Di nuovo tra i banchi dell'università?

Inviata da vanil · 15 gen 2021

Buongiorno, ho 25 anni e sono laureata da quasi un anno in psicologia clinica, disciplina che - premetto - ho amato. Ho incominciato l'anno di tirocinio post-laurea con sei mesi di ritardo a causa del covid e sto avendo non pochi problemi a proseguire, soprattutto non trovo enti che permettano di svolgere il tirocinio in presenza, perciò sono a casa a studiare senza avere la possibilità di imparare qualcosa di pratico sul campo. Come immaginerete, è tanta la frustrazione e tante sono le insicurezze che mi sono sorte dentro per quanto riguarda questo percorso. A peggiorare le cose, è da prima della laurea che penso di voler intraprendere un percorso di medicina, per quanto lungo e tortuoso possa essere. Questo desiderio si è rafforzato in questi mesi, tanto che mi sta davvero occupando completamente la mente (fin troppo libera). Detto ciò, non so quanto questo desiderio nasca da un bisogno di praticità e di occupazione che con la psicologia purtroppo ho sentito venir meno nei miei anni di studio (per quanto la disciplina sia stupenda è anche oggettivamente abbastanza fumosa e priva delle famose hard skills spendibili nella vita post-universitaria), ma temo seriamente che me lo trascinerò dietro finché non mi avrà trasformato in una persona frustrata e insoddisfatta di se stessa. In ogni caso penso comunque che la salute mentale sia la mia strada, non sono pentita delle scelte fatte finora, anzi vorrei intraprendere gli studi di medicina per rafforzare questa strada piuttosto che per cambiarla. Non so se sia una follia, sicuramente richiederebbe tanti sacrifici e il dover passare almeno sei anni a dividersi tra lavoro e studio (quale lavoro ancora non si sa, ma certamente non ho intenzione di farmi pagare anche questo percorso universitario dai miei genitori). Non so davvero quanto possa essere fattibile o se invece conviene "rassegnarsi" e mettere da parte questo desiderio, con il rischio che rimanga lì a torturarmi.

Vorrei sapere se c'è qualcuno che ha fatto un percorso simile con il quale confrontarmi. In ogni caso qualunque consiglio sarà ben accetto, grazie

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Miglior risposta 18 GEN 2021

Buongiorno Vanil, complimenti per aver conseguito la tua laurea in psicologia! Comprendo la preoccupazione riguardo al futuro lavorativo ma credo che iniziare medicina non ti permetterebbe di approfondire psicologia. Sentirsi davvero psicologi e psicoterapeuti richiede la continua valutazione e rivalutazione sia delle competenze, continuamente aggiornate, sia del proprio equilibrio e stabilità interiori, in sostanza è in continuo divenire dentro se stessi e non è una professione facile ma come già detto dalla collega, è di grande soddisfazione e se ci credi potrai riuscire al meglio nonostante le difficoltà attuali. La scelta è ardua ma se medicina ti affascina potresti con molto, moltissimo impegno finire a 31/32 anni se ti dedichi anima e corpo. Non penso potresti riuscire lavorando contemporaneamente perché la frequenza è obbligatoria e non so quale impegno lavorativo ti potrebbe permettere frequenza e tirocini. Una volta laureata potresti frequentare una scuola di psicoterapia e avresti il piacere di seguire entrambi i tuoi interessi. In questa fase ti suggerisco di parlarne ai tuoi genitori e capire se il tuo progetto può essere realizzabile. Non ho fatto medicina prima di essere psicologa sono stata infermiere professionale e poi ostetrica, sono psicologa da nove anni e credo che la medicina abbia tanto bisogno della psicologia!!!! Nel mio percorso professionale e di vita ho notato come ora tra i giovani medici, ci sia una migliore formazione nell'approccio comunicativo con i pazienti e sono certa che in futuro medicina e psicologia andranno "a braccetto". Forza! Sei giovane puoi realizzare tutti i sogni che coltivi. Silvana Perino

