Salve , vorrei sapere è possibile che il "disturbo" di personalità borderline sia accompagnato da un altro "disturbo" di personalità, ad esempio quello evitante o dipendente o che ci sia un mix di questi tre "disturbi"? grazie mille
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2 NOV 2015
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Gentile utente,
i disturbi di personalità hanno un alto indice di comorbilità con altri disturbi sia dell'asse I che dell'asse II del D.S.M. IV, trovandosi spesso in diagnosi multiple con più condizioni patologiche.
In particolare è stato dimostrato che il 60% dei pazienti con disturbo borderline di personalità rientra nei criteri di altri disturbi di personalità.
In realtà i clinici non amano fare diagnosi multiple e danno la precedenza nella diagnosi al disturbo di personalità più tipico e rappresentativo, nel quadro dei sintomi del paziente, che meglio orienta il loro progetto terapeutico.
Per dirla in breve, la risposta alla sua domanda è "sì".
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico,psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
2 NOV 2015
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Nel DSM -V (l’ultima versione del DSM – Manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali)
viene specificatamente spiegato che è possibile siano presenti in una stessa personalità tratti appartenenti a disturbi diversi; bisogna però capire in che modo e specificare cosa siano i “tratti” e cosa i “disturbi”. Per diagnosticare un disturbo, devono essere presenti almeno 4 o 5 criteri (tratti, modalità, atteggiamenti,) tra quelli elencati nel DSM per quel disturbo; se ne sono presenti solo 2 o 3, non si diagnostica quel disturbo ma se ne tiene conto, nella descrizione della personalità.
I “tratti”, sono le caratteristiche della personalità di ognuno e si organizzano in veri e propri “disturbi” solo se divengono molto rigidi e invalidanti, determinando un cattivo funzionamento della persona nel contesto di vita, tale da creare malessere soggettivo ed altrui. Ogni disturbo, per essere considerato tale, deve soddisfare un certo tipo e numero di criteri, tipici per quel disturbo, elencati nel DSM (come già detto). Volendo fare un esempio: se il soggetto con la sua personalità soddisfa due criteri per il disturbo evitante, tre criteri per il disturbo dipendente e 5 o 6 criteri per quello borderline è chiaro che la diagnosi sarà di “disturbo borderline di personalità” con ”tratti” “dipendenti” ed “evitanti” di personalità.
Per essere diagnosticati due o addirittura tre disturbi, dovrebbero essere presenti molti criteri per ogni disturbo in misura quasi equa, il che è più improbabile; in genere prevalgono in una persona i tratti che soddisfano prevalentemente un tipo di disturbo e in minore misura i tratti tipici di altri disturbi. Può però capitare che una persona abbia dei tratti appartenenti a vari disturbi, senza il prevalere di quelli di un disturbo sugli altri e, in questi casi, il DSM parla di un tipo di disturbo (mi pare “disturbo di personalità non meglio specificato”) proprio per indicare questa condizione . Altrimenti in genere si cerca di capire quali siano i tratti prevalenti, quantitativamente maggiori, qualitativamente più invalidanti e in quale tipo di disturbo possano essere collocati.
Inoltre, alcuni tratti possono essere presenti in più disturbi, ad es. la rabbia eccessiva può essere presente sia nel disturbo “borderline” che nel disturbo “antisociale”, il terrore dell’abbandono sia nel ”borderline” che nel “dipendente”, ecc.
Bene, forse ci sono delle ripetizioni ma spero di essere stata sufficientemente chiara.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Roberta Stanganello
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1 NOV 2015
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Salve,Nel DSM -V (l’ultima versione del DSM – Manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali)
viene specificatamente spiegato che è possibile siano presenti in una stessa personalità tratti appartenenti a disturbi diversi; bisogna però capire in che modo e specificare cosa siano i “tratti” e cosa i “disturbi”. Per diagnosticare un disturbo, devono essere presenti almeno 4 o 5 criteri (tratti, modalità, atteggiamenti,) tra quelli elencati nel DSM per quel disturbo; se ne sono presenti solo 2 o 3, non si diagnostica quel disturbo ma se ne tiene conto, nella descrizione della personalità.
