Salve sono una ragazza di 24 anni, non sono mai stata fidanzata, e da un paio di mesi, esattamente da febbraio, in un pomeriggio mentre parlavo in chat con la mia migliore amica mi è venuta nei pensieri la domanda “e se fossi lesbica?”. Da allora non ho trovato più pace, la mia ansia sale sempre di più, a tal punto da non riuscire più a guardarla a volte.
Io ho un carattere un po’ particolare, penso di aver già sofferto in passato di qualcosa del genere, tipo paura di morire, paura di restare da sola quando un giorno moriranno i miei, paura che possano morire i miei, quando ero alle medie paura di una professoressa che mi portò poi ad avere paura di camminare da sola per strada e quando lo facevo piangevo, da quando poi ho iniziato a lavorare in un centro diagnostico paura delle malattie tant è che mi sottoponevo sempre ad esami diagnostici di ogni tipo e qualsiasi tipo di dolore anche banale lo associavo a qualche malattia.
Io con questa mia amica ho un rapporto molto stretto, stiamo sempre insieme, in qualsiasi momento e siamo amiche da tanto. Io penso se fosse stato così, io non dovevo pensarci già qualche altra volta prima? Invece no, un pensiero del genere non mi ha mai sfiorato il cervello prima di febbraio.
Qualcuno può aiutarmi a capire se è davvero così o si tratta di doc?
Ho già scritto in passato su questo sito, infatti ringrazio vivamente i dottori che mi hanno risposta, ma non ce la faccio più, quest ansia mi assale. Potete aiutarmi a capire? Grazie in anticipo.
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23 APR 2019
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Ciao Ro. Si chiama dubbio patologico. Nasce come un dubbio ma poi inizia ad autoalimentarsi fino a diventare estremamente invasivo nella mente. La causa sta nel tentativo di trovare una risposta definitiva ad un dubbio. Una risposta che non sarà mai certa e definitiva e che quindi alimenta un nuovo dubbio che richiede un'altra risposta e così via senza mai arrivare alla fine. Bisogna capire che ci sono domande che non hanno risposta certa, definitiva e rassicurante. Quando la mente insicura va in cerca di certezze il pensiero diventa un nemico. In questi casi, bisogna evitare di rispondere. Dalla descrizione che fai di te è evidente che il problema è la ricerca di rassicurazioni continua. Questa ricerca può innescare un DOC, una ipocondria o il dubbio patologico. Bisogna che cambi stile di pensiero per accettare l'insicurezza come normale. Se ce la fai da sola bene. Altrimenti devi farti aiutare.
Cari saluti e buona vita.
Dott. Andrea Bottai. Firenze
18 APR 2019
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Gentile Ro, concordo con la Collega: non è possibile formulare una diagnosi, per di più complessa, senza almeno un colloquio approfondito. E poi cosa le servirebbe sapere se ha un doc o no? Penso sia molto più utile che si chieda, se ha un disagio così grande come ci descrive, perché non è ancora entrata in terapia. Non credo che aiutarla a capire le servirebbe più di tanto. Un cordiale saluto
dr. Leopoldo Tacchini
18 APR 2019
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Gentile Rosangela,
mi chiedo da dove nasce la sua ipotesi di Doc?
Mi sembra viva con un dubbio sulla sua identità sessuale. Ma ciò che merita un attenzione sono le sue paure con cui convive da tempo, e mi sembra invalidino la sua vita.
Proverei a dargli un significato, comprensione sulla loro origine oltre che descriverle e gestirle attraverso un aiuto psicoterapeutico, credo le sarebbe più di aiuto visto che cercare consigli.
Disponibile per approfondimenti
Dr.ssa Elisabetta Ciaccia
18 APR 2019
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Cara Rosangela,
Da ciò che dici emerge un quadro, purtroppo oggi abbastanza diffuso, di paure e angosce che diventano delle vere e proprie ossessioni, e che sono corrosive ed estenuanti per chi ne soffre. Ciò che ti posso dire è che è fondamentale in questi casi chiedere un aiuto mirato, rivolgendosi ad un professionista che sappia trattare questi problemi in modo rapido ed efficiente, mentre è difficile uscirne da soli in quanto si è incastrati in un circolo mentale vizioso. Se vuoi puoi contattarmi per avere delle indicazioni piu precise.
Cordiali saluti
Dr.ssa M. Sara Sanavio
Perugia
O via Skype
18 APR 2019
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Buongiorno purtroppo lei sta chiedendo se ha o meno un disturbo e purtroppo non si può affermare o negare che lei lo abbia senza dei colloqui clinici. La invito ad andare da uno psicoterapeuta per comprendere meglio la natura del suo malessere. Naturalmente può scrivermi è proverò ad aiutarla per quanto mi sarà possibile.