Come capire se sono gay?

Inviata da Anonimo · 16 giu 2014 Orientamento sessuale

Salve a tutti, sono un ragazzo di 22 anni e sono qui a scrivere il mio post relativo alla mia ossessione; quella di poter essere o di poter diventare omosessuale. Premetto che sono un ragazzo molto ansioso, probabilmente anche a causa dell'attaccamento a mia mamma essendo lei, ansiosissima e ultra protettiva.
Lavoro al computer e consumo quasi tutta la giornata a scervellarmi su queste ossessioni a me estranee girovagando su siti, forum, blog e quant'altro.
Il mio calvario è partito da un mese e mezzo circa, da quando ho rotto l'ultima "relazione", nella quale non mi sentivo coinvolto con una ragazza che credevo mi piacesse.
La "storia" è durata due o tre settimane; non mi sentivo stimolato a uscire con quest'ultima, non provavo interesse, mi pesava uscirci insieme e fare qualsiasi attività e di conseguenza, niente sesso. La cosa mi ha spaventato molto poiché quest'ultima rispettava tutti i "canoni" della ragazza perfetta: carina, dolce, intelligente e studiosa. Il mio, credo e spero, sia un problema d'ansia e di insicurezza legato a precedenti delusioni amorose, ma non voglio creare alibi, visto che l'ultima storia seria che ho avuto è stata a 16 anni ed è durata 2 anni. Quindi, vorrei entrare nello specifico.
A seguito (anche) alla chiusura di questa "relazione" sono scattati in me tanti pensieri e domande. Ho scritto "anche" perché mi è stato dato di gay e, probabilmente né sono stato condizionato.
Chi, quando ha saputo della mia ennesima chiusura di una relazione mi ha domandato (scherzando) "Se sei gay dillo!", oppure mia mamma che, sempre scherzando mi ha chiesto se ero gay, così come una mia amica, ma quest'ultima non scherzava.
Premetto che a questa mia amica gli piacevo ma è fidanzata, quindi non l'ho mai corteggiata in quanto credo di essere una persona seria. Ma lo "spavento" si crea anche qui. Lei è una bella ragazza ma a me non interessa e non so se mi attrae. Sono un ragazzo che da un anno ha questa parte ha cominciato a curarsi molto sotto l'aspetto fisico, quindi: palestra, cibo etc. Ma da quando ho questo problema mi sono letteralmente allontanato dalla realtà; quindi: palestra, frequentare amici, uscire etc. È debilitante in quanto queste caratteristiche corrispondano, oltre che al "doc" (disturbo che ho scoperto da quando è partita la giostra e non so se ne sono "affetto" in quanto il mio psicologo, per ora, non mi ha diagnosticato) anche, all'omosessualità repressa. Io so che non lo sono, non lo voglio essere, mi piacciono le ragazze anche se in questo periodo, effettivamente, nutro"pochissimo" interesse per esse e per tutte le attività relative al "vivere da 22 enne". Detto questo, magari il mio problema è relativo all'affettività. In quanto mi è sempre piaciuto stare da solo, fare tutto da solo. Caratteristica trasmessa, forse, anche da mio padre, essendo lui un "solitario". Sto vivendo una vera crisi, è terribile, debilitante, massacrante. Talvolta potrebbe c'entrare la "depressione" o un eventuale anedonia?

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Miglior risposta 2 LUG 2014

Gentile Francesco,
spesso tutto quello che una persona mette in atto, con le migliori intenzioni, per risolvere i problemi (es. dubbi patologici) paradossalmente li ingrandisce ancora di piu’, creando vere e proprie realtà artificiali cui si corre il rischio di credere (es. presunta omosessualità).
Ora, la “trasformazione dei limiti in risorse”, in questo caso, non si riferisce assolutamente ad un percorso di serena accettazione di una realtà che è frutto di una sua costruzione, ma al contrario ad un percorso che le consenta di apprendere le giuste strategie per rompere quella catena fatta di domande irragionevoli-risposte ragionevoli-altre domande-altre risposte, che rischia di “soffocarla” (a tal proposito la “poca” attrazione e il calo del desiderio è un effetto non la causa dei suoi dubbi).
Inoltre, è un suo dovere esigere dal suo psicologo una chiara e concreta spiegazione del tipo di percorso e dei tempi di tale percorso.
Detto questo, io ritengo di averle fornito tutte le informazioni che possono essere fornite in un contesto del genere, ovvero uno spazio studiato per dare dei consigli che non puo’ e non deve essere utilizzato per fare diagnosi o consulenze. Per ulteriori delucidazioni puo’ contattarmi in privato senza impegno alcuno.
Un caro saluto
Dr Marco la Torre, Psicologo Approccio Breve Strategico