Dott.ssa Silvana Perino Psicologo a Pinerolo

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19 GEN 2021

Buongiorno Vanil,
in realtà anche la psicologia può soddisfare il “  bisogno di praticità e di occupazione “, sebbene forse non sia un ottimo predittore il percepire te stessa nell’ambito di questa scelta in quanto “rassegnata” a mettere da parte medicina...” temo seriamente che me lo trascinerò dietro finché non mi avrà trasformato in una persona frustrata e insoddisfatta di se stessa”.
Considerato che , da quanto scrivi, “in ogni caso penso comunque che la salute mentale sia la mia strada “ , mi permetto di soffermare la tua attenzione sulla durata del corso di laurea in medicina, di sei anni, sui contenuti del corso che, salvo pochissimi esami, non hanno alcuna attinenza con la salute mentale, sull’obbligo di frequenza che rende difficile la possibilità di poter trovare un lavoro compatibile, sui costi dei libri piuttosto onerosi.
Superando il test di accesso e contando sul fatto che tu riesca a laurearti in corso, accederesti a 31-32 anni alla specializzazione in psichiatria (si accede anche li a numero chiuso, per concorso), specializzazione in cui , una volta entrata, saresti pagata (non ricordo l’importo lordo) e potresti finalmente occuparti della salute mentale (se non perdi alcuna annualità, a circa 37 anni).
Ogni scelta ha la sua contropartita, ma per perseguirla efficacemente credo sia necessario, in ogni ambito, averne una valutazione realistica ed un’infinita motivazione.

In bocca al lupo!

dott.ssa Alessandra Melli

Dott.ssa Alessandra Melli Psicologo a Mestrino

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18 GEN 2021

Gentile utente, credo che la situazione dei tirocini prescinda ampiamente dal corso di laurea intrapreso, nel senso che il problema non riguarda soltanto la facoltà di psicologia, ma è trasversale alla gran parte dei corsi di laurea. Per quanto riguarda il discorso relativo all'aspetto "pratico" e dell'inserimento lavorativo, non penso che la laurea in psicologia offra minori opportunità rispetto al corso di laurea in medicina. L'emergenza sanitaria, dal punto di vista psicologico, ha portato alla luce tutta una serie di sintomatologie di natura ansiosa, fobica ,per non parlare di DSPT, elaborazione del lutto ecc. su di una vastissima area di popolazione riguardante tutte le fasce di età. La figura dello psicologo è stata ed è tuttora di fondamentale importanza nel sostenere, dal punto di vista emotivo, i medici e gli infermieri che sono a stretto contatto con i pazienti ammalati di Covid. Non credo che la psicologia abbia bisogno di essere rafforzata dalla medicina; si tratta di due discipline diverse, ma profondamente interrelate. Detto questo, se lei preferisce fare il medico anziché lo psicologo, non vedo per quale motivo non si dovrebbe iscrivere alla facoltà di Medicina. Spero di esserle stata di aiuto. Rimango a disposizione per un eventuale confronto e ulteriori suggerimenti. Dott.ssa Daniela Noccioli.

Dottoressa Daniela Noccioli Psicologo a Cascina

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18 GEN 2021

Gentile utente, credo che la situazione dei tirocini prescinda ampiamente dal corso di laurea intrapreso, nel senso che il problema non riguarda soltanto la facoltà di psicologia, ma è trasversale alla gran parte dei corsi di laurea. Per quanto riguarda il discorso relativo all'aspetto "pratico" e dell'inserimento lavorativo, non penso che la laurea in psicologia offra minori opportunità rispetto al corso di laurea in medicina. L'emergenza sanitaria, dal punto di vista psicologico, ha portato alla luce tutta una serie di sintomatologie di natura ansiosa, fobica,per non parlare di DSPT, elaborazione del lutto ecc. su di una vastissima area di popolazione riguardante tutte le fasce di età. La figura dello psicologo è stata ed è tuttora di fondamentale importanza nel sostenere, dal punto di vista emotivo, i medici e gli infermieri che sono a stretto contatto con i pazienti ammalati di Covid. Non credo che la psicologia abbia bisogno di essere rafforzata dalla medicina; si tratta di due discipline diverse, ma profondamente interrelate. Detto questo, se lei preferisce fare il medico anziché lo psicologo, non vedo per quale motivo non si dovrebbe iscrivere alla facoltà di Medicina. Spero di esserle stata di aiuto. Rimango a disposizione per un eventuale confronto e ulteriori suggerimenti. Dott.ssa Daniela Noccioli.

