Volevo chiedere se un disturbo ossessivo possa degenerare in psicosi. Ho sottoposto alcuni dei miei sintomi ricorrenti ai medici di questo sito, alcuni dei quali mi hanno riscontrato che nel mip caso potrebbe esistere, sulla base di quanto ho riferito tramite queste righe, l'effettivo rischio di esordio psicotico. Tra questi sintomi, potrei riportare un senso di paura ingiustificato e improvviso, che mi assale in risposta a normali stimoli sensoriali, la vista di un edificio di notevole altezza o il profilo contorto di un albero o il disegno di una tappezzeria: oggetti molto quotidiani, certo, ma che d'un tratto assumono alla mia fantasia un aspetto inquietante, sinistro, che mi fa temere di non essere più in grado di percepirli per quello che sono, ma in maniera distorta, alterata, come avviene, appunto, nel delirio. E quando mi vengono queste sensazioni di paura, io inizio a dubitare del mio esame di realtà, e siccome la prospettiva di delirare mi angoscia, mi vedo costretto, allo scopo di fugare quella angoscia, a dirmi che quello che ho davanti è solo un palazzo e niente di altro, e che l'ipotesi che quello che vedo contenga altri significati è infondata, per cui non ho motivo di esserne spaventato e di dubitare della mia integrità psichica. Ciò mi obbliga a diatribe interne estenuanti e, per la verità, inconcludenti, perché il dubbio rimane, insieme al sospetto che oltre a una base ossessiva io stia covando un nucleo psicotico, magari non riconosciuto oppure sottovalutato dallo stesso psichiatra che mi ha in cura... Forse non proprio schizofrenia, ma un doc schizotipico, oppure la cosiddetta sindrome da rischio psicotico, in cui un barlume di lucidità è ancora preservato... Non so che fare quando mi vengono questi pensieri : combatterli, e convincermi che sono privi di senso (cosa che già so...)? Oppure lasciarli passare(cosa impossibile per me, perché non riesco ad accettare di averli e di confrontarmi con le terribili conseguenze di averli...)?
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23 NOV 2021
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Caro Wil, le consiglio di rivolgere queste domande allo psichiatra che la ha in cura o di rivolgersi ad un altro qualora non si fidi. Inoltre, sarebbe opporutno per lei intraprendere un percorso di psicoterapia, maggiormente indicato per accogliere, condividere e comprendere tutti i quesiti che qui pone. Saluti
23 NOV 2021
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno,
Quello che scrive è molto toccante perché si riesce a captarne l'estrema sofferenza e lo sfinimento. Credo che focalizzarsi sull'etichetta diagnostica in questo specifico caso non le sia di aiuto. Piuttosto proverei ad accettare i suoi pensieri come punto di partenza verso il suo cambiamento meno faticoso
Le auguro una buona giornata
22 NOV 2021
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Salve Wil
Percepisco la sua preoccupazione e il bisogno di contenimento. Penso che per gli aspetti relativi al dubbio diagnostico dovrebbe contattare nuovamente lo psichiatra al quale si è affidato, a mia conoscenza la sua ipotesi è plausibile ma rara.
Lei però dovrebbe seriamente pensare ad avviare, parallelamente alle terapie farmacologiche, un percorso psicoterapeutico. Può cercare su questa piattaforma un collega nella sua zona o affidarsi a me che operò online.
Cordiali Saluti
Dott. Tiziana Vecchiarini
22 NOV 2021
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Gentile Wil79, fare diagnosi o comprendere i potenziali rischi d'insorgenza psicotica da uno scritto di qualche riga risulta pressoché impossibile. Inoltre, lei sembra essere già seguito da uno psichiatra, il quale – mi corregga se sbaglio – sta portando avanti con lei un percorso psicoterapeutico, quindi è importante evitare di sovrapporci al lavoro che sta già compiendo con un altro professionista del settore.
