«Non ho voglia di fare niente»: comprendere l'apatia giovanile

Giovani sempre più apatici, poche prospettive per il futuro, rischio di depressione, sono alcuni degli spauracchi dei nostri tempi. Come capire ed aiutare questi ragazzi?

14 SET 2015 · Tempo di lettura: min.
«Non ho voglia di fare niente»: comprendere l'apatia giovanile

«Non ho voglia di fare niente. Non mi piace niente. Non trovo un senso alla mia vita» Sono sempre più frequenti i giovani che cadono in un'apatia totale, che si alzano dal letto solo perché devono, il cui stato a volte può arrivare ad assumere caratteristiche simili a quelle di una depressione. Come comprendere e soprattutto aiutare i giovani che si sentono in questo stato?

Sono in aumento i giovani che si lasciano prendere dall'apatia, è facile trovare giovani che sembrano aver perso l'entusiasmo e la voglia di fare progetti, ma che si rassegnano a uno stato dove si passa dal letto al divano, dal divano al letto, con una sola prospettiva, attendere che la giornata passi sentendosi tutto il tempo di essere semplicemente capitati al mondo per sbaglio.

La prima reazione di chi sta vicino a questi ragazzi è spesso arrabbiarsi o compatirli, li si vorrebbe smuovere da questo stato dove un misto di scarsa autostima si mischia a un immobilismo che sembra non lasciar spazio a replica: tutto è senza speranza, tutto è senza senso, le cose non sono facili e non si hanno le risorse per cambiarle.

Come aiutare questi ragazzi? Quando il genitore deve preoccuparsi seriamente perché il ragazzo sta scivolando verso uno stato di depressione?

Lo abbiamo chiesto al nostro esperto il Dott. Matteo Monego:

Quando possiamo parlare di apatia?

Con il termine apatia ci si riferisce a quello stato di "assenza di pathos" caratterizzato da immobilità fisica, mentale ed emotiva. Effettivamente negli ultimi anni l'apatia si sta diffondendo soprattutto tra gli adolescenti e i giovani, prevalentemente maschi.

Le cause, come sempre, sono molteplici: se da un lato viviamo in una società che rende complicato per un ragazzo il processo di autonomia, dall'altro è anche vero che spesso dietro ad una giornata "letto-divano-letto" si nasconde una certa paura a mettersi in gioco, una sorta di timore molto accentuato nei confronti del fallimento.

Di certo i mass-media non sono molto stimolanti: spesso trasmettono modelli vincenti slegati dal concetto di fatica e impegno quali mezzi per arrivare al successo. Gli esempi possono essere molteplici: veline, calciatori, tronisti…. Quasi a sostenere l'idea che studiare e lavorare sodo sia da "sfigati" mentre la semplice bellezza sia la strada maestra per ottenere soldi e successo.

Forse la definizione di "bamboccioni" data qualche anno fa dal ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa è stata troppo severa e pronunciata da chi vive una vita da privilegiato. Pensare di rendersi autonomi dalla famiglia di origine con una crescente precarietà lavorativa con uno stipendio che di solito non supera i 1.000€, con un mercato degli affitti nelle grandi città alle stelle e senza alcuna possibilità di vedersi concedere il mutuo dalle banche, è oggettivamente un'impresa ardua.

La paura di iniziare

Questo discorso, tuttavia, può valere solo per una parte dei "giovani apatici": l'altra parte in effetti sembra non avere alcuna voglia di cominciare, più spaventata dalle rinunce a cui andrà incontro che esaltata all'idea di iniziare a camminare con le proprie gambe. È come se si fosse diffuso un generale senso di impotenza che a volte non trova riscontro nella realtà. E così capita di parlare con adolescenti o giovani che raccontano di non avere stimoli, interessi e progetti futuri, che si sentono bloccati dalla vita prima ancora di averci provato.

Il rischio principale di questo atteggiamento è che dall'apatia si passi ad un vero e proprio stato depressivo. Ma cosa si può fare?

Sicuramente la cosa più importante è provare a ripartire in qualsiasi modo: che sia un hobby, un lavoro, gli amici, lo sport, una relazione… tutto può aiutare la persona a sentirsi nuovamente viva e a riacquistare gli stimoli giusti.

Dal punto di vista di un genitore, sarebbe importante cercare l'aiuto di un professionista per aiutare il proprio figlio a capire cosa può nascondersi sotto lo stato di apatia in cui versa. A volte ci può essere uno stato di sofferenza più profonda di tipo depressivo; altre volte potrebbe celare una forma di ostilità repressa; altre volte, infine, potrebbe rappresentare una reazione a forme di ansia. Da qui l'importanza di un esperto in grado di aiutare il soggetto ad indagare in profondità il suo malessere, la sua mancanza di reazione.

Alcuni consigli pratici:

  • Riappropriarsi della centralità del proprio Io: vivere una vita diversa dipende solo dalla persona; nessuno la obbliga a passare dal letto al divano e viceversa.
  • Cercare di affrontare in modo "creativo" la routine della vita, evitando pensieri negativi e trovando soluzioni alternative.
  • Crearsi hobby possibilmente socializzanti e interessi per tenersi attivi mentalmente.
  • Cercare di affermare se stessi in tutti gli ambiti della vita e non avere paura di affrontare nuove sfide, vivendole come occasioni di cambiamento anziché come situazioni impossibili da affrontare e superare.

Se senti il bisogno di parlare con uno psicologo perché ti trovi in uno stato in cui non hai più voglia di fare niente puoi cercare il professionista più vicino a te sul nostro elenco di esperti in problemi psicologici.

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Scritto da

Dott. Matteo Monego

Laureato a Torino, laurea quinquennale in Psicologia Clinica e di comunità, nel 1999 si abilita alla professione di psicologo. Successivamente consegue l’abilitazione alla psicoterapia, dopo aver frequentato il corso quadriennale di specializzazione in psicoterapia interattivo-cognitiva. Dal 2004 svolge privatamente la professione di psicologo e psicoterapeuta.

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Commenti 2
  • Anna Maria Massimino

    Può una figlia accusare una madre per soldi? Poiché il padre, durante una causa di divorzio, le ha promesso di non dover mai lavorare se fa falsa testimonianza per ottenere i benefici del divorzio? Può una figlia fare ciò?

  • Luisa obici

    Complimenti dottore è una diagnosi perfetta per i nostri giovani ma anche per un'anziana. Sono due facce della stessa medaglia oggi.

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