Contrasto generazionale e Oriente vs Occidente

Inviata da kirasanièè · 29 set 2016 Crisi esistenziale

Salve,
sono una ragazza di 24 anni, di origine indiana ma vivo in Italia ormai da quasi vent'anni. Sono laureanda in fisioterapia e sono fidanzata con un ragazzo italiano originario dell'India, come me. Nella mia società non è contemplato l'amore, il matrimonio è combinato e gli sposi vengono scelti in base a dei criteri, quali età, rango sociale, laurea e condizione economica. L'amore subentra dopo le nozze, nel caso in cui ci dovesse essere compatibilità tra le due persone, altrimenti si risolve tutto come una nuova convivenza dettata da abitudini e dal dovere di preservare l'onore della famiglia. Sto con sto ragazzo da quattro anni e una settimana fa ne ho parlato con mia mamma, pensando che mi sarebbe venuta incontro e che almeno, un minimo, mi avrebbe aiutato nell'affrontare il discorso con mio padre. Invece no, mi si è rivoltata contro. Dice che ho denigrato l'onore e il rispetto della famiglia, che sono una poco di buono, che sono morta per lei e che non vuole più avere niente a che fare con me. Asserisce con vigore inoltre che papà sarà contrario alla mia unione con lui, che potrebbe compiere azioni irreversibili dettate dalla rabbia e che, nel raro caso in cui dovesse accettare la mia volontà, mi costringerà a tagliare ogni rapporto con loro, con la mia famiglia d'origine. A due mesi dalla laurea, mi sento vacillare. Ho voglia di mollare tutto e lasciarmi deprimere. In tutti questi anni ho accettato sempre a loro volontà, mai uscita di casa se non per andare a lezione o tirocinio, mai andata a una cena, mai in gita al liceo. Sono stata la classica ragazza indiana modello, che aspetta di ribellarsi. Ora sento che ho il motivo giusto per compiere questo grande passo verso la mia indipendenza e libertà ma se mi dovessero mettere davanti a una scelta, o lui o loro, io non saprei veramente cosa scegliere. Io non credo nel matrimonio combinato, non voglio sopravvivere come accade per la maggior parte delle donne indiane, voglio essere padrona della mia vita.
Aiutatemi, consigliatemi come affrontare e come argomentare le mie ragioni di fronte ai miei. È la mia prima vera lotta contro un mondo orientale nel quale ho vissuto ma che non mi appartiene in nulla e per nulla.

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Miglior risposta 30 SET 2016

Gentile Kirasanièè,
non è ben chiaro se i tuoi genitori e familiari vivono anch'essi in Italia oppure sono rimasti in India.
Ciò premesso, permettimi di dirti come prima cosa che, sia pure dopo 4 anni di fidanzamento con questo ragazzo, hai fatto comunque male a parlarne prematuramente a tua madre conoscendo bene gli usi e i costumi del tuo paese di origine.
Infatti devi ancora laurearti e trovare un lavoro e con il tuo disvelamento anticipato ti sei solo complicata la vita.
Ad ogni modo, innanzitutto non devi deprimerti e non devi mollare proprio nulla, altrimenti davvero sarà tutto perduto.
A maggior ragione se i tuoi vivono in India e quindi non potevano controllarti, non si capisce per quale motivo hai rinunciato anche ad un minimo di libertà personale.
Ad ogni modo, ti consiglio per il momento di non esasperare la situazione, anzi di correggerla dicendo ai tuoi che in seguito rifletterai seriamente su quelle che sono le loro aspettative ma adesso devi concentrarti per finire gli studi ed eventualmente cercare lavoro.
Quanto alla tua difficile decisione, la prenderai a tempo debito cioè davvero dopo esserti laureata e dopo aver trovato lavoro.
In merito a questa decisione, posso dirti che dopo 20 anni che vivi in Italia mi sembra assurdo pensare che puoi mantenere le usanze di un paese che ti appartiene solo per nascita.
Lo stesso discorso vale per i tuoi familiari se hanno vissuto anch'essi in Italia e se invece sono rimasti in India è ugualmente assurdo che ti abbiano fatto vivere in Italia per tanto tempo pretendendo poi fedeltà alle usanze di un paese che di fatto è diventato per te estraneo.
Infatti avrebbero dovuto evitare di farti vivere in Italia ed evitare di venirci essi stessi ammesso che ci siano venuti.
Non è una questione di xenofobia ma di logica perché, a mio avviso, chi vuole vivere stabilmente in un paese che non sia quello proprio di origine, oltre ad essere grato per l'accoglienza, dovrebbe integrarsi nella cultura del paese che lo ospita oppure è meglio che resti nel suo paese di origine con le sue tradizioni e le sue usanze.
Se i tuoi vivono con te in Italia, a tempo debito puoi fare il tentativo di persuaderli ad intraprendere una psicoterapia di famiglia nella speranza che possano allargare il proprio orizzonte. Se così non sarà e loro rimarranno irriducibili, ti consiglio di fare la scelta che ti risulterà meno dolorosa oppure che ti renderà più felice anche se dovesse comportare di interrompere i rapporti con loro.
Penso che alla propria libertà personale non si può assolutamente rinunciare e questo valore dovrebbe dare la forza di superare qualunque dispiacere o dolore.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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30 SET 2016

