Gentili psicoterapeutici, vorrei avere un vostro parere sulla gestione di un rapporto affettivo a distanza.
Cinque anni fa ho iniziato una frequentazione con un ragazzo che abita e lavora molto lontano dal luogo in cui mi trovo. All'inizio della nostra storia questa condizione era tranquillamente superata, adesso però i km che ci separano sono diventati un'ossessione per me. Anche se lui è molto presente e partecipe alla mia vita, mi manca vivere la quotidianità della coppia, le uscite o i pranzi insieme, oltre ad una vita sessuale regolare. Mi chiedo, e vi chiedo, se è possibile costruire un rapporto in mancanza di tutte queste componenti, se una relazione a distanza può davvero sussistere e quale sia il senso di questa.
Nell'ultimo periodo non mi sento molto serena; sto rivalutando l'investimento affettivo e in termini di tempo da me fatto in tutti questi anni e mi chiedo se la privazione, l'assenza dell'altro, l'abituarsi a stare da soli (nonostante io sia ufficialmente "impegnata") abbiano un senso. Trascorrono mesi prima di vederci e in me l'ansia, la rabbia, la paura di vivere momenti felici prendono il sopravvento sul desiderio di stare insieme. Tutto questo sta negativamente influenzando la mia quotidianità, lo studio, i rapporti sociali. La soluzione più ovvia sarebbe mollarsi, ma non me la sento di buttare via così un rapporto che, quando siamo insieme, funzione e anche molto bene. Come recuperare tutto, come ricollocarci nuovamente..?!?
Attendo una vostra risposta, grazie :)
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22 LUG 2014
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Gentile Benedetta,
non credo ci siano risposte precostituite, pensi a chi una volta partiva per la guerra e lasciava la fidanzata per sposarla al ritorno...
Ha mai pensato a trovare soluzioni magari temporanee come periodi di vacanza durante i quali stare in contatto maggiormente?
Ha parlato delle sue difficoltà col partner per cercare assieme soluzioni?
Se il rapporto funziona è un peccato perderlo, l'amore è a mio avviso un treno che passa e che bisogna prendere al volo. Non si sa quando passerà il successivo. Tenga comunque presente che le scelte personali restano tali, lo psicologo può aiutarla a vedere meglio tutti i lati della questione, ma la responsabilità della scelta resterà sua.
22 AGO 2014
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Benedetta, concordo pienamente con la Dott.ssa Rizzi.
Cosa c'è adesso che non funziona più rispetto a prima e che la sta facendo preoccupare così tanto per la distanza? La risposta potrebbe gettare luce sul vostro rapporto ma anche su una decisione che, inevitabilmente, uno dei due dovrà prendere per avvicinarsi all'altro.
Il mio consiglio è di parlare di queste sue paure con il suo compagno, alla ricerca di una soluzione presa di comune accordo e nel rispetto dei bisogni di entrambe,
un caro saluto
Dott.ssa Panerai
23 LUG 2014
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile Benedetta,ho letto in fretta e furia,ma la prima impressione è:
Benedetta ci sta chiedendo:mollo o mi lancio?Cioè......finisco questa storia o metto in moto dei cambiamenti con un progetto comune?Cinque anni sono parecchi.La storia a distanza c'era anche prima.Prima le andava bene,perchè adesso no?Qualcosa è cambiato?Qualche commento di parenti o amici?Qualche familiare che si è sposato?O è tutta farina del suo sacco?Lei ci tiene a quest'uomo?Le va bene cosi' lontano o vorrebbe stargli più vicino?Secondo lei gli stessi pensieri li sta facendo anche lui?Chi sarebbe disposto ad avvicinarsi?Mi faccia sapere.....Spero di averle dati utili spunti di riflessione.....Saluti.Dr.ssa Rizzi
21 LUG 2014
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
una relazione a distanza ha un senso se limitata ad un periodo di tempo in cui si lavora per mettere in piedi una convivenza. se passano gli anni, le cose non cambiano e ad un certo punto ci si accorge che non potranno cambiare (o che non si lavora fattivamente per cambiarle) o si da un'accelerazione al cambiamento spingendo per una convivenza, oppure ci si lascia perchè alla lunga un rapporto a distanza non porta a nulla. mentre si vive si cambia, vivendo separati ognuno cambia in modo individuale, un giorno ci si incontra e ci si rende conto di non avere più cose da condividere.
Provocazione: e se questo rapporto a distanza fosse un alibi che cela in realtà una paura di un coinvolgimento sentimentale più profondo ed intimo? L'alibi di avere il cuore impegnato ma a distanza, il modo migliore per evitare di confrontarsi con un sentimento ed un rapporto. Cosa avete fatto davvero per vivere assieme? Avete mai fatto dei passi in questa direzione?