È colpa mia. Oppure no?

Inviata da Veronica Lorenzini · 10 ott 2022 Terapia di coppia

Buongiorno, racconto una storia un pochino travagliata che purtroppo mi segue da 5 anni, alla quale non so proprio come comportarmi...
Come ho detto, io ho 23 anni e sto da 5 anni con un ragazzo di 35, che sta affrontando da poco una terapia ormonale per il cambio di sesso (quindi da uomo a donna).
Per questo motivo ha lavorato molto poco nella sua vita, e vive ancora con i genitori, da cui pretende in modo un pochino scontato (secondo me) di essere mantenuta. Prima di iniziare la terapia, continuavo a proporle tantissimi lavori per poterle permettere di costruire qualcosa insieme (da sola non riuscirei a combinare molto), ma ogni volta c'era una scusa per il quale doveva a stare a casa con i genitori (una famiglia di 7 persone della quale solo il padre lavora e mantiene tutti, tanto da dover arrivare a passare tutti i suoi debiti al mio compagno (primogenito) al compimento dei suoi 18 anni, per poter continuare a lavorare..). Conseguenza? Ha sempre chiesto supporto economico anche a me e io, sbagliando, ho sempre concesso tutto (anche troppo) limitando le mie possibilità di costruire la mia vita in modo sano.
Per aiutarlo ho ritagliato amicizie, tempo per me stessa, arrivando a passare molti giorni li in casa con loro (tutto di mia libera scelta, non accuso nessuno di avermi obbligata in qualche modo).
Molte volte in questi anni abbiamo litigato perché davvero non capivo come una famiglia intera potesse arrivare così sul lastrico (sono molto poveri e pieni di problemi) e non riuscire/voler fare nulla per risolverli. Mi spiego meglio. Di tre figli, una è minorenne e va a scuola, la figlia di mezzo (21 anni) ha già due bambine nate da poco perché in passato soffriva di tossicodipendenza e la madre, anziché portarla in un centro apposito, ha avuto l'ottima idea di mandarla in "vacanza" dal suo ex tunisino, appunto in Tunisia, dove è stata picchiata e chiusa in casa dallo stesso, tornando appunto incinta della prima bambina. Non contenti hanno deciso di portare il suo ormai marito (arrivata in Tunisia questo ragazzo ha fatto di tutto per sposarla, in modo tale che fosse "sicuro" che lei e la bambina stessero in Tunisia, senza riuscirci per fortuna) qui in Italia, con il quale in poco tempo hanno avviato pratiche con carabinieri, avvocati e infine ordinanza restrittiva.
Cito questo fra i milioni di esempi, per specificare la situazione in casa loro e per rendere più chiaro del perché mi lamento da mesi: io e lui non riusciamo a costuire nulla perché lui non riesce a pensare ad altro che ai problemi in casa, che purtroppo sembrano essere creati, per la gran parte, proprio dai membri di casa. Aggiungo solo che la camera dove dormiamo è una soffitta con pavimenti e muri in cemento armato, con delle piccole finestre chiusa con plexiglas e schiuma poliuretanica (se si scrive così), fredda e piena di spifferi. Il mio compagno mangia in media una volta al giorno, è indebitata fino al collo e si fa una doccia si e no una volta a settimana perché la famiglia arriva sempre prima e spesso finiscono a litigare solo perché lui ha bisogno di qualcosa e loro preferiscono usare i soldi per lo shopping esclusivamente per loro,
o per cose che non aiutano il nucleo familiare a vivere normalmente. Insomma, la situazione in casa è diventata davvero caotica e io sono consapevole che, tornando indietro, non avrei mai voluto vedere cose del genere.
Ci vediamo molto meno da poco tempo per mia scelta, perché appunto il continuo litigare per far notare che c'è qualcosa di "tossico" in tutta questa situazione, mi ha forse fatto risultare petulante.
Lui è molto più distaccato verso di me ma continua a farsi "prendere in giro" dalla famiglia, e al mio farmelo notare parte la sua sfuriata dicendo che io parlo troppo, che mi lamento troppo e che non vedo che loro sono poverini e che soffrono per le cose e che in pratica va bene così e zitti. Una famiglia in frantumi e va bene così?
Ad oggi ancora non riesco a stare zitta perché anche io vorrei una famiglia, o perlomeno costruire qualcosa con la persona con cui sto, e forse per la mia pesantezza ora stiamo affrontando una crisi molto forte.
Quando siamo insieme in quella casa, io sono sempre pigra, stanca fisicamente e mentalmente e sono sempre meno produttiva. Per via del disagio dovuto alla sua terapia poi, usciamo forse una volta ogni 3/4, anche 5 mesi, il che vuol dire stare sempre chiusi in casa a giocare ai videogame. Buttare le giornate, praticamente. Da poco poi, con molto sarcasmo dice a me che sono pigra, che non combino nulla, e che li dentro posso fare molto di più. Io? Dopo 5 anni io sono passata agli occhi suoi per irrispettosa, per quella che non aiuta mai anzi rema contro, per la bambina capricciosa e chi più ne ha più ne metta (già solo facendo notare il problema generale a lui che sta nel circolo vizioso, sono passata per maligna molte volte, quando volevo solo trovare una soluzione insieme). E il colmo è quando mi dice che alla fine è interamente colpa mia della situazione e del suo malessere, o quando parla di sé come quello che può spezzare il mondo in mille pezzi e poi ricomporlo, come se tutti noi fossimo sotto i suoi piedi perché non siamo intelligenti e saggi come lui. Perché? Quando basterebbe ritagliare anche del tempo per la nostra relazione? Spero di aver scritto tutto e soprattutto di non aver creato troppa confusione. Grazie in anticipo!

