Come capire se portare ancora avanti una relazione?

Inviata da Veronica · 25 feb 2014 Terapia di coppia

Salve! sono una ragazza di 24 anni,ho una relazione con un ragazzo di 26 da quasi 5anni di cui 3di convivenza. La nostra storia ha sempre avuto qualcosa che non andava,i suoi genitori non mi hanno mai vista di buon occhio, io non ho finito gli studi,ho i genitori separati,problemi economici e di salute e sono sempre stata una "testa calda", loro invece sono una bellissima famiglia perbene, benestante, tutti con lauree varie, tutti che conoscono almeno 3lingue,fanno volontariato, e sono molto uniti! Inizialmente non "vietavano" direttamente al mio compagno di vedermi,ma preferivano mettere "i bastoni tra le ruote" davano orari di rientro improponibili,giorni della settimana stabiliti per vederci(dove casualmente accadevano proprio in quei giorni degli imprevisti,dove il mio ragazzo non poteva non esserci)continue telefonate mentre stavamo insieme,continui divieti su viaggi,gite,pranzi e cene fuori e via dicendo,e lui ha sempre obbedito... Dopo 2anni io ho un forte litigio con i miei genitori,così lo informo sull'accaduto e gli comunico che di li a breve me ne sarei andata di casa,anche non avendo un posto dove andare. Di tutta risposta lui mi dice di andare a vivere insieme io e lui,e che c'era 1appartamento in affitto (un'occasione secondo il suo parere) proprio nella città dove viveva lui (io ero a Roma e lui è di una cittadina in provincia), così senza pensarci troppo tutta entusiasta faccio le valigie e me ne vado,una volta arrivata mi accorgo che l'appartamento è Nello stesso stabile dove vivono i suoi,loro scala A e noi scala B,ma sorvolo facendo finta di nulla. Inizia la nostra vita insieme,io lui e la sua famiglia!!!!! Loro sono molto presenti,quotidianamente e si comportano come se il figlio stesse ancora in casa con loro,gli danno compiti da svolgere,commissioni da sbrigare,lo chiamano per portare giu il loro cane o per buttare la spazzatura,insomma è un continuo. Sono rimasta senza lavoro,e loro me ne hanno trovati due (piu uno che ho trovato da sola)che non voglio fare ma che sono costretta a fare perché altrimenti dicono che non ho voglia di fare sacrifici,il primo lavoro inizia alle 5.45 e l'ultimo finisce alle 20.30,7 giorni su 7(solo mezza giornata libera ogni 10giorni)per uno stipendio totale veramente misero, sono stanca fisicamente e psicologicamente della situazione. Ho parlato con lui di tutto per cercare di risolvere,gli ho detto dei problemi tra noi che portano i suoi genitori troppo presenti,del lavoro che mi sta logorando,e del posto in cui vivo che non mi piace. Gli ho proposto di andare a vivere a Roma ma non vuole.Lui dice che sono io ad avere un atteggiamento chiuso nei confronti della sua famiglia,e, per il lavoro, devo abituarmi a fare sacrifici perché i soldi a casa servono(lui però lavora dal lunedì al venerdì in un ufficio). Litighiamo quasi tutti i giorni, mi chiedo se debba lasciarlo,visto che gli ultimatum non sono serviti a smuovere la situazione... Grazie in anticipo a chi vorrà consigliarmi...

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Miglior risposta 27 FEB 2014

Gentile Veronica,
lei scrive tra l'altro "Litighiamo quasi tutti i giorni" e chiede se continuare o meno la relazione. I consigli che qui riceve, utili, a decidere, possono aiutarla a capire se la relazione che ha intrapreso ha più caratteristiche positive e gratificanti per lei o viceversa. La decisione di continuare o interrompere la relazione scaturirà dalla prevalenza o meno ( nell'elenco che farà) di gratificazioni che tale relazione in questo ultimo periodo le dà. In alternativa conviene chiedere consulenza reale e personale
paolo zucconi, sessuologo clinico e psicoterapeuta comportamentale a udine