Cara Kirasanièè,
ho letto con profonda partecipazione quanto ha scritto, con grande chiarezza e apertura, sulla sua situazione attuale.
Immagino e comprendo il suo vacillare.
Mi sembra di vedere contrapposti due grandi bisogni: il primo è legato all'indipendenza e all'autonomia, al desiderio di scegliere la vita che vuole per sé, con la persona che lei ha deciso di avere accanto; il secondo è invece legato all'appartenenza, se non alla cultura indiana, alla sua famiglia d'origine.
Entrambi sono bisogni legittimi e, come tali, non vanno esclusi reciprocamente. Appartengono profondamente alla sua persona e sono importanti per il suo benessere.
Da qui il suo vacillare nel momento in cui, forse, li vede entrambi "in pericolo".
Credo sia molto importante che lei si interroghi su ciò che sente e su quella che pensa possa essere la scelta che tenga conto di entrambi i bisogni.
La decisione è sua ed immagino il peso e la fatica che possono attraversarla in questo momento.
Leggendo la sua domanda a me pare, in realtà, che lei già abbia chiari gli aspetti dentro di sé e sia in grado di argomentarli. L'invito è quello di scegliere tempi e modalità opportuni per affrontare questa questione che le sta a cuore.
Forse più che una lotta, sarà una grande occasione di crescita per lei.
A sua disposizione,
un caro saluto
Ilaria De Paolis

Dott.ssa Ilaria De Paolis Psicologo a Vergiate

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30 SET 2016

Gentile Kirasanièè,
conosco queste situazioni perché ho seguito ragazzine del Bangladesh alle quali erano stati imposti matrimoni combinati da parte della famiglia in età precoce.
Credo che oltre a comprendere cosa vuole, e questo credo lo sappia, è utile capire se e come e quando affrontare la situazione.
Valuti la situazione globalmente: ha altri familiari e/o parenti che potrebbero supportarla? Ha dei punti di riferimento anche esterni, oltre il suo ragazzo, su cui contare se le cose in famiglia dovessero diventare irreparabili? E’ questo il momento migliore per affrontare questa situazione?
C’è un modo per abbassare la conflittualità con mamma e fare in modo che non si allarghi di più? Se iniziare una guerra in famiglia adesso e questo dovesse mettere a rischio la sua laurea, il suo percorso verso l’autonomia non ne beneficerebbe di certo.
Questo mi porta a chiederle come mai ha sganciato la bomba proprio adesso che deve ancora laurearsi e immagino non abbia un lavoro. Ha una relazione da 4 anni quindi cosa l’ha portata a parlare adesso a distanza di due mesi dalla laurea? Non mi pare che i suoi genitori le stessero prospettando un matrimonio combinato a breve giro.
Qual è la sua priorità in questo momento e cosa accadrebbe se a casa dovesse crearsi una situazione insostenibile?
Credo che al momento debba concentrare le sue energie per raggiungere i suoi obiettivi personali a partire dalla laurea. Temo che una rottura adesso potrebbe avere conseguenze negative sulla sua vita.
Se può cerchi di mantenere un basso profilo, potrà riprendere più in là la battaglia quando le condizioni esterne saranno a lei più favorevoli.
Inoltre che ruolo ha il suo ragazzo in questa vicenda e che pensa della situazione?
Non conosco bene la sua situazione ma eviti di mettere a rischio la sua autonomia futura consegnandola nelle mani del suo ragazzo.

Dott.ssa Lucia Rinaldi
Roma

Lucia Rinaldi Psicologo a Roma

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29 SET 2016

Cara Kirasanièè,
da una parte la cultura e le tradizioni della sua famiglia, dall'altro la sua possibilità di scelta e libertà. Immagino non sia facile pensare di deludere i propri genitori o, peggio, rischiare di perdere la relazione con loro, a maggior ragione dopo una vita spesa a cercare di renderli fieri. Che fare dunque? La scelta non può che dipendere da Lei e nessuno di noi puó sapere quale sia quella piú giusta per Lei, tuttavia sarebbe interessante capire se c'é uno spazio per un'alternativa che non escluda necessariamente l'altra. Mi chiederei inoltre come si immagina la sua vita a seconda delle alternative che le si prospettano e in base a questo farei qualche riflessione.
Inoltre... Lei cosa sente? Cosa vuole? Ogni scelta comporta dei rischi ma credo che ce ne sia una tra tutte (starà a Lei vedere quale) che puó rappresentare anche un'opportunità.
Rimango a disposizione.
Cordialmente,

Annalisa Anni
Psicologa Psicoterapeuta Padova

Alternativamente Psicologo a Padova

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