Aborto al 5 mese di gravidanza

Inviata da Ginevra · 1 set 2021

Salve, sono una donna di 33 anni. A maggio ho scoperto di essere incinta, è stata una gravidanza voluta da entrambi. Eravamo felicissimi! I problemi sono iniziati dalla 2 ecografia, nella traslucenza nucale risultava troppo liquido dietro la testa. La ginecologa del centro mi disse di abortire subito, lo disse in maniera secca senza girarci troppo intorno. Piansi, ero distrutta. Andai da un altro ginecologo che mi fece fare la villocentesi perché io volevo capire cosa non andasse. Le trisomie erano negative ed abbiamo saputo che era una femminuccia. Un sospiro di sollievo fino all ecografia successiva. Avevo poco liquido amniotico,la bambina non faceva pipi. Mi seguirono all ospedale e lì mi dissero che aveva una malattia rara, una policistosi renale, incompatibile con la vita. Abbiamo fatto il test del DNA ed è risultato negativo ma i suoi reni non funzionavano, pieni di cisti, un rene troppo grande e non funzionante e l altro piccolo che non funzionava bene. La bambina sarebbe morta nella mia pancia e se fosse sopravvissuta forse non ce l avrebbe fatta tra trapianti e dialisi. Il quadro era dei più tragici. Perciò i medici dissero che l unica cosa da fare era interrompere la gravidanza. Il mondo addosso. Siamo a 18 settimane, 5 mesi. È una piccola bambina...
Il dover fare la cosa giusta come mi è stato consigliato dai dottori non è facile, non volevo abortire ma ho dovuto farlo per non crearle altra sofferenza appena nata. Mi hanno indotto un parto vero e proprio. Cosa che non volevo... Sono stata 2 giorni da sola in quell ospedale, (causa covid) mi sono sentita abbandonata dai sanitari... Nessuno veniva mai a vedere come stavo. Piangevo e guardavo il soffitto tutto il giorno. La mattina dell 8 agosto hanno iniziato a darmi delle pasticche ogni 4 ore per farmi venire le contrazioni. Alle 21 ancora non avevo le contrazioni forti, mi danno per la 4 volta la pasticca e mandano via il mio compagno. Sono di nuovo da sola tra i dolori sempre più forti. Mi si rompono le acque verso le 23 e mentre salgo sulla barella chiedo all infermiera di avvertire il mio compagno in quanto voleva starmi vicino in sala parto visto che poteva assistermi. All inizio mi dice di no e poi mi da il consenso di chiamarlo mentre mi porta in sala parto.
Arrivata all entrata della sala... Mi rendo conto che è finita, sto perdendo la mia bambina, ci stiamo separando. Scoppio a piangere, volevo scappare. Partorisco e chiedo di poterla vedere. Me la mettono vicino, era così piccola. Non so se era viva... Ma mosse il suo braccino verso di me. Aveva un colore tra il rosso ed il nero, non so per quale motivo. Piansi di nuovo nel vederla e le ho accarezzato la gambina con un dito, avevo paura di farle male. Purtroppo il mio compagno nonostante abbia volato nel venire da me non ha potuto assistere. Mi portano in sala operatoria per il raschiamento e solo all uscita riesco a vederlo. Volevo vedere nostra figlia insieme,per l ultima volta, per salutarla e non ce l hanno concesso. Mi hanno riportato in camera e lui è riuscito a vederla... Sono felice di questo, anche se avrei voluto esserci anche io.
È passato quasi un mese da quel giorno ed io rivivo ogni giorno quei momenti, tra i mille giri che abbiamo fatto tra medici ed analisi, pianti e paure per cercare di salvarla.
Non esco più da sola di casa, ho paura... Non ho voglia di fare nulla,non ho voglia di riprendere la mia vita in mano e le persone non capiscono che abbiamo perso nostra figlia e ci ripetono di continuo: "eh vabbé ne farete altri di figli" questa frase mi fa rabbia perché non capiscono che era ed è mia figlia! Guardo il mio corpo e soffro nel vedere che la mia pancia è ancora tonda ma dentro non c è più.
Non sono mai andata da uno psicologo, ho sempre cercato di analizzarmi da sola... Non so neanche se in questo mio caso potete aiutarmi, perché so bene che ho fatto la scelta giusta ma non è la scelta giusta per il mio cuore e mai lo sarà.