Dr. Paolo G. Zucconi (sessuologia clinica & Psicoterapia) Psicologo a Udine

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4 MAR 2014

Buongiorno Veronica
comunico le mie impressioni da quello che ho letto e dalla storia che ci viene riportata.
Prima cosa mi colpisce il fatto che nella lettera non vengano esposti sentimenti in modo chiaro...cioè quello che subito vorrei chiederle:
"Al di là di questi problemi, lei sente che è ancora affettivamente coinvolta dal suo partner? Cioè l'ama ancora?" .
Questo mi sembra il presupposto indispensabile per poter poi ragionare sulla situazione e, soprattutto per rispondere alla sua domanda se la relazione debba continuare o meno.
Tutte le scelte infatti sorgono da una MOTIVAZIONE e la motivazione può essere o interna o esterna. Nel caso delle relazioni sentimentali è ovvio che la MOTIVAZIONE debba, in primis, partire dai sentimenti.
Le difficoltà reali di cui lei parla sono tante ma, a mio parere il suo ragazzo si è comunque mostrato "presente" e credo sia coinvolto e innamorato. Penso nemmeno per lui la situazione sia facile. Certamente ha un forte coinvolgimento anche con la famiglia. Sembra che entrambe abbiate bisogno di un supporto psicologico per poter crescere e maturare ma questo si può fare se la voglia di stare insieme ancora c'é.
Sinceramente trovo che entrambe siate nella difficoltà estrema di far valere i vostri desideri e di muovervi in autonomia. Tutto sembra essere inglobato in un "invischiamento" generale. Ora mi chiedo chi di voi si muoverà per primo nel chiarire se stesso e nel porre serenamente le proprie condizioni e desideri? Chi imparerà per primo a fare scelte personali? Chi deciderà, se non riesce altrimenti, a farsi aiutare da un esperto? Il fatto che io dica "per primo" è per mettere l'accento sull'avvio di un cambiamento verso la maturità che dovrebbe riguardare entrambi!
Cordiali saluti. Spero aver fornito elementi di riflessione utili.
Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologa/Psicoterapeuta in Ravenna.

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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27 FEB 2014

Gentile Veronica,
la situazione che descrive non ha purtroppo una risposta semplice ed univoca: lasciare o no? Sono diversi gli aspetti che forniscono una risposta a questa domanda. Quello che traspare è che lei ed il suo compagno non siete in sintonia per quanto riguarda aspetti di quotidianità piuttosto consistenti: quale sia un sano rapporto con le rispettive famiglie, quali siano le caratteristiche da ricercare in un posto dove vivere, come gestire la propria vita lavorativa. Non si tratta di aspetti di poco conto, e sarebbe bene affrontarli; come da lei già sperimentato, non è però con ultimatum e litigi che potete trovare una soluzione condivisa e serena. Sembra che il dialogo tra voi due vada ridefinito, in modo da poter esprimere appieno dubbi, timori e quant'altro di "non accettabile" in questo momento stia logorando il vostro rapporto.
In una situazione di questo genere, un percorso di psicoterapia di coppia potrebbe aiutarvi a capire dove sta andando la vostra relazione, dove entrambi vorreste che andasse, e come fare per instradarla in quella direzione.

Dott. Gianclaudio Plebani Psicologo a Castegnato

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26 FEB 2014

Salve. Probabilmente il suo compagno vive una condizione di forte invischiamento familiare e risulta molto difficile sia a lui che ai suoi familiari stabilire dei confini adatti alla fase del ciclo vitale. Al contrario lei mi pare provenga da una famiglia più disimpegnata, per cui risulta difficile a voi come coppia trovare un equilibrio. Il mio consiglio è quello di rivolgervi a uno psicoterapeuta sistemico relazionale per intraprendere una psicoterapia di coppia che vi aiuti a comprendere i meccanismi che sottendono la vostra relazione di coppia

Dott.ssa Firinu Lucia, Psicologo - Psicoterapeuta Psicologo a Cagliari

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26 FEB 2014

Gentile Veronica,
ognuno di Voi due è ormai cristallizzato sulle proprie posizioni, che ruotano essenzialmente attorno alla famiglia di lui. Attualmente mi sembra che nella Vostra relazione non si produca nulla di nuovo, nessuna ricerca di altre soluzioni condivise, nessuna tenerezza (o almeno non traspare), nessuna speranza o progetto comune; solo un dilemma: rimanere insieme o lasciarsi?
In queste situazioni rigide la presenza di un terzo - intendo dire uno specialista, uno psicologo - talvolta è in grado di rimettere in movimento la comunicazione. Con quali esiti? Non lo si sa; se e quando due riprendono a comunicare ogni strada è potenzialmente percorribile.
Prima di separarvi fate questo tentativo, se non altro per poter dire a voi stessi di aver provato tutto il possibile.
dott. Brunialti, sessuologa clinica, psicologa Psicoterapeuta

Dott. Carla Maria Brunialti Psicologo a Rovereto

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26 FEB 2014

Gentile ragazza,
come lei ha intuito e provato gli ultimatum non servono. Nel momento in cui lei dice al suo ragazzo "o me o loro", lo pone in una situazione davvero complicata, allontanandolo di fatto. Nel momento in cui si mette contro alla famiglia, perde. Le fidanzate possono cambiare, la mamma (ma anche il padre ed i fratelli) rimane la mamma, sempre.
Il suo fidanzato non cambierà solo perché lei lo vuole.
Si allei con il "nemico", sorprenda tutti con una serie di visite ed attenzioni, pur non snaturando ciò che vuole per se stessa.

Restiamo in ascolto

Dr Mori Francesco Psicologo a Siena

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