Stereotipi femminili: principessa o maschiaccio?

Come abbattere gli stereotipi legati al mondo femminile e crescere una bambina senza che pensi che faccia parte del "sesso debole".

23 SET 2016 · Tempo di lettura: min.
Stereotipi femminili: principessa o maschiaccio?

Uomini e donne sono differenti. Non ci sono dubbi. Vero? O il dubbio ve lo sto instaurando io ponendovi questa domanda? Pensateci.

Siamo nel 2016 e la situazione in Italia è ancora molto complessa. Le donne sono ancora considerate il "sesso debole"; troppo emotive, poco considerate e reputate non adatte a lavori o a compiti che, in alcuni casi, sono ancora appannaggio dell'uomo. Ma perché accade questo? Come si può eliminare questo gap tra uomini e donne e, soprattutto, come crescere una bambina senza farla sentire inadeguata o non all'altezza nei confronti degli uomini?

L'importanza del ruolo dei genitori

Il primo esempio viene sempre dai gentiori che, purtroppo e inconsciamente, trascinano nel loro DNA l'educazione delle vecchie generazioni in cui la donna era vista semplicemente come "angelo del focolare", ovvero una perfetta cuoca che, oltre a sfornare dolci, era addetta anche - e soprattutto - a sfornare figli.

Dare il giusto esempio è la cosa migliore, è abbastanza semplice da intuire che le bambine che vedranno il proprio padre collaborare nei servizi di casa cresceranno pensando che quei compiti non saranno solo suoi in futuro, cosa che, invece, non avverrà nel caso in cui non dovesse esserci collaborazione casalinga tra i due genitori.

Evitiamo gli stereotipi che limitano il ragionamento

Altro errore è quello di utilizzare alcune frasi fatte che ancora oggi vengono ripetute ai nostri figli: è importante, infatti, porre attenzione a quello che diciamo ai nostri figli eliminando dal nostro "frasario" espressioni sessiste purtroppo ancora assai diffuse.

Rivolta ad un bambino: "Non fare la femminuccia, smettila di piangere!"

Perché questa frase è nociva?

  • Educa il bambino di sesso maschile a pensare che essere una "femminuccia" equivale ad essere deboli.
  • Denigra il sesso femminile.

Rivolta a una bambina: "Ti stai comportando come un maschiaccio!"

Perché questa frase è nociva?

  • Perché presuppone che la bambina, in quel momento, stia assumendo atteggiamenti troppo vicini ai canoni maschili e, per questo, errati.
  • La bambina penserà che non potrà mai essere al pari di un maschio perché è sbagliato.

La società non ci aiuta

La maggior parte degli annunci pubblicitari "dipingono" le donne come se fossero vuote, belle e senza personalità. L'impatto degli annunci televisivi o delle immagini delle campagne pubblicitarie toccano, inconsciamente, anche gli utenti più piccoli che assimilano quelle immagini come canoni anche, ovviamente, non sono veritieri.

Nonostante gli sforzi che alcuni genitori fanno, quindi, ci si mette di mezzo "nonna marketing" (così chiamata da Daniel Pennac in Diario di Scuola), che distrugge una parte di lavoro ben fatto. Per cercare di ridurre il problema l'ideale sarebbe fare attenzione a quello che le nostre bambine pensano, fare domande mirate per capire la loro visione del mondo femminile ed intervenire, in base anche all'età, facendole capire che non c'è nulla che non può (o peggio deve) fare semplicemente perché è femmina.

Come evitare tutto ciò?

Ecco alcuni consigli.

