Una persona di 75 anni ha sempre finto di stare male. Ha sempre voluto raccontare quanto sta male. Ho letto molto sulla sindrome di Munchausen e anche sull’autolesionismo e sono convinta che lei ha sintomi di entrambi. Capisco anche l'emotività ma non e possibile che ogni tanto cade 'programmando' le cadute. Ho visto e anche previsto quando lei fa queste 'cadute' e non solo cade, fa tante altre finte. Sono preoccupata perché un giorno possa farsi male veramente.
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11 AGO 2014
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Gentile Angela
capisco le sue preoccupazioni, però sarebbe importante avere più informazioni sulla storia di vita della persona e sul tipo di legame che lei ha con questa persona. Per capire cosa c'è dietro tale disturbo, è necessario indagare su cosa la persona vuole comunicare con questo suo comportamento, quali sono i vantaggi secondari che sostengono e nutrono tali comportamenti: a volte basta modificare qualcosa nel nostro atteggiamento per provocare automaticamente il cambiamento negli altri. Le sarebbe molto utile parlarne con uno psicologo.
Spero di essere stata d'aiuto
dott.ssa Maria Giovanna Zocco
22 AGO 2014
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno Angela,
sarebbe interessante sapere nei confronti di chi questa persona manifesta un finto star male. Oppure lo fa con tutti? Per spostarla dalla posizione di vittima occorre fornirle delle risposte che non si attende, spiazzanti, o anche ignorare completamente il suo lamento. Provi ad anticiparla facendo lei la vittima nei suoi confronti e veda come reagisce.
18 AGO 2014
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Angela,
per l'età e il tipo di comportamento che descrive è difficile aiutare una persona come quella che descrive. Ritengo più produttivo che se gli infortuni hanno dei significati e sono delle comunicazioni sia lei in persona a esporre la complessa situazione a uno psicoterapeuta e trovare insieme delle strategie per "intercettare" il senso di quanto succede prevenendo il peggio. Auguri
13 AGO 2014
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile signora Angela,
convincere una persona a farsi valutare da un bravo (è qui è importante che sia davvero bravo!) psicoterapeuta (psicologo o medico con specializzazione quadriennale in psicoterapia) è difficile. Più difficile ancora se ha superato il settantesimo anno di età
Una consulenza personale presso il professionista della zona senz'altro l'aiuterà a far qualcosa, una volta tornata a casa, per portare la persona "problematica" a farsi valutare (prima ancora che curare!): infatti compito dello psicoterapeuta è anche quello di studiare le possibili strategie comportamentali e anche cognitive per riuscire a portare alla sua attenzione clinica persone che potrebbero avere una seria psicopatologia, prima che sia troppo tardi.E forse lo è già. Le strategie di intervento vanno studiate e provate assieme alla persona interessata verificandone poi l'efficacia pratica nel proprio ambiente domestico. Trattasi di una consulenza di alcune sedute con obiettivo di riuscire a portare il proprio congiunto all'attenzione clinica dello psicoterapeuta. Ciò infatti rientra tra le abilità di uno psicoterapeuta che opera non con il paziente ma con altre persone significative prima di operare con la paziente stessa. Non si tratta dunque di consigli, ma di un vero e proprio percorso di consulenza ad obiettivo, ovviamente verificabile in breve tempo.
dr Paolo Zucconi, psicoterapeuta comportamentale a Udine