Da quando sono mamma ho paura di morire

Inviata da Valentina · 23 apr 2024 Autorealizzazione e orientamento personale

Buongiorno, ho 36 anni e sono mamma di due bimbe di 3 e 6 anni. Sono sposata e ho un buon rapporto con mio marito anche se capitano i momenti di discussione come in tutte le famiglie.
Sono una persona ansiosa e soffro da diversi anni di attacchi di panico e ansia che nel tempo è mutata al tal punto da diventare costante e invalidante. Da quando sono mamma la mia ansia è cresciuta a dismisura. Con la prima bimba la gravidanza è stata serena e tranquilla ma subito dopo ho iniziato ad avere pensieri intrusivi riguardo la morte di uno di noi prima di un viaggio, anche banale. Paura che passando su un ponte questo cadesse, paura di un incidente ecc... La caduta del ponte Morandi ha amplificato nettamente questi pensieri. Con la seconda invece è cambiato tutto ed è diventato estremamente pesante. Ho passato la gravidanza e ho partorito nel 2020 in piena pandemia. A differenza della prima gravidanza la seconda è stata pesante e ho provato ansia e sensi di colpa per tutti i nove mesi. Adesso ho paura di morire, di avere un tumore o un infarto improvviso. Se perdo qualche chilo o anche solo qualche etto mi fisso che ho sicuramente un tumore da qualche parte. Se mi fa male in un qualunque punto del corpo mi prende il panico di avere un trombo. Mio padre ha avuto un trombo al cuore nel 2020 e da allora mi sono fissata sia ereditario visto che è adottato e non conosciamo le sue origini. Ho il terrore di morire e lasciare le mie figlie, di non vederle crescere, che si dimentichino di me o che mi ricordino solo arrabbiata o triste. Ho paura di non avere tempo sufficiente per crescerle. Ho paura che soffrano visto che mio marito ha perso la mamma per un tumore quando lui aveva 14 anni e so quanto ancora soffra per questo. Scoppio a piangere dal nulla con un nodo in gola talmente forte da lasciarmi senza respiro. Sono così spaventata che sto piangendo anche adesso che sto scrivendo perché mi sono fissata di avere un tumore allo stomaco. Ho passato tutta la sera di ieri a cercare su google sintomi, cure, informazioni e so che non dovrei farlo ma perdo il controllo e vado ancora più in panico se cerco di frenarmi. Ho sensi di colpa devastanti quando capitano discussioni prima di andare a dormire tanto che se capita di sgridare le mie figlie prima di andare a letto devo portarle con noi nel lettone a dormire perché ho paura che se dovesse capitarmi qualcosa durante la notte, l'ultima cosa di cui si ricorderebbero è una discussione e la loro mamma arrabbiata. Ho seguito sporadicamente terapie farmacologiche per l'ansia ma ho dovuto abbandonarle durante le gravidanze. Sto seguendo da diversi mesi una terapia psicologica ma sembra che non mi stia portando a nulla. Mi sembra solo di fare ore di chiacchierate ma senza risultati. Inoltre le mie paure si riversano anche sulle mie figlie. Appena hanno qualcosa che non va vado in panico che sia qualcosa di brutto e irrisolvibile. Sto impazzendo e non vivo più. Inoltre i momenti felici mi terrorizzano perché ho paura che più il momento è felice e più arriverà qualcosa di estremamente brutto e doloroso. Sono arrivata al punto di pensare al peggio in ogni istante perché la mia mente si è convinta che violentandomi psicologicamente e punendomi (non so bene perché, forse perché credo di non meritarmi di essere felice) io riesca a non far accadere cose brutte a me o alla mia famiglia. Non ho avuto un'infanzia facile e il rapporto con i miei genitori non è sempre stato sereno, anzi ho sofferto parecchio del modo di fare dei miei genitori sia durante l'infanzia che in giovane età, anche se adesso va un pò meglio.
Non so più cosa fare. Mi sento persa e non vedo una luce in fondo al tunnel. Ho bisogno di un consiglio e ho bisogno di uscire da tutto questo. Ho bisogno di respirare di nuovo.
Vi ringrazio per l'ascolto e per le risposte che vorrete darmi.