  • Coinvolgetela in più attività possibili ed abituarla a fare sia lavori manuali che creativi.
  • Non crescetela "ghettizzandola" con amiche di solo sesso femmininile. Se ha un buon rapporto con un maschietto della classe aumentare le possibilità di interazione con lui in modo da farli giocare insieme.
  • Fatele scegliere l'attività extrascolastica senza nessun limite. Non proponete solo la danza o la pallavolo; esistono mille altri sport e, nel caso in cui dovesse sceglierne uno reputato "mascolino" non dite di no.
  • Alle feste, alle riunioni familiari o in situazioni in cui ci sono diversi bambini non dividete i gruppi in maschietti e femminucce, fateli interagire, saranno loro a scegliere come - e se - dividersi.
  • Diversificate i racconti della nanna. I pirati, i draghi e i dinosauri sono affascinanti anche per le femminucce quindi è inutile comprare 10 libri sulle principesse. Stimolate la loro fantasia con i racconti, ma che non siano tutti della stessa pasta.
  • Motivatela. Se ha un sogno o un'attività che le piace fare sostenetela e aiutatela ad arrivare al traguardo.
  • Fatele scegliere lo stile. Abituatela fin da piccola a comprare i vestiti insieme, fatele scegliere lo stile ed il colore dei suoi abiti, non obbligatela nella scelta se dovesse preferire un abbigliamento sportivo ad uno un po' più femminile.

Un aiuto importante arriva dal cinema

Fortunatamente, da qualche anno a questa parte, il cinema sta seguendo la scia della "rivoluzione", non solo nelle pellicole riservate ai grandi ma anche in quelle studiate per i più piccini. Ed è così che, se nel lontano 1937 avevamo Biancaneve (bellissima ragazza che, impegnata nelle faccende domestiche, verrà salvata da un baldo principe), nel 2012 arriva Merida a rivoluzionare l'idea della principessa: lotta per la sua libertà, fa un po' di pasticci con una strega ma, alla fine, risolve tutto senza l'ausilio di un principe.

Se poi aggiungiamo che l'ultimo Star Wars - Il risveglio della forza (uno dei film più amati dai bambini - e dagli adulti - dello scorso anno) ha come protagonista Rey, una ragazza battagliera e assolutamente indipendente, allora possiamo dire che, forse, le nuove generazioni avranno qualcosa da insegnarci.

J.J.Abrams, regista del film, dichiarò in merito al suo prequel di Guerre Stellari, quanto segue:

"Star Wars è sempre stato una "cosa da maschi". In parte è ancora così, ma io ho sperato sin dall'inizio che il mio fosse un film che le madri potessero andare a vedere con le figlie: vorrei che ragazzi e ragazze lo vedessero e riuscissero a immedesimarsi, e a capire che non c'è niente che non possono fare."

Il mio personalissimo punto di vista è che Star Wars non è mai stato una "cosa da maschi" ma forse sarà perché, fin da piccola, sono stata chiamata "maschiaccio" dalla maggior parte delle persone che mi conoscevano...

Insomma, chi l'ha detto che una femminuccia, in quanto tale, non debba essere impavida e coraggiosa e, anzi, debba aspettare o volere che il suo compagno sia un eroe o una sorta di cavaliere giunto lì per salvarla dal drago?

E se il drago fosse il pericolo di abbandonarsi ed adagiarsi su questa convinzione?

Lascio a voi le conclusioni.

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psicologi
Scritto da

Eugenia Marfuggi

Il nostro comitato di esperti, composto da psicologi abilitati, si impegna a fornire informazioni e risorse accurate e affidabili. Tutte le informazioni sono supportate da evidenze scientifiche e sono contrastate per garantire la qualità dei loro contenuti.
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Commenti 1
  • Amma marinelli

    Condivido! Il problema lo causano soprattutto molti genitori già al momento della nascita: rosa x bimba, azzurro x maschietto. La bimba viene definita principessa, il maschietto l'eroe, colui che fa le veci del papà quando questi è assente, xché deve proteggere il sesso debole! Non parliamo poi dei giochi! Le bimbe SEMPRE indirizzate verso scelte di futura mamma o s di vanità, i maschietti invece eroi, inventori! Ci lamentiamo quando un volta cresciute, le nostre figlie diventano fragili, dipendenti e sottomesse! BASTA! DIAMO SIA ALLE BIMBE CHE AI BIMBI GLI STESSI STRUMENTI SE VOGLIAMO CHE CI SIA PARITÀ DI GENERE E SOPRATTUTTO RISPETTO! Saranno loro, crescendo, a definire il proprio futuro se opportunamente guidate.

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