho i soldi e un'indipendenza tale da permertermelo. Come se non basasse, ho una famiglia che per quanto mi vuole bene è allo stesso tempo soffocante. Mia madre è divorziata da anni e mio padre è sparito senza lasciare tracce di se. Ha un atteggiamento protettivo e non accetta che faccia anche le cose più semplici da solo (che sia cucinare o lavare un vestito) ed è talmente timorosa che non vuole che esca la sera da solo. A ciò si aggiunge che ho un fratello di due anni maggiore che, dopo tre anni, ha lasciato l'Università e in perenne ricerca di un lavoro. Come se non bastasse, è come se avesse un atteggiamento asfissiante e autoritario nei miei confronti. Mi dice cosa dovrei fare secondo lui nella mia vita e si intromette in questioni che non gli riguardano, criticandomi continuamente e spesso anche con offese pesanti. Ho una passione per le materie umanistiche (sono laureato in lettere) e il fatto di non poter condividere questa mia passione con nessuno in famiglia aumenta la mia frustrazione. La mia casa inoltre è talmente piccola che non posso dedicarmi né allo studio né alle mie passioni, perché sento sempre le lamentele di mia madre perennemente indaffarata con le faccende di casa o che urla offese ai politici di turno in televisione. Il risultato è che cerco perennemente di stare fuori casa più tempo possibile e studio quasi sempre all'Università, dato che la situazione in casa è così opprimente che mi impedisce di concentrarmi come si deve. Io non dico che odio la mia famiglia, ma sento quell'ambiente sempre più opprimente e impossibile da sopportare con l'avanzare del tempo. Ho cercato di trovarmi un lavoro per tentare di rendermi utile e di pagarmi gli studi per la magistrale, ma non ci sono riuscito e questo aumenta la mia frustrazione.
A questo si aggiunge una scarsa vita sociale e la mia difficoltà a relazionarmi con il prossimo. Ho pochi amici e in tanti anni di università non sono riuscito a creare una comitiva. Ho sempre provato invidia per tutti i miei coetanei che riescono a fare amicizia e ad avere anche una ragazza. Io non sono mai riuscito a fare nessuna delle due cose e questa cosa, aggiunta ad episodi di bullismo che mi porto dietro dal liceo, hanno contribuito a rendere il mio carattere ancora più chiuso e scontroso. Mi sono sempre e solo dedicato allo studio, rinunciando così ad un sacco di cose: ho rinunciato ad avere degli amici e ad uscire il sabato sera per prendere una birra. Ho rinunciato a cercare una persona con cui condividere qualcosa. Ho rinunciato a fare dei viaggi (anche piccoli), a partecipare ad eventi culturali che mi hanno sempre interessato. Ho praticamente rinunciato a vivere.
Se posso descrivere con una parola la mia giovinezza fino a questo momento, la posso descrivere con una sola: RINUNCIA. E sono venuto fuori con la convinzione che tante rinunce, prima o poi, mi avrebbero portato grandi ricompense. Invece non è così. Quando poi vedo che i miei amici sui social network (che considero uno dei mali del nostro secolo) pubblicano foto di serate assieme agli amici o ai rispettivi fidanzati, di viaggi fatti in posti lontani o di successi conseguiti (che sia la pubblicazione di un libro, un master in qualche parte d'Italia o anche un matrimonio) e scopro che hanno più o meno la mia stessa età, lo sconforto mi assale perché la mia di vita è monotona e priva di stimoli. Esco solo per portare il cane a fare i bisogni o per fare la spesa o per andare all'Università. Tutto questo insieme di cose mi ha portato a divenire paranoico,aggressivo, sociopatico, negativo ed estremamente pessimista. Ho iniziato a disprezzare persino frasi come "vedrai che si risolverà tutto" o "passerà questo brutto periodo", ho crisi di pianto e voglia di urlare e alcune volte ho anche pensato di farla finita, perché una vita così non vale la pena di essere vissuta. Non cambierà mai nulla e in futuro non mi aspetta nulla di buono. Credo di soffrire di depressione e non so più come fare per non impazzire. Chiedo scusa per la lunghezza della mia domanda, ma da troppo tempo mi sento come un vecchio dentro gli abiti di un giovane.