Vorrei dire una cosa della mia esperienza: è stato un trauma che mi porterò dentro per tutta la vita come lo porterà il mio compagno... ma in una situazione del genere la sanità dovrebbe permettere ai compagni di stare vicino alla propria moglie. Questa è una cosa che mi fa rabbia, sono stata sola sempre! Non parlo solo per me ma anche per le altre donne nella mia condizione così delicata. Il nostro non è stato un aborto voluto.

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Miglior risposta 2 SET 2021

Buongiorno mi dispiace tanto, così tanto che qualsiasi parola non esprimerebbe bene quanto. La sofferenza di decidere di partorire, di essere mamma per un istante e poi il lutto, perché di questo di tratta , è un dolore atroce e feroce.
Credo che una delle esperienze più dolorose e traumatiche della vita sia quella di perdere un figlio , che sia già nato o no non cambia nulla. Ti consiglio di parlarne con uno psicoterapeuta, è un dolore troppo grande per quanto tu possa esser forte e in grado di analizzarti, da superare da sola.
Non so di dove sei, se vuoi puoi contattarmi per un colloquio , anche on line gratuitamente
Un caldo abbraccio
Dott.ssa Belinda Doria

Dott.ssa Belinda Doria Psicologo a Vecchiano

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2 SET 2021

Buona sera Ginevra,le sonovicinain questo dolore immenso: una perdita affettiva, un lutto a tutti gli effetti. Il dolore è una esperienza che può trasformarci e da queste esperienze possiamo trovare una opportunità di crescita, ma bisogna farsi aiutare per trasformare dolore e rabbia in nuova capacità di amare.
Le auguro di trovare nuovamente la voglia e l'interesse per la vita e sono a disposizione.
dott.ssa Silvia Chiavacci

Dott.ssa Silvia Chiavacci Psicologo a Firenze

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2 SET 2021

Cara Ginevra,
mi dispiace molto per quello che ha dovuto affrontare e per giunta da sola.
In una gravidanza desiderata e voluta ci sono attese, aspettative, si inizia a fantasticare ad occhi aperti.
Il 5 mese di gravidanza e molto importante, già sapevi il sesso della bambina.
È stato un trauma.
Il fatto di avere partorito per poi dire addio alla tua bambina oltre ad essere traumatico ( qui penso che i medici avrebbero dovuto consigliarti uno psicologo per elaborare ciò) ha attivato in te adesso un post traumatico da stress forse.
Ti consiglierei di intraprendere un percorso psicologico per cercare di elaborare emotivamente questa esperienza traumatica.
Resto a disposizione anche online se vorrai.
Cordiali saluti.

Dott.ssa Margherita Romeo

Dott.ssa Margherita Romeo Psicologo a Roma

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2 SET 2021

Buongiorno Ginevra,
Il dolore di una madre dinanzi alla perdita di un figlio è incommensurabile. Le sono vicina con tutto il mio affetto, anche se non ci conosciamo, e questa storia me la porterò nel cuore cercando di farle compagnia.
Il dolore ci cambia in meglio o in peggio, ci può rendere più forti o ci può togliere da dentro la vita stessa. Dipende da come lo rielaboriamo. Il trauma che ha vissuto la sta condizionando negativamente. È comprensibile. Si lasci aiutare. Con la terapia EMDR possiamo desensibilizzare l’aspetto traumatico che adesso la blocca e trasformare l’esperienza dolorosa in una nuova opportunità.
Le auguro il meglio e resto a disposizione
Dott.ssa Oriana Parisi

Dott.ssa Oriana Parisi Psicologo a Bari

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2 SET 2021

Gentile Ginevra, ho letto la sua storia e la prima cosa che le voglio dire è che mi dispiace moltissimo per questo immenso dolore che avete vissuto, un dolore doppio perché capisco che essere stati separati in momenti così duri abbia reso tutto molto più difficile.
Mi sento di suggerirvi di pensare a un percorso di psicoterapia EMDR (sul sito di EMDR Italia trovate sia la descrizione dell'approccio che l'elenco dei terapeuti divisi per regioni e province).
So che alcuni terapeuti praricano anche EMDR in situazioni di coppia, penso che potrebbe essere qualcosa che potrebbe esservi di grandissimo aiuto.

Un caro saluto

Luisa Fossati

Dott.ssa Luisa Fossati Psicologo a Firenze

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