Dr. Marco la Torre - Studio di Psicoterapia Breve Strategica Psicologo a Ferrara

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3 FEB 2015

Mi pare più serio il problema dell'arrovellamento mentale sulle tue vicende, che non le vicende stesse. Prenditi cura dell'arrovellamento in quanto tale.

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7 LUG 2014

Buonasera dottor La Torre, la ringrazio nuovamente per la risposta che come al solito mi è stata molto utile. Mi sembra di star migliorando in questi giorni, probabilmente è solo dovuto al fatto che mi sto "abituando" a questa condizione ma la cosa che mi conforta è che non perdo troppo la lucidità. Nel senso che se mi chiedono se sono etero rispondo di si. Ma i disagi sono molti ancora, ho ancora una massima sensibilizzazione verso il tema "omosessualità" che, non mi rappresenta, ma allo stesso tempo da quando è partita tutta questa catena non posso fare a meno di sentirmi tirato in causa. Cerco di non cercare rassicurazioni, poiché mi sembra di star ricominciando (sempre per il discorso dell'abitudine forse) a riguardare le donne con un certo interesse (spero non sia autosuggestionamento). Paradossalmente sembra che la vita mi abbia "obbligato" a passare sopra a questa situazione, poiché mi sembrava di aver il controllo su di essa, una sorta di "punizione" di non so che cosa. Non ho mai avuto problemi in quanto a "orientamento sessuali" e credo che il condizionamento di alcune situazioni; vedi l'amica che mi ha dato di gay, vedi gli apprezzamenti sugli uomini e i fari fallimenti con alcune ragazze che solo ora ho realizzato che in realtà non mi interessavano, mi abbiano stravolto l'esistenza. Detto questo è inutile girarci intorno, mi sembra di creare problemi che non esistono ma non è facile da interpretarli come tali, in quanto comunque non sto bene, ho sempre molto disagio addosso alla presenza di ragazzi, ma non riesco a definirla "attrazione". In realtà mi piacerebbe approfondire un discorso terapeutico con una figura professionale come lei ma io sono di Firenze e ho problemi di spostamenti ed economici. Detto questo, il mio medico di famiglia continua a dirmi di "provare" almeno fino a settembre con l'attuale psicologo, mentre quest'ultimo, continua a ripetermi che a settembre inizieremo una "terapia" (quella citata nella risposta precedente che sicuramente non consisterà in una serena accettazione spero).
Grazie ancora e mi piacerebbe ricontattarla

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30 GIU 2014

Buonasera dottor La Torre e la ringrazio ancora per la risposta. Vorrei cercare di capire cosa intende per "trasformazione". Banalmente, essendo in un periodo difficile, mi sembra che questa situazione venga affrontata con superficialità. Mi spiego: il mio psicologo mi ha detto che da settembre inizieremo un "percorso terapeutico", senza specificare niente però. Non vorrei che pensasse cose del tipo "ecco un altro represso" e magari condurmi in un tunnel nero di "accettazione" di qualcosa che io so che non esiste...non so se ho reso l'idea. Questa "poca" attrazione e il calo del desiderio che provo in questo periodo non so da che cosa potrebbero dipendere ma, talvolta, sono sicuro che i "pensieri" omosessuali, in realtà, sono solo pensieri e sensazioni...mi scusi per la risposta precipitosa

