L’importanza dell’ascolto attivo: perché dovremmo praticarlo?

L'ascolto Attivo è una delle modalità più semplici eppure più efficaci per iniziare un processo di cambiamento ed evoluzione. Scopriamo insieme quali sono gli elementi fondanti di questa straordinaria tecnica del colloquio clinico.

22 SET 2023 · Tempo di lettura: min.
L’importanza dell’ascolto attivo: perché dovremmo praticarlo?

Quante volte è capitato di confidarci con un amico o un familiare di una nostra difficoltà e di sentire successivamente che quello che abbiamo detto non sia stato compreso o ascoltato in maniera superficiale? Le emozioni e sentimenti conseguenti a questa situazione possono svariare tra rabbia, delusione, amarezza, tristezza e vergogna.

Si potrebbe dire a se stessi che forse sarebbe stato meglio non dire nulla, tenersi tutto dentro e non condividere, che bisognerebbe farcela da soli per evitare un'altra situazione del genere. Come vedremo, spesso basta semplicemente "ascoltare" per generare nell'altro un processo di cambiamento rispetto al modo in cui egli si vede e si considera come persona.

In quale modo, tuttavia, bisogna ascoltare?

Lo psicologo Carl Rogers, a questo proposito, si rese conto che ascoltando i suoi pazienti in maniera attiva, senza porre un giudizio su quello che stava udendo o su chi lo stava dicendo, risultava essere molto efficace nel favorire un processo di cambiamento in chi aveva di fronte. Spesso Rogers si trovava di fronte a pazienti psichiatrici rispetto ai quali generalmente questi ultimi venivano additati come "emarginati" della società. Quello che questi pazienti dicevano pertanto non veniva minimamente ascoltato, in quanto venivano considerati discorsi troppo "strani" o "senza senso".

Rogers al contrario faceva si che, tramite l'ascolto attivo, potesse fungere per i suoi pazienti da cassa di risonanza, tramite la quale questi ultimi potevano portare qualunque tematica e contenuto ritenessero importante, di modo da poter compiere un primo passo per cambiare modo di relazionarsi con se stessi e con gli altri.

L'atteggiamento non giudicante, unito all'ascolto attivo, è uno degli elementi alla base del suo approccio terapeutico, definito "Terapia centrata sul cliente". Questo processo, detto ascolto attivo, è la capacità di dedicare attenzione piena e consapevole all'ascolto dell'altro, mettendo da parte i propri giudizi e cercando di acquisire il punto di vista dell'altro per comprendere appieno ciò che vuole comunicare.

Cos'è l'ascolto attivo?

L'ascolto attivo è un processo che richiede in chi ascolta una buona capacità empatica, saper pazientare e adattarsi ai ritmi e alle modalità comunicative dell'altro e saper porre attenzione agli elementi significativi del discorso. L'ascolto attivo è fondamentale per creare un rapporto di fiducia con l'altro, poiché in tal modo la persona si sente accolta e compresa in ciò che sta sperimentando.

Cos'è l'ascolto attivo?

Molte volte è così importante lasciare che nello spazio vuoto dell'ascolto e del silenzio possa emergere ciò che l'altro porta dentro di sé. Noi non possiamo prevedere come l'altra persona sta vivendo il contenuto di ciò che ci sta raccontando; questo potrebbe essere vissuto per lui/lei in maniera pesante come un macigno o schiacciante come una tempesta. Per questo motivo, la capacità empatica di chi ascolta permette di non "invadere" lo spazio del racconto altrui con opinioni, consigli o giudizi personali.

Anzi, proprio tramite l'ascolto attivo la persona può giungere da sé ad una nuova consapevolezza rispetto ad una difficoltà che sta vivendo, ed è proprio tramite questo processo di ascolto attento e focalizzato che la persona viene accompagnata dal professionista a sciogliere quei nodi interiori che non gli permettono allo stato attuale di giungere ad una nuova comprensione della difficolta stessa.

Pertanto un ascolto attivo permette di mantenere una vicinanza rispettosa nei confronti di chi ci sta parlando, permettendo all'altro di poter condividere quello che sta vivendo e di sentirsi accolto e contenuto rispetto al proprio vissuto. Un buon professionista nella relazione d'aiuto è in grado di padroneggiare questa tecnica di ascolto, garantendo al paziente uno spazio privo di giudizio, dove può essere semplicemente quello che è in quel determinato momento.

E' sbalorditivo come certe cose che sembrano irrisolvibili diventano solvibili se qualcuno ci ascolta, come una confusione che sembra irrimediabile si trasforma in un flusso che scorre con relativa limpidezza. Ho apprezzato profondamente le volte in cui ho sperimentato questo ascolto sensibile, empatico, concentrato. "Carl Rogers"

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Scritto da

Dott. Borzi Valerio

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Bibliografia

  • Rogers, C. (1980). Un modo di essere, Firenze: Giunti.
  • Dea, A., Brandolisio, E. & Radich, S. (2015). Counseling rogersiano e gestaltico. Teoria e pratica. Venezia: Supernova Edizioni.

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