bugie università
Buongiorno dott. Pandiscia,
mi chiamo Isabella e ho quasi 29 anni. Le scrivo per chiedere un consiglio su un problema che ho da anni e non riesco a debellare: il problema della bugia. Ritengo che la causa di questo problema sia da ricercare nella dinamica famigliare, che ancora oggi mi fa sentire molto insicura e mi fa avere complessi di inferiorità. Da piccola avevo un carattere molto chiuso e timido e a scuola ero una bambina che tendeva a isolarsi piuttosto che a giocare con gli altri. Perciò venivo etichettata come "diversa" dai miei genitori. Il rapporto con loro è stato piuttosto travagliato, spesso, quando commettevo degli errori o andavo male a scuola mi picchiavano, specialmente mia madre. Sono passati tanti anni, ma io quelle botte non le ho ancora dimenticate. Non vedevo i miei genitori come persone con cui confidarsi, ma come nemici che mi incutevano terrore. Per non parlare di frasi offensive che mi venivano rivolte e dei costanti paragoni a cui venivo sottoposta ("non sei come gli altri/sei diversa/ma proprio a me sei capitata?/ma non puoi essere come tuo fratello?/a te non ti può vedere nessuno/tu non sei in grado di lavorare perchè sei imbranata) frasi che sono state ripetute continuamente e per lungo tempo e che mi hanno dato l'impressione di essere davvero così. A scuola venivo rifiutata dai compagni perchè ero timida. Tutte queste circostanze hanno provocato in me insicurezza,e,di conseguenza, il meccanismo della menzogna. Io dovevo mentire sui miei risultati scolastici per illudermi di soddisfare le aspettative dei miei genitori.
Anche all'università ho mentito, arrivando addirittura a definire il giorno della mia fittizia laurea e a stampare una tesi falsa. I primi anni di università andavano bene, ho scelto io la facoltà che mi piaceva. Poi però, ho iniziato a mentire. Ho mentito la prima volta dicendo che mi sarei laureata, per poi trovare il coraggio di confessare. I miei genitori mi hanno dato la possibilità di andare avanti, sono andata avanti facendo esami, poi però sono caduta di nuovo nello stesso tunnel, mentendo una seconda volta. E poi una terza e una quarta. Mi accorgevo che se si parte da una piccola menzogna, poi inevitabilmente si entra in un tunnel di bugie, perchè da una bugia ne nasce un'altra. Agli esami prendo voti abbastanza soddisfacenti, ma il mio problema non è l'università, è la menzogna. Alla mia età non lavoro,vivo con i genitori, mi mancano 3 esami alla triennale e continuo ancora a mentire. Ho detto ai miei genitori che ho fatto e superato un esame il 6 giugno, ma non è vero. Mi sto impegnando per fare tale esame il 28, ma loro non lo sanno. Mi sento una fallita, ancora oggi mi sento una persona molto insicura, porto ancora dentro i segni di quella che è stata la mia adolescenza e la mia infanzia. Mi riprometto sempre di dire loro la verità per essere anche io piu' serena, ma non ci riesco, perciò adotto sempre il meccanismo della bugia. Per me la bugia è un rifugio, oltre che una "vendetta": so che i miei genitori stanno male per le mie bugie, perciò inconsciamente mi sto vendicando di tutto il male che mi hanno fatto loro. Temo che se scoprono che non ho fatto l'esame il 6, mi ritirino davvero dall'università.
Oggi sono una ventinovenne che non fa nulla, non lavoro, sono "ferma", vivo sulle spalle dei genitori, non guido la macchina, non ho molti amici. Non mi impegno perchè non mi sento all'altezza e mi sento insicura. So che mentire è sbagliato, sono la prima a saperlo, ma vorrei liberarmi da questo problema che mi fa sentire uno schifo. Non ho soldi da spendere, le chiedo, perciò, di darmi, nel limite delle sue possibilità, un consiglio su cosa fare, su come riprendere in mano la mia vita e recuperarmi.
Forse avrei dovuto affrontare prima il problema per non arrivare a queste conseguenze?
La ringrazio per la sua attenzione.
Cordiali saluti,
Isabella