I “tratti”, sono le caratteristiche della personalità di ognuno e si organizzano in veri e propri “disturbi” solo se divengono molto rigidi e invalidanti, determinando un cattivo funzionamento della persona nel contesto di vita, tale da creare malessere soggettivo ed altrui. Ogni disturbo, per essere considerato tale, deve soddisfare un certo tipo e numero di criteri, tipici per quel disturbo, elencati nel DSM (come già detto). Volendo fare un esempio: se il soggetto con la sua personalità soddisfa due criteri per il disturbo evitante, tre criteri per il disturbo dipendente e 5 o 6 criteri per quello borderline è chiaro che la diagnosi sarà di “disturbo borderline di personalità” con ”tratti” “dipendenti” ed “evitanti” di personalità.
Per essere diagnosticati due o addirittura tre disturbi, dovrebbero essere presenti molti criteri per ogni disturbo in misura quasi equa, il che è più improbabile; in genere prevalgono in una persona i tratti che soddisfano prevalentemente un tipo di disturbo e in minore misura i tratti tipici di altri disturbi. Può però capitare che una persona abbia dei tratti appartenenti a vari disturbi, senza il prevalere di quelli di un disturbo sugli altri e, in questi casi, il DSM parla di un tipo di disturbo (mi pare “disturbo di personalità non meglio specificato”) proprio per indicare questa condizione . Altrimenti in genere si cerca di capire quali siano i tratti prevalenti, quantitativamente maggiori, qualitativamente più invalidanti e in quale tipo di disturbo possano essere collocati.
Inoltre, alcuni tratti possono essere presenti in più disturbi, ad es. la rabbia eccessiva può essere presente sia nel disturbo “borderline” che nel disturbo “antisociale”, il terrore dell’abbandono sia nel ”borderline” che nel “dipendente”, ecc.
Bene, forse ci sono delle ripetizioni ma spero di essere stata sufficientemente chiara.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Roberta Stanganello
30 OTT 2015
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Buongiorno Anonima, questa è una risposta forse più da medici-psichiatri che psicologi"normali" (quale io sono, per es.). Tuttavia, che io sappia, da DSM o altri manuali diagnostici, ogni disturbo deve soddisfare determinati criteri. Dunque, per presentarsi tutti e tre i disturbi da te elencati, dovrebbero essere rilevati tutti o quasi i loro criteri diagnostici. Questo è, naturalmente, un discorso puramente descrittivo, che è fondamentale soprattutto per la comunicazione tra specialisti in congressi, seminari, invio pazienti tra specialisti, etc. Poi c'è il piano esplicativo che, non si ferma solo ai criteri diagnostici, ma cerca di andare dentro le caratteristiche di personalità, soprattutto, attraverso colloqui clinici. Se, ad es., il DSM fa diagnosi di personalità fobica (ora non ricordo precisamente il nome corretto), ma ad un esame più profondo i sintomi fobici avessero un significato depressivo, in terapia la persona dovrebbe essere trattata come depressiva ma con sintomatologia fortemente ansiosa. Ci sono specialisti che preferiscono uno o l'altro metodo, in realtà, per una diagnosi completa è necessaria l'integrazione dei due strumenti. Ho detto tutto questo in quanto, per rispondere al suo quesito, alcuni specialisti (forse quelli più rigidi, potrebbero rilevarli tutti e tre e trattarli insieme), mentre altri ne potrebbero rilevare uno max due come preponderante ed il terzo trattarlo come tratto di personalità invece che stato (ovvero, disturbo presente in modo stabile e completo).
Dott. Massimo Bedeschi,
Psicologo/Psicoterapeuta,
Costruttivista Postrazionalista-Roma