Scopriamo adesso che nostro figlio, adottato all'età di due mesi, aveva presentato sin da bambino disturbi di tipo ADHD ma mai riconosciuti (definito solo esuberante). A 18 anni la situazione è grave. Quali percorsi sono consigliati? Farmacologica o psicoterapeutica?
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15 NOV 2012
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Gentile Sig. Luigi,
Può contattare gli psicologi di Genova che si occupano di disturbi dell'apprendimento e iperattività:
15 NOV 2012
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Ringrazio tutti per le risposte che trovo abbastanza concordanti tra di loro. Sarei interessato a contattare uno specialista dell'argomento nell'area di Genova.
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Grazie per la tua valutazione!
14 NOV 2012
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Gentile Luigi
un percorso non esclude l'altro, anzi potrebbero almeno per qualche tempo essere necessari entrambi perché la situazione migliori. Le informazioni che fornisce non sono molto dettagliate, cmq nell'ADHD vero l'uso dei farmaci è imprescindibile perché c'è un'alterazione dei circuiti dopaminergici. Un trattamento terapeutico educativo è altrettanto importante per cui si rivolga ad un centro specializzato, specialmente ad un neuropsichiatra dove potrà trovare la competenza che il suo caso sicuramente necessita.
In bocca al lupo per tutto
14 NOV 2012
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Gentile genitore, nel caso dell'adhd, la cura consiste nell'assunzione sia di farmaci che di psicoterapia, anche se all'età di suo figlio alcuni sintomi dovrebbero già essere cambiati!
13 NOV 2012
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Gentile Luigi,
avere una diagnosi di ADHD a 18 anni è una cosa sconcertante per un genitore e sicuramente apre le parte a mille pensieri sull'infanzia del ragazzo e le sue pregresse difficoltà. Sicuramente una diagnosi così tardi rende le cose in parte più complicate, soprattutto perchè all'interno della famiglia e nel ragazzo si saranno cronicizzati dei comportamenti non funzionali. Per quanto riguarda l'approccio terapeutico, i due che lei individua non sono mutualmente escludentesi, al contrario molti studi rispett al trattamento di questa patologia sottolineano l'importanza di un trattamento integrato (farmacologico e con una terapia cognitiva e/o una psicoterapia, dal momento che il ragazzo è sufficientemente grande).
Il sanitario che ha effettuato questo tipo di diagnosi potrebbe comunque rispondere in maniera più esautiente a questo tipo di domanda, avendo lui più dati a disposizione e conoscendo i punti di forza e debolezza di suo figlio.
Le faccio i miei migliori auguri
Cordialmente
13 NOV 2012
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Egregio signor Luigi,
passato (ADHD diagnosticato da specialista?) e presente (situazione grave dal punto di vista comportamentale) necessitano in primo luogo non di farmaci né percorso psicoterapico sintomatico, ma di una attenta valutazione clinica, anche con specifici esami neuropsicologici e psicopatologici. Professionista di riferimento, secondo me, è un esperto psicoterapeuta che abbia, per una completa valutazione del problema e conseguente diagnosi da curare, anche una specifica formazione in neuropsicologia clinica.
Dr Paolo Zucconi, psicoterapeuta, sessuologo e neuropsicologo clinico comportamentale a Udine
13 NOV 2012
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Buonasera,
mi spiace per le difficoltà che state attraversando..
Io ho fatto proprio la tesi sulla devianza giovanile e l' ADHD nell'infanzia é un fattore fortemente correlante con lo sviluppo di comportamenti pericolosi o delinquenziali in adolescenza...
Da non trascurare poi il fatto che vostro figlio sia stato adottato, e che, quindi, potrebbe essere sempre aperta la ferita primaria..
ma su questo vi consiglierei di non soffermarvi perché rischiereste di colpevolizzarvi o assumere un atteggiamento passivo, anziché risolutivo...
Dove abitate?
Lo chiedo per consigliarvi uno psicoterapeuta competente in materia.
13 NOV 2012
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Gentile Luigi,
una situazione di ADHD non diagnosticata e quindi non riconosciuta deve aver creato disagio e sofferenza molto forti negli anni, sia in vostro figlio, dall'infanzia a scuola fino ad ora, sia in voi genitori. Anche in considerazione delle vicende passate, vi consiglio perciò un intervento su due fronti, sia a livello farmacologico sia psicoterapeutico; il primo seguito da un medico o neuropsichiatra, il secondo orientato all'elaborazione più profonda dei vissuti emotivi e alla ricerca di strategie alternative di gestione dei comportamenti problematici. Un cordiale saluto, dott.ssa Lucia Mantovani, Milano
13 NOV 2012
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Salve,
la terapia più indicata e sicuramente meno invasiva è quella di una psicoterapia. L'utilizzo di farmaci può essere un'arma a doppio taglio. Eventualmente se la terapia non riesce a raggiungere gli scopi prefissati si rivolga a uno psichiatra che valuterà se prescrivere psicofarmaci o continuare la psicoterapia.
A presto
13 NOV 2012
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Gentile signor Luigi,
direi che prima di consigliare una cosa o l'altra sarebbe opportuno affrontare il discorso più approfonditamente in privata sede. Le consiglio di contattare uno psicologo che potrà fare una diagnosi accurata e darle il consiglio più adeguato.