Amica bulimica: come fare ad aiutarla

Buongiorno Laura,
la bulimia è una malattia che in primis la persona che la vive ha bisogno di riconoscere come tale, per poter poi intraprendere tutta una serie eventuale di percorsi, non solo psicologici, ma anche con nutrizionisti, dietisti... Proprio perchè il disturbo ha a che fare con l'alimentazione, almeno così si esprime il sintomo dell'amica di cui parla.
Ha parlato di una terapia che ha già iniziato e che sta consentendo l'aumento di peso, dov'è seguita? Di solito Ospedali e Comunità attivano già al loro interno anche percorsi di supporto psicologico, non solo per l'amica, ma anche per la famiglia e coloro che sono vicini.
Le stia molto vicina e si interessi tanto a lei, questo può sicuramente essere un inizio: ma se vorrà o meno intraprendere un percorso psicologico credo sia solo una sua scelta (della sua amica).

Rimango a disposizione,

Buona giornata,

Dott.ssa Michela Dicosta

Cara Laura,
mi dispiace per la situazione che sta vivendo la tua amica e immagino la sofferenza e preoccupazione.
Tu da amica puoi starle vicino emotivamente come già immagino stai facendo.
Mistral empatia e ascolto attivo.
Resto disponibile se vorrai crearti uno spazio tuo personale di ascolto e supporto per gestire al meglio questa situazione che ti fa soffrire.
Cordiali saluti.

Dott.ssa Margherita

Salve Laura, immagino quanto sia difficile questa situazione. In molti casi quando abbiamo vicino una persona in difficoltà, la cosa che possiamo fare da non professionisti, è utilizzare una comunicazione sincera e che parta dal cuore. L'affetto sincero manifestato è come una linfa che nutre la persona e l’aiuta ad affrontare meglio le avversità. Concretamente possiamo fare poco per aiutarla ad uscire dalla situazione problematica , perché occorrono le mani di un professionista. Spero di esserle stata di aiuto. Le auguro il meglio.
Dottoressa Simona Prosperi

Buongiorno Laura, il percorso che la sua amica deve affrontare è lungo e impegnativo, ma mettendo realmente in gioco la propria sofferenza è possibile riuscire ad ottenere dei buoni risultati. In questo caso l'esperienza mi fa suggerire di affrontare il problema in modi diversi. Concretamente le suggerisco di far comprendere alla sua amica l'importanza di agire dal punto di vista psichiatrico sia per un tipo di sostegno specifico, sia per un eventuale piccolo aiuto farmacologico per contenere ansia e angosce che sostengono la bulimia. Assieme allo psichiatra valuterei se è necessario coinvolgere un nutrizionista per ritrovare non solo il peso corretto, ma soprattutto un rapporto sano ed equilibrato con il cibo. Da questo punto di vista non so se la terapia per aumentare di peso di cui parla rientri in questi due ambiti. Purtroppo però ciò non basta. L'esperienza mi dice che il problema, come giustamente lei sottolinea va affrontato psicologicamente. Psicologicamente è necessario affrontare la cosa sia da un punto di vista cognitivo comportamentale per un sostegno pratico e appunto relativo all'affrontare e cambiare i comportamenti alimentari distruttivi, sia di tipo dinamico per affrontare il nocciolo del problema, che dovrebbe risiedere nell'area dell'Io. Ovviamente mi rendo conto della pesantezza sia rispetto alla mole di lavoro, sia a livello economico, di un approccio così integrato. Per cui il mio consiglio è di cercare uno psichiatra che abbia esperienza nell'ambito della Direzione Sanitaria di comunità o cliniche di riabilitazione psichiatrica che trattano i disturbi alimentari e uno psicologo che abbia avuto esperienza di lavoro in comunità o clinica dello stesso tipo.

Dott. Andrea Brizzi

Salve Laura, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare. Ritengo che lei non possa giustamente fare altro che stare vicino alla sua amica, non spetta a lei aiutarla dal punto di vista psicologico poichè è fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Buongiorno Laura,
un terapia ha bisogno di tempo per portare i cambiamenti desiderati. Così come il disturbo alimentare ci ha messo anni di piccoli avvenimenti che si sono concatenati e che hanno portato al sintomo - la bulimia nel caso della sua amica - a manifestarsi quale rimedio contro il dolore mentale - l'apatia, cioè non rispondere affettivamente agli avvenimenti della vita, così la terapia avrà bisogno di tempo e di sforzo da parte della coppia terapeuta-paziente che lavora sul disagio.
Come amica, la miglior cosa è sapere che questo tempo occorre, che ci sono modificazioni in atto e che lei, se vorrà, potrà seguirne il corso adattandocisi di volta in volta.

Laura cara,
capisco quanto ti senta impotente e fragile di fronte a questo problema. I disturbi alimentari sono così pervasivi da creare disagio non solo a chi ne soffre ma, anche a chi è accanto alla persona, perchè ci mettono davanti la sensazione di non sapere come intervenire. Credo però che, scoprire cosa abbia indotto la tua amica a cadere in questa trappola non sia di grande sollievo, in primis perchè spesso non vi è una causa precisa, piuttosto si tratta di un confluire di fattori scatenanti e secondo, questo è un processo che avviene nella stanza terapeutica, qualora si sia creata una buon alleanza. Ciò che invece credo tu possa fare è starle semplicemente accanto, farla gioire di una quotidianità non inficiata dalla bulimia, ricordarle attraverso la spensieratezza della vostra amicizia quanto preziosa sia la serenità. Cerca di parlarle il meno possibile di questo suo momento difficile, paradossalmente questo potrebbe essere il modo migliore per aiutarla a superarlo.
Resto disponibile per qualsiasi altro conftonto.
Un caro saluto.
Dott.ssa Guercioni Clarissa