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26 GIU 2014

Caro Francesco,
ho letto con attenzione la sua risposta e per mia esperienza professionale credo di poter dire che, come siamo bravi a costruire le nostre psico-trappole, altrettanto possiamo esserlo a realizzare le nostre psico-soluzioni .
In pratica, la sua “meravigliosa” attitudine a complicarsi la vita puo’ essere trasformata in una meravigliosa capacità di convertire i suoi limiti in risorse e i problemi in soluzioni in tempi relativamente brevi.
Ma, nella maggioranza dei casi, questa “trasformazione” deve essere guidata da un esperto.
Ora, mi pare di capire che Lei stia già seguendo un percorso psicologico, quindi il mio consiglio è quello di valutare, insieme al dottore che la segue, la quantità e la qualità dei cambiamenti ottenuti sinora e magari concordare chiari e concreti obiettivi terapeutici da raggiungere in tempi stabiliti (“Nessun vento è favorevole per il marinaio che non sa a quale porto vuol approdare” Seneca).
Per qualsiasi ulteriore chiarimento puo’ contattarmi in privato se lo ritiene opportuno, altrimenti saro’ stato ben lieto di aver contribuito in qualche modo a chiarirLe un po’ le idee.
Rimango a sua disposizione
Dr. Marco la Torre, Psicologo Approccio Breve Strategico

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25 GIU 2014

Buongiorno dottor la Torre,
la ringrazio per la risposta, la leggo da ieri sera perché mi da quasi "conforto", mi piacerebbe ripercorrerla con lei se non è un problema.
Per quanto riguarda "l'infilarsi nei labirinti mentali senza via d'uscita" mi rispecchio perfettamente in quanto io sono sempre stato una persona ansiosa e che si è sempre posto molte "seghe mentali", sia nelle amicizie, che in famiglia, che nelle relazioni, che nella musica, che nella scuola etc etc. Credo che il tutto sia dovuto alla mia mancanza di autostima, poiché in questo periodo quando mi ritrovo a confrontarmi con amici o uomini mi sento quasi inferiore, a prescindere e non so perché.
"Se fosse davvero omosessuale, avrebbe ancora il dubbio di esserlo?". Beh, probabilmente no? Non lo so, non so più niente. Sicuramente non avrei problemi in quanto, fortunatamente, non sono omofobo. Ritengo di aver ricevuto un ottima educazione per quanto riguarda il rispettare il prossimo e, pertanto, non ho problemi con gli omosessuali, anzi, come già ho detto ho amici e amiche attratte dallo stesso sesso e non mi ha mai causato problemi e dubbi, anzi. Difatti, come ho riportato su, ci sono dei momenti in cui "razionalizzo" e mi riconosco, in cui so che sono etero. Guardo le ragazze, talvolta fantastico su di esse, ma come ha detto lei questi ultimi pensieri sono diventati delle "messe alla prova di sentimenti verso le ragazze". Sto esattamente creando una realtà che sto subendo, una cosa che soprattutto, non mi rappresenta e non mi rispecchia.
Sto seguendo un percorso con lo psicologo ma, quando sono da lui, non sento il bisogno di parlare di questa "omosessualità" ma tendo a parlare del problema che ho nelle relazioni con le ragazze, con le amicizie e con le persone del mio stesso sesso. Mi sembra sia il punto di riferimento al mio problema, in quanto continuo a ripetermi fino allo sfinimento mentale che non sono omosessuale. Inutile dire che il tutto è inutile perché appunto, le rassicurazioni e i "rituali mentali" sono inutili. Pertanto anche la masturbazione sta diventando un problema, mi sembra di provare un netto calo del desiderio, il tutto, ovviamente, porta alle ossessioni e ai pensieri.
Cerco di seguire il suo ultimo consiglio, quello relativo al dubbio dell'essere omosessuale ;)
Grazie mille e spero in una sua risposta.
Francesco

