È giusto chiudere i rapporti con la mia famiglia?

Inviata da Anonimo · 11 ago 2016 Aggressività

Buonasera,
tenterò di esporre il problema brevemente.
Ho enormi difficoltá a stabilire un rapporto con mio padre.
Ero molto attaccata a lui quando ero piccola.
Verso i 10 anni, iniziando a capire e vedere il suo comportamento nei confronti di mia madre e in casa, sono iniziate delle liti pesantissime che negli anni sono sfociate in veri episodi di violenza fisica sua nei miei confronti.
Io ero la pazza. Soffro di questa cosa chiamata misofonia, ero maleducata, cercavo la lite, provocavo. Successivamente ho abusato di alcol e droghe, ho avuto episodi di autolesionismo, 10 anni di disturbi alimentari e gravi episodi depressivi.
Mia madre in tutto questo soffriva (e soffre) di una grave depressione cominciata all'incirca da quando è nata la mia terza sorella (io avevo 9 anni). Lei è sempre stata molto fredda nei miei confronti, non mi toccava molto, e quando si arrabbiava, poteva dire qualunque cosa, anche maledire il fatto che fossi nata.
D'altra parte "non mi hanno mai fatto mancare niente" come dicono loro. Sono andata a danza, a lezione di piano, in vacanza, mi hanno aiutato economicamente e mi aiutano ogni tanto anche ora che ho 27 anni. Mi hanno mandato da psicologi, quando non tornavo la sera, da ragazzina, mi andavano a cercare per strada o negli ospedali.
Io me ne sono andata in Inghilterra a 20 anni, ho fatto tanta psicoterapia, compilato libri di auto-aiuto, meditazioni giornaliere e ora sto relativamente bene. Non ho più nessuno dei disturbi sopracitati.

Ma quando torno a casa, tutto torna indietro. Io ho di nuovo 15 anni, mio padre controlla e si lamenta, non ha nessuna capacitá di affrontare un discorso umano, emotivo. Parla solo di quello che interessa a lui e brontola in continuazione. Mia madre si è rassegnata e ignora il tutto. Io sono di nuovo la pazza.
Ora, io non ne posso più.
Sono piena di rabbia, sempre. Me la porto dietro da sempre. E non riesco a liberarmene. Mi sembra patetico che io a 27 anni mi senta ancora come la bambina di 10 anni che piangeva ogni sera prima di addormentarsi, che strillava come un'aquila e si comportava da pazza isterica.

Vorrei chiudere i rapporti, per lo meno con mio padre, essere indipendente e vederli qualche volta ma non dover convivere mai più. Sentirli pochissimo,
Ma non capisco se tutto questo sia colpa mia, se sia giusto da parte mia prendere una decisione del genere.
Mi sento come se, in fondo, non dovessi sentirmi cosi.
Loro non mi hanno mai fatto mancare niente economicamente, si sono preoccupati, mi vogliono bene, non ho subito abusi sessuali, non si drogavano o bevevano.
Sono io che, come sempre, che ingigantisco tutto, non riesco a passare sopra a niente, creo problemi, cerco problemi.
Le mie sorelle pensano che molta sia colpa mia.

Ho avuto una discussione pesantissima con mio padre e mia madre e gli ho detto tutto quello che ho pensato e sentito in tutti questi anni.
Li ritengo responsabili di tante cose che mi sono successe, ma forse è solo colpa mia?
E gli ho anche sbattuto in faccia il fatto che nonostante fosse chiaro il fatto che abusassi di sostanze e avessi tanti problemi, loro hanno sempre fatto finta di non vedere. Io me ne sono andata in Inghilterra ancora afflitta da tutti quei disturbi psicologici e in 7 anni mio padre non mi ha mai chiesto come stesse andando.
Sempre questa maledetta paura di ricevere una risposta dolorosa, suppongo.

Sono molto confusa, molto. Non so cosa sia giusto per me. Magari sono io, che sono spigolosa e dura e difficile da sopportare. Le mie sorelle riescono a convivere coi miei.
Ma, a me, vederli, fa male. Psicologicamente e anche fisicamente (ogni volta che torno a casa mi ammalo di qualcosa tra coliti, tonsilliti, cistite, colon irritabile etc penso proprio di origine psicosomatica).

Come faccio a capire se sia giunta l'ora di prendere le distanze definitivamente?
Irrazionalmente, vorrei capire quanto di tutto questo è veramente colpa mia.
Sono troppo immersa fino al collo in questa rabbia, non penso chiaramente e non riesco a vedere la situazione con distacco.

Probabilmente consiglierete una psicoterapia di famiglia ma questo è impossibile. Mio padre dallo psicologo non ci viene.
E, per loro,`è come se, vista la loro età, e lo stato delle cose, fosse meglio semplicemente continuare così, che tanto "le persone non cambiano".