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Miglior risposta 1 MAG 2024

Salve Valentina,
In questo messaggio descrivi in modo molto chiaro alcune dinamiche psicologiche che ti fanno soffrire: la consapevolezza che hai dei pensieri che ti portano ad alimentare la tua sofferenza è molto preziosa ed è il primo passo per interrompere questi circoli viziosi. Ciò che ti consiglierei di ottenere per te, nell'attuale o in un successivo percorso terapeutico è questo...
In Riassunto:
1. Identificare chiaramente e conoscere il proprio problema (valutazione-diagnosi)
2. Capire come funziona. (restituzione di una spiegazione esplicativa del funzionamento patologico autoperpetuante)
3. Capire e sapere cosa può "farlo smettere di funzionare" in modo da interrompere i cicli di sofferenza crescente (se so come funziona so cosa potrebbe interromperne il funzionamento).
4. Scegliere di attuare le azioni comportamentali e mentali che possono interrompere il circolo vizioso e perseverare nell'impegno ad agire in questo senso tollerando la spiacevolezza/fatica.
Tutto ciò con il supporto, guida e sostegno di un professionista!

Perchè?
Una chiara identificazione e comprensione della tua sofferenza (diagnosi+ la possibilità di far tue delle spiegazioni chiare e utili su come tali sintomi si mantengano e si alimentino qualora tu prosegua in azioni comportamentali o mentali concordi con il funzionamento del disagio in atto) ti porterà ad individuare chiaramente quale sia "l'anello della catena" da spezzare per far sì che il circolo vizioso si interrompa. Ovvero assieme al tuo terapeuta capirai quali sono le azioni comportamentali e mentali che andrebbero a interrompere il mantenersi e il crescere di questa sofferenza. Agire in modo diverso rispetto a quello che le tue emozioni spiacevoli e i tuoi pensieri intrusivi ti indurrebbero a fare non sarà facile, ma sarà fondamentale! Comprendere chiaramente cosa è necessario fare per spezzare il mantenersi di tutto questo ti darà la possibilità di soppesarne i costi e i benefici dandoti motivazione e forza per agire nel modo più utile per te e per la famiglia che ami molto.

Le nostre azioni fisiche o mentali in queste situazioni, anche se ci sembra di attuarle per gestire la nostra sofferenza, sono, al contrario, spesso causa del mantenimento del nostro disagio. Lo alimentiamo attraverso controlli, evitamenti di situazioni temute e ricerche di rassicurazione "totale" con vari mezzi...rassicurazione totale che poi non arriva mai naturalmente. Ti auguro che l'attuale professionista o uno futuro possano accompagnarti a identificare chiaramente questi meccanismi per darti la possibilità di interromperli.
Farlo, seppur non sia un percorso banale ed esente da impegno e fatica, è possibile!
Non sei sola,

Cordialmente

Dott.ssa Hillary Pontalto

Dott.ssa Pontalto Hillary Psicologo a Sossano

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30 APR 2024

Ciao Valentina sei una mamma forte che si porta dietro un grande peso. Penso sia importante dare tempo alla terapia che stai seguendo e potresti parlare alla tua terapeuta dei tuoi dubbi e perplessità sul lavoro che state facendo insieme.
In concomitanza ti consiglierei l EMDR (trovi la spiegazione online e gli specialisti nella tua zona).
Del resto io semplicemente proverei a fidarmi della terapeuta, sii clemente con te stessa. Ci vuole tempo e pazienza ma hai una grande motivazione: far star bene la tua famiglia stando bene per prima te

Giada Casumaro Psicologo a Modena

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