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24 GIU 2014

Caro Francesco,
premesso che la sua richiesta di rassicurazione agli esperti è essa stessa parte del problema che lamenta (sembrerebbe una sorta di dubbio patologico circa il proprio orientamento sessuale),
e dato che sembra essere molto bravo a infilarsi in labirinti mentali senza via d’uscita (tipico di chi ha un’intelligenza superiore alla media), non le risulterà difficile far riecheggiare nella sua mente un dubbio piu’ funzionale: se lei fosse davvero omosessuale, avrebbe ancora il dubbio di esserlo?
Sa, spesso gli esseri umani, per una sorta di “uso eccessivo” della ragione, tendono a lanciarsi delle profezie che poi autorealizzano. In che modo? Andando in cerca degli indizi della sua veridicità, una ricerca che contemporaneamente impedisce di vedere gli indizi contrari, e che impercettibilmente orienta la persona in un certo senso piuttosto che in altri (una sorta di attenzione selettiva). Così, se per qualsiasi motivo inizia a balenare in mente un dubbio, la persona, con l’obiettivo di scacciarlo, inizierà a mettere in atto tutta una serie di comportamenti (es. richiesta di rassicurazioni, evitamenti precauzionali, rituali mentali rassicuratori, messa alla prova delle proprie sensazioni con le ragazze etc…) che a lungo andare, invece di redimerlo, fatalmente lo confermano: costruisce con le proprie mani una realtà che poi subisce.
In pratica, quando si vuole sperimentare forzatamente qualcosa che la natura prevede funzioni soltanto se la volontà non interferisce, si rende impossibile quel comportamento (nel suo caso, sperimentare attrazione sessuale per le donne).
Un consiglio: provi quotidianamente a dubitare del dubbio di essere omosessuale o di diventarlo!
Spero di esserLe stato d'aiuto
Dr Marco la Torre Approccio breve Strategico

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18 GIU 2014

Caro Francesco.
leggendo il suo post mi colpisce innanzitutto la quantità di termini "clinici" da lei usata, per cui mi sono fatta l'idea che si sia informato parecchio su internet riguardo la vasta gamma di categorie clinico-diagnostiche presenti nel panorama psichiatrico.
Mi sembra anche che tutte queste notizie abbiano causato più confusione che comprensione di sé, nonché una certa suggestione.
Solo con un percorso terapeutico dal vivo lei potrà trovare risposta alle tante e profonde domande che si trovano sotto i suoi dubbi e che li alimentano tormentandola con domande così difficili.
un caro saluto

Anonimo-126894 Psicologo a Roma

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17 GIU 2014

Buongiorno Francesco, l'etichetta diagnostica non è fondamentale ma la funzione che hanno i suoi comportamenti che la portano ad isolarsi e la fatica mentale che questa idea le comporta. Visto che ha uno psicologo che la segue immagino che ne abbia già parlato con lui ed ora sta cercando altre opinioni perché una non la convince
Nessuno la può convincere perché la sua mente continuerà ad insinuare dubbi solo perché il cervello lavora in questo Modo. Rimango a sua disposizione
Dottssa Elisa Zocchi

Dott.ssa Elisa Zocchi Psicologo a Samarate

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17 GIU 2014

Caro Francesco, le elucubrazioni mentali al di là di una crescente confusione, non possono portare, quindi, io ti rispondo ponendoti due domande : "Come vivi 'intimamente' la sessualità? Quali sono le fantasie che maggiormente la stimolano? Se credi, a partire da qui possiamo continuare il discorso in modo da fare la necessaria chiarezza. Rimango in attesa.Ciao
Dott.ssa Carla Panno
picologa - psicoterapeuta

Dott.ssa Carla Panno Psicologo a Milano

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17 GIU 2014

Buonasera Dottor Mori, la ringrazio per la risposta.
Io ci provo a stare lontano dalle "rassicurazioni" e dalle informazioni che posso trovare sull'argomento ma talvolta mi diventa difficile poiché lavoro 10 ore al computer. Cerco di proseguire con il mio psicologo anche se non mi trovo molto bene. È lui l'esperto e in parte (so che non è bello dirlo) quasi ci spero che mi venga diagnosticato un disturbo ossessivo, anche se essendo già alla settima seduta probabilmente non me lo sentirò dire mai. Talvolta ci sono dei momenti in cui razionalizzo e mi riconosco e posso dire "Sto bene, sono etero!" (detto questo vorrei chiarire che l'omosessualità non lo considero un problema).

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16 GIU 2014

Gentile Francesco,
mi perdoni la franchezza, ma credo che questo suo girovagare per Internet e chiedere consulti sia parte e problema della situazione che descrive.
Come lei afferma è particolarmente ansioso.
Il problema è che le rassicurazioni o meno che può trovare su internet non placano i suoi dubbi ma li alimentano. La continua ricerca non le permette di avere la "testa" libera dal problema.
Non si focalizzi sulla presenza/assenza della diagnosi di DOC ma sui meccanismi del suo problema. Non è con la razionalità che potrà uscire dal problema ma con il cuore ed il coraggio.

Restiamo in ascolto

Dr Mori Francesco Psicologo a Siena

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