Dottoressa Daniela Noccioli Psicologo a Cascina

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18 GEN 2021

Carissima, lei porta un vero dilemma.
Psicologia o medicina... sono entrambe carriere lunghe e, in effetti, un po' tortuose.
Non saprei cosa consigliarle, ogni esperienza è peculiare. La mia ad esempio è stata quella di molti psicologi, ovvero, ho intrapreso la strada della specializzazione in psicoterapia e, personalmente, lo considero "il lavoro più bello del mondo". Ovviamente questo dipende dal fatto che ho ben compreso quale fosse la mia vocazione.
Io credo che a 25 anni si possano fare molte cose e ci si possa rimettere discussione abbastanza facilmente...
Si fermi un attimo, si prenda un momento per riflettere e respirare.
Lei ha una formazione psicologica quindi, a maggior ragione, potrebbe considerare l'importanza di un supporto da parte di un/una collega che la possa aiutare a comprendere a fondo quale sia la sua natura, la sua vocazione e che la orienti.
Mi sembra in un momento delicato e, insieme, di svolta. Non disperda inutilmente energie, anzi, cerchi di raccoglierle ed incanalarle verso un'autorealizzazione.
In bocca al lupo per le sue scelte.

Restando a disposizione, la saluto cordialmente.
Dott.ssa Verusca Giuntini

Dott.ssa Verusca Giuntini Psicologo a Firenze

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16 GEN 2021

Cara Vanil,
Le ammetto che non faccio fatica a comprenderla poiché la strada per arrivare ad occuparsi della salute mentale delle persone è molto lunga, e spesso terminare tutto il percorso non garantisce l’entrata facilitata nel mondo del lavoro. Sappia però che tutto è possibile, bisogna crederci tanto e come in tutto fare la gavetta richiesta. Le assicuro che le soddisfazioni arrivano e sono impagabili. In questo periodo inoltre capisco che non possa essere stato semplice dedicarsi ad un tirocinio post-laurea fatto in DAD e non in presenza. Sta sperimentando un po’ quello che gli adolescenti stanno vivendo in questo periodo con la didattica a distanza, solo che lei dalla sua parte ha una maturità maggiore che le consente più consapevolezza, ed un percorso quasi alla fine, sempre più vicina all’abilitazione. Le sensazioni che le rimangono, penso, siano molto legate ad una dimensione di ansia (le assicuro che si presenta in mille forme diverse, e spesso non viene facilmente riconosciuta), di paura verso il futuro, avvertendo la sensazione che non si riesca a concludere un percorso, come se ci si sentisse appesi ad un filo che a breve si staccherà. Tutto ciò causa insicurezza ed alimenta l’ansia, e la nostra mente cosa fa? Cerca il famoso piano B per uscire dal baratro.
Tutti i percorsi sono fattibili, e se sente il desiderio e la forza di poter iniziare un nuovo percorso in medicina, in parallelo al suo, non ha bisogno di chiedere il permesso a nessuno ma solo a se stessa, lo faccia e basta.
Sarà difficile, tosto ed a volte frustrante poiché sentirà di essere tornata tra i banchi di scuola quando ne era già uscita, ma se vorrà riuscirà ad andare avanti. Tenga anche presmente che il percorso da psicologo clinico non finisce con una laurea, ma inizia con essa.
Sono tanti percorsi di formazione che vengono avviati con essa, che può sfruttare per aiutare le persone.
Le auguro buona fortuna e le faccio davvero i miei migliori auguri.

Dott.ssa Carolina Roberta Principato Psicologo a Varese

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16 GEN 2021

Ciao Vanil!
Ricordo perfettamente quella sensazione di frustrazione rispetto al futuro, caratteristica della fine del percorso universitario, che ti assale quando ti affacci al mondo del lavoro. Intanto ti dico che la storia degli altri non deve essere necessariamente uguale alla tua e che se questo lavoro non ti piace non devi mollare, attraversa questo periodo e valuta anche la possibilità di fare una scuola di psicoterapia che di strumenti e idee su come avviare la tua professione te ne da eccome!
Se la medicina è la tua vera passione però allora dovresti assecondare il desiderio di intraprendere anche questo percorso, del resto nessuna delle nostre esperienze si butta via e sono sicura che il fatto di avere anche una laurea in psicologia di darà una marcia in più!
In bocca al lupo!

Dr.ssa Eugenia Carbonara Psicologo a Avellino

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