È giusto chiudere i rapporti con la mia famiglia?
Buonasera,
tenterò di esporre il problema brevemente.
Ho enormi difficoltá a stabilire un rapporto con mio padre.
Ero molto attaccata a lui quando ero piccola.
Verso i 10 anni, iniziando a capire e vedere il suo comportamento nei confronti di mia madre e in casa, sono iniziate delle liti pesantissime che negli anni sono sfociate in veri episodi di violenza fisica sua nei miei confronti.
Io ero la pazza. Soffro di questa cosa chiamata misofonia, ero maleducata, cercavo la lite, provocavo. Successivamente ho abusato di alcol e droghe, ho avuto episodi di autolesionismo, 10 anni di disturbi alimentari e gravi episodi depressivi.
Mia madre in tutto questo soffriva (e soffre) di una grave depressione cominciata all'incirca da quando è nata la mia terza sorella (io avevo 9 anni). Lei è sempre stata molto fredda nei miei confronti, non mi toccava molto, e quando si arrabbiava, poteva dire qualunque cosa, anche maledire il fatto che fossi nata.
D'altra parte "non mi hanno mai fatto mancare niente" come dicono loro. Sono andata a danza, a lezione di piano, in vacanza, mi hanno aiutato economicamente e mi aiutano ogni tanto anche ora che ho 27 anni. Mi hanno mandato da psicologi, quando non tornavo la sera, da ragazzina, mi andavano a cercare per strada o negli ospedali.
Io me ne sono andata in Inghilterra a 20 anni, ho fatto tanta psicoterapia, compilato libri di auto-aiuto, meditazioni giornaliere e ora sto relativamente bene. Non ho più nessuno dei disturbi sopracitati.
Ma quando torno a casa, tutto torna indietro. Io ho di nuovo 15 anni, mio padre controlla e si lamenta, non ha nessuna capacitá di affrontare un discorso umano, emotivo. Parla solo di quello che interessa a lui e brontola in continuazione. Mia madre si è rassegnata e ignora il tutto. Io sono di nuovo la pazza.
Ora, io non ne posso più.
Sono piena di rabbia, sempre. Me la porto dietro da sempre. E non riesco a liberarmene. Mi sembra patetico che io a 27 anni mi senta ancora come la bambina di 10 anni che piangeva ogni sera prima di addormentarsi, che strillava come un'aquila e si comportava da pazza isterica.
Vorrei chiudere i rapporti, per lo meno con mio padre, essere indipendente e vederli qualche volta ma non dover convivere mai più. Sentirli pochissimo,
Ma non capisco se tutto questo sia colpa mia, se sia giusto da parte mia prendere una decisione del genere.
Mi sento come se, in fondo, non dovessi sentirmi cosi.
Loro non mi hanno mai fatto mancare niente economicamente, si sono preoccupati, mi vogliono bene, non ho subito abusi sessuali, non si drogavano o bevevano.
Sono io che, come sempre, che ingigantisco tutto, non riesco a passare sopra a niente, creo problemi, cerco problemi.
Le mie sorelle pensano che molta sia colpa mia.
Ho avuto una discussione pesantissima con mio padre e mia madre e gli ho detto tutto quello che ho pensato e sentito in tutti questi anni.
Li ritengo responsabili di tante cose che mi sono successe, ma forse è solo colpa mia?
E gli ho anche sbattuto in faccia il fatto che nonostante fosse chiaro il fatto che abusassi di sostanze e avessi tanti problemi, loro hanno sempre fatto finta di non vedere. Io me ne sono andata in Inghilterra ancora afflitta da tutti quei disturbi psicologici e in 7 anni mio padre non mi ha mai chiesto come stesse andando.
Sempre questa maledetta paura di ricevere una risposta dolorosa, suppongo.
Sono molto confusa, molto. Non so cosa sia giusto per me. Magari sono io, che sono spigolosa e dura e difficile da sopportare. Le mie sorelle riescono a convivere coi miei.
Ma, a me, vederli, fa male. Psicologicamente e anche fisicamente (ogni volta che torno a casa mi ammalo di qualcosa tra coliti, tonsilliti, cistite, colon irritabile etc penso proprio di origine psicosomatica).
Come faccio a capire se sia giunta l'ora di prendere le distanze definitivamente?
Irrazionalmente, vorrei capire quanto di tutto questo è veramente colpa mia.
Sono troppo immersa fino al collo in questa rabbia, non penso chiaramente e non riesco a vedere la situazione con distacco.
Probabilmente consiglierete una psicoterapia di famiglia ma questo è impossibile. Mio padre dallo psicologo non ci viene.
E, per loro,`è come se, vista la loro età, e lo stato delle cose, fosse meglio semplicemente continuare così, che tanto "le persone non cambiano".