Amicizia con psicologo
Buonasera,
Sono in terapia da circa un anno con una psicologa che reputo molto brava (non è la prima terapia che provo, ma le altre sono andate veramente MALE). Lei è molto attenta, professionale e mantiene i ruoli ben definiti.
Il transfert è stato gestito bene e con lei mi sento molto a mio agio nonostante che io sia una persona molto diffidente e introspettiva.
La terapia sarà ancora abbastanza lunga perché deve aiutarmi ad affrontare varie problematiche, ma quello che mi lascia un po'di perplessità è il post terapia.
Io mi fido di lei e delle sue capacità al 100% e sono convinta che mi aiuterà a sistemare le cose che ancora in me possono essere migliorate. Mi sono trovata a pensare a cosa sarà il post terapia. Da un lato sono combattuta perché penso che sia utilissimo avere un' "ancora di salvataggio" nel caso che in futuro necessiti nuovamente di un supporto psicologico, dall'altro lato invece penso che (una volta conclusa la terapia) vorrei che il nostro rapporto, se possibile, mutasse perché la reputo una persona veramente brillante, e sarei curiosissima di conoscerla fuori dall'ambito professionale (poi magari scopro che fuori dallo studio non andremmo neppure d'accordo) però mi dispiace tanto l'idea di non avere questa possibilità.
Ho già letto varie domande simili alla mia, con le vostre risposte, ma io vorrei rimarcare il fatto che ho la consapevolezza che:
1. Se resta solo un rapporto professionale avrò sempre lei da chiamare nel caso che avessi nuovamente bisogno di un supporto (e non è poco!)
2. Non vorrei mutare il rapporto con l'idea di avere un' "amica da chiamare in caso di necessità", ma vorrei più che altro capire chi c'è dietro quella figura professionale che è riuscita (più o meno) facilmente a oltrepassare le mie barriere e mi ha aiutata così tanto.
Questo tema ovviamente lo affronterò anche con lei quando ci avvicineremo alla conclusione del percorso, ma in tanto vorrei un vostro parere.
Grazie