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Miglior risposta 12 AGO 2016

Cara Ambra,
rispetto alle tue difficoltà hai già chiare molte cose, frutto probabilmente dei percorsi intrapresi in questi anni per venir fuori da situazioni di "urgenza". Il fatto che in casa sia tu la persona considerata "pazza" è tipico nelle famiglie disfunzionali. Al tempo i tuoi gesti erano segnali ben precisi di un malessere non solo tuo, ma di tutto il sistema familiare.
Hai ragione, la psicoterapia familiare sarebbe la risposta più sensata da darti in questa situazione. Si preferisce lavorare con tutta la famiglia ma, se questo non può accadere, almeno all'inizio (spesso le persone si convincono strada facendo) è comunque utile farlo con alcuni membri. Spesso è utile anche lavorare solo la persona più sofferente che, in ogni caso, si porta la sua famiglia dentro.
Credo che tu stessa possa rivolgerti ad un terapeuta familiare che ti aiuti a capire che il problema non è necessariamente dentro di te ma dentro un circolo di relazioni disfunzionali.
Un caro saluto
Dott.ssa Laura Tullio

Dott.ssa Laura Tullio Psicologo a Ciampino

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17 AGO 2016

Buongiorno Ambra,
lei domanda se è giusto chiudere i rapporti con la sua famiglia. Da quanto descrive parrebbe arrivato il momento di ordinare eventi e vissuti che ancora arrecano disturbo al punto da farle pensare di chiudere con le persone. Rendersi autonomi comporta un esame di realtà per poi intraprendere la via più congeniale a sé. Nella realizzazione del proprio percorso si può cercare la pacificazione che consente di mantenere le relazioni nella forma più accettabile indipendentemente dalla distanza geografica o dalle scelte di vita. Può scegliere di farsi aiutare nella ricerca di un proprio benessere, per non tralasciare e trascurare aspetti che possano un giorno essere fonte di rincrescimento.
Cordiali saluti
Studio dr. Gramaglia Giancarlo

Gramaglia Dr. Giancarlo Psicologo a Torino

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16 AGO 2016

Cara Ambra, negli anni hai imparato che la tua disperazione, depressione, rabbia, tentare di lenire il dolore, il senso di vuoto, con droghe alcool eccetera, nonche' il tuo modo di rapportarti con le persone, è stato dovuto ad esperienze infantili altamente traumatiche.
Da questo, hai imparato a vivere meglio con la gente "normale" e con te stessa.
Ma tornando nella "bocca del leone", tutte queste emozioni e' inevitabile che ricorrano, sei stata condizionata da anni in quella casa a reagire con quelle emozioni di rabbia,ansia,colpa,disperazione......difficile che quel posto ti lasci indifferente.
Diciamo che sei come un automobilista che dopo un incidente aveva paura di guidare, ora guida di nuovo ma quando si ritrova nella strada in cui si e' fatto male gli torna la paura. Si chiama condizionamento.
Visto che tanto a casa non ci sei piu', io non lo considererei un problema grosso.
Tranquilla, hai fatto abbastanza

Anonimo-157342 Psicologo a Montebelluna

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11 AGO 2016

Gentile Ambra,
se capisco bene, tu non sei ancora autonoma e indipendente dai tuoi o almeno non lo sei completamente.
Questo fatto ti fa ricadere, quando torni a casa per periodi prolungati, nelle stesse dinamiche di una volta fatte di compromessi, incomprensioni, scambi rabbiosi.
Tu stessa ammetti che sei piena di rabbia di cui non sei mai riuscita a liberarti nonostante la tanta psicoterapia fatta che magari ti ha aiutata per i più gravi comportamenti autolesionistici.
Pertanto il problema principale non è quello se vedere o non vedere più i tuoi genitori ma quello di impegnarti a raggiungere una completa autonomia economica che ancora non hai.
Dopo di ciò potrai dare spazio alla soluzione dell'altro problema di elaborare e sciogliere tutta la rabbia residua riprendendo un secondo step di psicoterapia e crescita personale.
Lavorando molto anche su questo tema, succederà che quando riprenderai ogni tanto, da persona indipendente, brevi contatti con i tuoi familiari, non andrai più incontro a malessere e a malattie psicosomatiche.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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11 AGO 2016

Cara Ambra
effettivamente ti sento confusa.
Tutti questi tuoi "vissuti interiori" andrebbero compresi con maggior profondità e ad ognuno di essi andrebbe dato un valore.
Tu hai attraversato tanto buio ed ora sei come in una luce di guarigione, tuttavia manca ancora quella consapevolezza profonda che ti porterebbe ad accettazione e ad un completo "sentire".
Per raggiungere nuovi e stabili obiettivi avresti bisogno di un percorso terapeutico che sia volto a sistemare bene dentro di te i tuoi attuali vissuti.
Tu hai fatto tanta psicoterapia, ma, diciamo, finora era una psicoterapia "d'urgenza" stavi male; ora dovrebbe servire invece a stabilizzare dei risultati positivi.
Quello che dovrai affrontare prossimamente è il renderti autonoma dai genitori e il gestire in modo equilibrato e sano la tua vita.
Questo dovrai farlo con le tue forze.
Quindi consolida il tuo "essere adulta" e crea le condizioni anche esterne per dimostrarlo...
Un caro saluto
Dott. Silvana Ceccucci Psicologa Psicoterapeuta

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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