Bambino di tre anni con crisi di rabbia

Inviata da Giovanna · 21 set 2016 Psicologia infantile

Buongiorno, mio figlio di tre anni ha da poco più di una settimana iniziato la materna e negli ultimi due giorni si è verificata puntualmente una scena di rabbia nel momento in cui devo lasciarlo li per andare al lavoro, con pianto, urla e scatti molto forti.
Premetto che la prima settimana è andato tutto bene, poi questo lunedì sono rientrata anch'io al lavoro dopo 8 mesi in maternità e congedo e sono iniziati questi problemi. L'altra bimba resta con la nonna.
Le maestre mi hanno parlato di questa cosa dicendo che non hanno trovato altro modo che il lasciarlo sfogare per 10 - 15 minuti, atteggiamento che ho sempre avuto anch'io in casa perché nel pieno del suo sfogo è impossibile trattenerlo cercando di calmarlo. Ma non credo sia il modo migliore e soprattutto non risolve il problema...lui ha sempre avuto questo atteggiamento con un crescendo nel tempo, ad un anno si buttava per terra e batteva la testa e poi, diventando più grande, ha iniziato a dimenarsi a terra rendendo difficile il trattenerlo a causa della crescente forza fisica. Vorrei capire purché fa cosi, se sia questione di carattere e col tempo capirà di più e migliorerà o se ci sia qualcosa di concreto da fare per aiutarlo. Le maestre si preoccupano perché han paura possa farsi male in questi scatti, a scuola hanno iniziato a togliergli le scarpe per evitare calci agli altri bimbi.
Voglio sottolineare che è sempre stato un bambino intelligente e socievole, ama giocare con gli altri bimbi, frequentare corsi di nuoto, uscire con noi ecc. Unico problema è un po' di difficoltà nel pronunciare delle parole (ci vuole un po' a capirlo), la pediatra ha detto che protrebbe essere legato all'uso del ciuccio (ora solo di notte) e sto già notando moglioramenti dall'inizio della materna.
Grazie

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Miglior risposta 2 OTT 2016

Gentile Giovanna,
è molto probabile che il suo rientro al lavoro, l'iniziale disorientamento del bambino per l'ingresso nella scuola materna e la gelosia per il non poter rimanere con la nonna come la sorellina ne abbiano accentuato l' ansia di separazione che esprime con crisi di rabbia difficili da gestire.
Poichè lei presumibilmente non può modificare i suoi impegni lavorativi, può solo rassicurarlo che non scomparirà ma tornerà puntualmente a riprenderlo, può aiutarlo a riconoscere e dare un nome alle sue emozioni e può contenerlo fisicamente durante le sue sfuriate almeno quando è presente.
Col passare del tempo, queste espressioni di ansia, frustrazione e rabbia dovrebbero gradualmente scomparire.
Se questo non accadrà le suggerisco un approfondimento con un terapeuta dell'età evolutiva.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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22 SET 2016

Gentile Giovanna,

l'ingresso in materna e il suo rientro al lavoro (oltre alla recente nascita della sorellina) sono eventi - seppur belli. di natura stressogena molto importanti e significativi per il piccolo, che, ipotizzo, probabilmente, già di per sè caratterialemente portato a manifestare la contradditoriarietà delle sue emozioni in modo forte e platelae, soverchaimo in questo momento ogni capacità di gestione dei propri sentimenti.
L'ingresso in materna è un evento destabilizzante anche nel caso in cui il bimbo abbia frequentato il nido: un nuovo ambiente, nuove insegnanti, nuovi compagni, ritmi di vita diversi con obiettivi da raggiungere anche impegnativi.
Se poi aggiungiamo il suo rientro al lavoro e la sorellina a casa con la nonna. (Ne sarà geloso, presumo: "A casa con nonna ci sta lei, non io!")
E' probabile davvero che tutti questi cambiamenti siano per lui fonte di ansia e paure che non sa ancora come gestire: l'aggressività e la rabbia potrebbero rappresentare oggi l'unico canale con cui riesce a relazionarsi al mondo esterno.
Purchè piccolo è possibile comunque affrontare con parole semplice la questione: per es "so che sei arrabiato perchè penso che non sia semplice stare qui tutto il giorno..è un ambiente nuovo, io sono al lavoro ma poi nel pomeriggio ci sono, possiamo fare delle cose assieme etc"
I bambini hanno bisogno di essere informati e rassicurati; si dia del tempo per provare a mettere in pratica questi suggerimenti, si confronti con le educatrici della materna, osservi l'evoluzione di qualche settimana.
Se dovesse poi ancora avere dei dubbi si rivolga a un terapueta.

Un caro saluto

Dott.ssa Cristina Fumi
psicologa - psicoterapeuta
MILANO

Dott.ssa Cristina Fumi Psicologo a Milano

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22 SET 2016

Gentilissima Giovanna, se gli episodi di rabbia si manifestano all'ingresso della scuola materna probabilmente il bambino ha un disturbo dell'attaccamento che manifesta in questo modo. Il bambino vive l'ingresso a scuola come un distacco dalle figura materna e della figure parentali di riferimento. Consapevole che la sorellina resta con la nonna ed invece lui si trova con figure non parentali. Potrebbe provare a parlare con la pedagogista dell'istituto per valutare un inserimento graduale, eventualmente valutate la possibilità di lasciargli un oggetto consolatorio (coperta di Linus), un oggetto che sostituisca la figura materna in sua assenza. Rassicuri sempre il bambino sul fatto che dopo il lavoro andrà a prenderlo così si sentirà più sicuro. Disponibile per ulteriori chiarimenti.
Dott.ssa Elisa Gnugnoli
Pedagogista presso GENUStudio Centro Professionisti Associati
San Giovanni in Persiceto (Bo)

GenuStudio Centro Professionisti associati Psicologo a San Giovanni in Persiceto

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22 SET 2016

Gentile Giovanna,
da quello che lei racconta vedo un bambino effettivamente difficile da gestire che fatica a controllare la rabbia e non riesce a mediarsi. Data la precocità e il fatto che i "sintomi" sono sempre più marcati azzarderei un inizio di "disturbo oppositivo-provocatorio". Adesso il bimbo è piccolo, ci sono appositi training per i bimbi che non controllano la rabbia e per i genitori (per aiutarli ad attuare le tecniche adatte alla gestione del sintomo) da fare con ragazzini più grandi, che hanno la capacità di autoosservazione e riflessione (dopo i 7/8 anni). Per ora aiutatelo a dare un nome alle sue arrabbiature: " adesso capisco se sei arrabbiato perchè... la mamma va al lavoro... ti hanno rubato il gioco... hai fame e non ti piace quello che c'è in tavola..."
Lasciategli lo spazio per scaricare la sua rabbia senza farsi male, costruite o comprate con lui un bel cuscinone e spiegategli che quello serve per prenderlo a pugni e a calci quando si sente arrabbiato. Sarà il suo posto.
Questa sua caratteristica, con la quale è nato, fa parte della sua persona, ma bisogna "educarlo" nella gestione di questa peculiarità, utile è dare un nome al turbamento e agitazione che lui sente dentro e non riesce a spiegarsi da solo.
Vi consiglio un eventuale colloquio con uno psicologo dell'ulss di appartenenza.
Cordiali saluti
Dott.ssa Sabrina Fontolan

Dott.ssa Sabrina Fontolan Psicologo a Piove di Sacco

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