Tuttavia, mi permetta di porle qualche domanda al fine di comprendere meglio la sua situazione: lei dice
“[..]Ciò mi obbliga a diatribe interne estenuanti e, per la verità, inconcludenti, perché il dubbio rimane, insieme al sospetto che oltre a una base ossessiva io stia covando un nucleo psicotico, magari non riconosciuto oppure sottovalutato dallo stesso psichiatra che mi ha in cura.“
Dati questi presupposti, le propongo di chiedersi se si riconosce nel seguente schema potenzialmente seguito dalle sue ossessioni, esempio: mi pongo una domanda (“sono forse schizofrenico?”) che genera una risposta (“non è possibile che io sia schizofrenico, ho un esame di realtà ancora integro”) che genera un altro dubbio (“però la Sindrome da rischio psicotico mi farebbe mantenere ancora un barlume di lucidità!”) che a sua volta genera una ulteriore domanda (“e se fosse un Doc Schizotipico?”) e via via la catena continua. Se così fosse, risponderle al quesito che ha innanzitutto posto, ossia se un disturbo ossessivo può sfociare in un quadro delirante, risulterebbe controproducente ai fini della cura, poiché innescherebbe una catena di domande-risposte-dubbi che andrebbe esorcizzato per evitare di alimentare il tratto ossessivo.
C'è da chiedersi, inoltre: lei fugge da questi pensieri oppure fa ricerche estenuanti per comprendere meglio la sua condizione? Oppure nel tentativo di evitare di pensarci non riesce e, oltre a concedersi queste diatribe interiori, si fionda sulla ricerca di conferma sulla sua condizione online o altrove?
Sa, in questi casi si dice che pensare di non pensare equivale a pensare, dunque evitare un pensiero fino allo sfinimento risulta fallace – se non come combattere contro i mulini a vento.
22 NOV 2021
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno Wil79,
le diagnosi non devono essere fatte in una chat o in una piattaforma ma da un professionista che dopo una attenta anamnesi, che generalmente richiede un po' di tempo, sia in grado di poter stabilire se ci sia o meno il rischio di tutte le condizioni psichiche da lei sopra elencate.
Non ho ben capito se ha già intrapreso un percorso con uno psichiatra che pare lei stesso stia sottovalutando o se sta utilizzando il web come uno specchio che rifletta e alimenta esattamente quel circolo vizioso di paure, angosce e insicurezze che lei cerca disperatamente di evitare e a quanto pare con scarsi risultati.
L'episodio psicotico non è preceduto da troppi dubbi, ragionamenti, convincimenti e provocazioni continue ben strutturate e organizzate, pare piuttosto che ci sia un "appagamento", un "godimento", nel produrre, nel generare, questi pensieri, fantasie, tali che come lei stesso dice "non riesco ad accettare di averli e di confrontarmi con le terribili conseguenze".
Piuttosto che saltare da un medico all'altro e continuare ad auto-spaventarsi potrebbe prendere in considerazione l'idea di cominciare un percorso psicoterapeutico-psicoanalitico in grado di poterla aiutare a comprendere tutte le dinamiche da lei ben descritte.
21 NOV 2021
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Gentile Wil,
il rischio che un disturbo ossessivo di grado severo possa sfociare anche in episodi psicotici magari temporanei con pensieri deliranti ed alterazione dell'esame di realtà esiste in una percentuale di casi non elevata.
In questa situazione è preferibile un intervento integrato farmacologico e psicoterapeutico il più precoce possibile.
Pertanto le consiglio un percorso psicoterapeutico preferibilmente ad orientamento cognitivo-comportamentale che, oltre ad aiutarla a ridurre l'ansia e a fare un corretto esame di realtà permetta un monitoraggio di durata adeguata del suo stato mentale in modo da poter intervenire anche farmacologicamente con tempestività se necessario.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
21 NOV 2021
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Buongiorno. Il cambiamento personale è un processo lungo e complicato. Se ci sono voluti degli anni per determinare una sofferenza psicologica, non può certo bastare una mail per risolverla. Purtroppo non ci sono scorciatoie percorribili e i consigli che uno psicologo potrebbe dare in una chat lasciano il tempo che trovano: non esiste la “bacchetta magica”. Per inquadrare l’eventuale problematica di un individuo serve invece una consulenza approfondita (almeno 4 sedute). A seguire, se nella consulenza si evidenzia un problema significativo, per trattarlo e cercare di risolverlo è necessaria una vera e propria psicoterapia o una psicoanalisi.
È quindi illusorio credere che si possano ottenere risultati scrivendo in una chat: serve solo a perdere tempo e di solito significa che non si è pronti a mettersi in discussione. Se lei è una persona veramente motivata a capirsi e a ricercare un cambiamento personale profondo e duraturo, l’unico consiglio sensato che posso darle è quello di fissare un appuntamento con un professionista serio e preparato. Per quel che mi riguarda, le do la mia disponibilità (anche online).
