come uscire da un tunnel nel quale non vedo una luce?
Ho 22 anni e non riesco a ricordare un solo periodo della mia vita in cui sia stato completamente felice.
All'inizio il problema sono sempre stati gli "amici", quelli che ci dovevano essere e invece non c'erano. Fino 19 anni ho avuto soltanto compagni di scuola e conoscenti, nessuno da chiamare, con cui uscire per fare qualcosa. Passavo le estati chiuso in casa e le vacanze con i miei. Non avere amici è stata come una condanna per me, mi ha fatto cadere nella convinzione di non valere niente, di essere diverso dagli altri. Ho sempre attribuito questa mancanza al fatto di essere una persona senza interessi, che non faceva niente e non aveva niente da raccontare, e che quindi a nessuno interessava di conoscere... Sebbene però mi sarebbe piaciuto fare tante cose, musica, sport... Ma mi sentivo solo al mondo, troppo timido e con troppa paura del giudizio per farmi valere "da solo".
C'è da dire balbettavo e balbetto tutt'ora. Quello è in effetti un altro problema di cui non mi sono mai liberato. Pur avendo frequentato corsi dedicati non mi sono mai impegnato veramente per superarlo, sono stati i miei genitori a portarmici e io l'ho sempre considerato un problema "contingente", un effetto collaterale del mio stato morale infimo, il vero problema.
Bene, poi comincio l'università, e faccio per lo meno conoscenza con un po' di persone, persone con le quali per le prime volte (non proprio ma siamo li) esco la sera nella mia città.
Arrivato ad oggi tutti gli amici che ho sono persone con le quali condivido solo ed esclusivamente le uscire serali: Si fissa si esce, si va a ballare, si va al cinema, in un pub o a mangiare, cose così. Dicendo condivido intendo proprio dire che è l'unica cosa che ho in comune con loro (a parte un altro amico che è più vicino alla mia situazione, ma che per altri problemi suoi è ingestibile)
Inutile dire che le ragazze sono una gran fonte di sofferenza. Come è facile immaginare, una persona così vuota, pure timida, non susciterà alcun interesse per il genere femminile. Infatti ho avuto ben poche esperienze, se si possono chiamare cosi. Una di queste con una compagna di liceo, più conoscente che amica, della quale mi ero davvero innamorato, ed ho avuto il coraggio di rivelarmi solo due anni dopo. Dopo sono stato malissimo.
le uniche ragazze che ho baciato sono delle sconosciute in discoteca.
Sono considerato in generale un bel ragazzo, e il sentire gli amici dirmi "Davide, se tu andassi a parlare con qualsiasi ragazza ci starebbe di sicuro!" O "la mia amica ha detto che sei proprio un gran figo ma ti devi svegliare" non mi fanno altro che star peggio.
È da diversi anni che sono a contatto con gli psicologhi ( andavo ancora al liceo), sempre però solo presso il servizio pubblico, al centro consulenza giovani. Da qualche mese adesso ho intrapreso delle sedute private. Ho lasciato subito il primo (seguiva la gestalt ed è un approccio che non mi convince), e dopo una manciata di sedute anche il secondo, che invece era una persona che stimavo molto e mi aveva seguito anche al CCG. Era l'unico che mi avesse davvero aiutato un po'.
Come potete capire sono davvero spaesato. Ed anche disilluso. Ho abbandonato l'ultimo psicologo perché mi sembrava mi chiedesse troppo, ed io al contrario non mi fidavo abbastanza in ciò che diceva...
Comunque sono sempre riuscito a tenere le mie insoddisfazioni sotto mano, sempre presenti ma in un angolino sicuro, mentre pensavo ai miei doveri giorno per giorno sperando nella venuta di futuro migliore... Ma adesso... non posso più mentire a me stesso: non è che se finisci la scuola ti cambia la vita, e neanche quando finisci l'università.
Faccio un' università che non mi piace, ma che mi sono convinto a finire dopo varie analisi e ripensamenti. Ma non sto più studiando, da un anno ormai, e ripeto il terzo anno avendo pensato troppo ottimisticamente che stavolta ce l'avrei messa tutta. Questo mi pesa tantissimo, mi sento sempre più inutile. ho sempre riportato a casa risultati rispettabili: al liceo andavo discretamente, e sono rimasto in pari all'università per i primi due anni. Ma adesso... non riesco a trovare un minimo della voglia che avevo prima (che non è mai stata un granché). Non ho più uno straccio di stimolo: l'università è stata una spirale discendente: non mi coinvolge più, quegli ambienti, quelle persone che non mi piacevano adesso li odio, mi è salito un rifiuto sempre più forte via via che sono andato avanti.
Devo aggiungere purtroppo, che da diversi mesi sto facendo, diciamo "esperimenti", con l'uso di sostanze stupefacenti, con l'idea soprattutto di trovare un aiuto per lo studio, che appunto è sempre più insostenibile, ma anche per tirarmi su di morale. La mia sciagura è stata quella di aver trovato un canale dal quale poter reperire praticamente qualsiasi cosa. ma quello che ho trovato lì non solo mi ha fatto male con le "ricadute", com'è normale che sia, ma neanche mi ha quasi mai dato l'effetto per il quale era concepito, facendomi quindi preoccupare di avere addirittura qualcosa che non va a livello fisiologico.
E adesso sono chiuso in questo limbo. le droghe non funzionano, mi fanno stare male, ma comunque ci penso, CI PENSO di continuo, aspetto, sperando sempre di trovare qualcosa di diverso. Perché la realtà è che mi sembra di non avere più alternative.
Il senso di colpa poi mi divora... I miei genitori, seppur anche loro con grandi stranezze, sono due brave persone, che mai e poi mai penserebbero che potessi fare quello che ho fatto. Non riesco nemmeno più a guardargli negli occhi, meno ci parlo meglio è. certe volte sento che potrei scoppiare a piangere, cosa stranissima da parte mia.
ho scritto questa cosa per ultima perché non vorrei pensiate che per me adesso questo sia il "problema nodale". rimango sempre tutto quello che ho scritto prima, quelli sono i miei problemi. Adesso forse, anzi sicuramente, sono ancora più disilluso, spaesato, con un sacco di sensi di colpa. Potrei dire tutto ai miei e questo risolverebbe tutto, non toccherei più niente, ma non riuscirei a far fronte alla terribile onta che riverserebbero su di me.
vorrei smetterla di pensarci... rimettermi per lo meno a posto con la coscienza... ed affrontare nel verso giusto i problemi della mia vita...
io... non so neanche più che pensare...
sono distrutto dai rimorsi, non sono una persona apatica, avrei voluto fare tante cose nella vita, ottenere rispetto, avere amicizie sentite, ma per qualche motivo sono finito a fare questa vita melliflua chiuso nel mio guschio, priva di gioia.
sono di Firenze, se c'è qualcuno di quelle parti che può aiutarmi... grazie a tutti
so già che sarà dura leggere le risposte, perchè sarò sopraffatto dalla vergogna...