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Miglior risposta 11 OTT 2022

Cara Veronica, la problematicità della famiglia del tuo ragazzo/a è evidente, così come lo sono i suoi problemi. Il punto è: che problema hai tu? Se gli anni sono giusti significa che a 18 anni ti sei fidanzata con una persona di 30 in procinto di cambiare sesso e con una famiglia multi problematica. Ora è vero che all'amore non si comanda ma qui mi sembra ci sia un pò troppa carne al fuoco per pensare che tu avresti potuto gestire la situazione. Quello che sta accadendo è che il nucleo sta assorbendo te nelle loro problematiche e tu stai incominciando a capire di non poter salvare nessuno e di fare addirittura fatica a salvare te stessa. La tua "dolce" metà ti sta addirittura addossando responsabilità. Ci sarebbe tutte le spie accese per percepire l'urgenza di una ritirata. Dovresti in questo momento poterti focalizzare meglio sul tuo benessere, ma può non essere così facile viste le condizioni, ti suggerirei quindi di richiedere una consulenza psicologica per ragionare meglio sulla situazione.

Dott. Matteo Mossini Psicologo a Parma

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4 NOV 2022

Ma quindi Veronica tu sei insieme ad un uomo che a breve diventerà la tua compagna?
Questo fattore, che potrebbe essere l'ago della bilancia del problema, per te sembra irrilevante. Quindi intanto complimenti per la tua flessibilità e apertura mentale.
Ora portiamo l'attenzione sul suo nucleo familiare disagiato per scelta che tu non sopporti più. Immagino tu sia consapevole del fatto che non li cambierai e non li salverai.
Perché "sono porte che si aprono da dentro".
Dunque immaginali irrimediabilmente così e poi decidi se vuoi rimanerci in mezzo. Attenta però a non cercare altre situazioni ai margini per salvare qualcun altro, perché a volte che ci fa immolare è una struttura caratteriale di fondo da guardare con sospetto.

Tiziana Viol Psicologo a Vittorio Veneto

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12 OTT 2022

Cara Veronica,

leggo con attenzione il tuo racconto e riesco quasi a cogliere il peso sulle spalle che devi aver provato nel farti carico di questa situazione. In effetti in assenza di un lavoro psicologico penso non basterebbe neanche il contributo di ciascun componente maggiorenne per risolvere le problematiche familiari che mi descrivi.
Questa dell'età è chiaramente una battuta (il pensiero sano non ha età), ma nel tuo caso potrebbe esser spunto di riflessione, infatti a volte nessuno meglio dei bambini riesce a risolvere i problemi, grazie alla loro capacità di sapere cosa conviene e non conviene fare, cosa compete loro e cosa no.
Penso che tu debba autorizzarti a pensare come un bambino Veronica, al tuo benessere, questi sono gli anni in cui puoi mettere le mani in pasta pensando al tuo futuro! Coltiva tutte quelle cose piacevoli di cui ritieni di esserti privata, riprendi in mano i Tuoi progetti di vita così facendo, se sentirai la necessità di emettere un giudizio su di te, ti riconoscerai responsabile per la realizzazione dei tuoi desideri, e non colpevole per il fallimento di quelli altrui.

Il mio suggerimento è quindi questo: di recuperare la bambina che è in te e lasciare che abbia voce in capitolo nel valutare se questa situazione ti conviene o meno.

Se hai il desiderio di approfondire il discorso mi trovi disponibile anche nella modalità online,

Giancarlo dr. Gramaglia

Gramaglia Dr. Giancarlo Psicologo a Torino

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11 OTT 2022

Gentile Veronica,
Comprendo la sofferenza che può causare una situazione così caotica. Mi sembra che quello che la causi maggior dolore sia un'atmosfera di aggressività e sensi di colpa che lei vive all'interno della famiglia della sua compagna. È molto importante in queste situazioni definire le responsabilità e comprendere esattamente quali dubbi, dolori, desideri e bisogni sono suoi e quali sono degli altri, e anche i motivi per cui si sente legata a questo stato di cose. Raggiungere questa chiarezza può essere un'ottima domanda per una terapia psicoanalitica a lungo termine che potrebbe aiutarla a ragionare sul percorso che l'ha portata a questa situazione.

Dott. Angelo Toso Psicologo a Reggio Emilia

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11 OTT 2022

Salve Veronica, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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