Liberiamoci dai pregiudizi, facciamo come gli argentini!

Buenos Aires, la città di Woody Allen o un esempio da seguire? Cultura Argentina e cultura della psicoterapia.

16 GEN 2017 · Tempo di lettura: min.
Liberiamoci dai pregiudizi, facciamo come gli argentini!

Uno studio dell' Health Organization del 2005 ha classificato l'Argentina come il leader mondiale sugli psicologi pro capite, con 106 psicologi per 100.000 persone.

In media, in Argentina si conta uno psicoterapeuta ogni 485 abitanti, ma in alcune regioni si arriva a un terapeuta ogni 100 persone. Secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità, l'Argentina quanto a diffusione della psicoterapia supera ogni altro stato, persino i Paesi del Nord Europa come la Finlandia (un terapeuta ogni 1.756 abitanti) e la Norvegia che hanno circa un terapeuta ogni 1.800 abitanti (Alonso, 2012).

Sono 70 mila i professionisti che esercitano il mestiere in tutto il Paese, e più dell'80% sono donne.

Mentre in altri Paesi quasi ci si vergogna ad affermare di essere in trattamento, in Argentina e a Buenos Aires in particolare sembra sia stato superato il pregiudizio che circonda il ricorso a una psicoterapia. Esiste addirittura una giornata celebrativa del mestiere, el Día del Psicólogo (13 ottobre) e due serie TV che trattano del tema e sono seguitissime nel Paese (Tratame bien e Historias de divano).

Ma da cosa deriva questa particolarità del paese?

L'argentina è una terra immensa dove la Pacha Mama si mostra nella sua reale potenza. Paese del nuovo mondo, che si è resa stato indipendente solo nel 1816, ma che ha, in duecento anni di storia, moltissimo da raccontare. L'Argentina narra storie di rifugiati, di desaparecidos e carnefici. In Argentina si può respirare odore di libertà e di dittatura; di grandi amori; eroine e machismo. Può descrivere anni di grande ricchezza e altri di profonda crisi. Qui si incontrano musica ed emozioni struggenti...L'Argentina è la patria del Tango e gli argentini sono coloro che incarnano questa meravigliosa malinconia.

Ecco come quattro famosi psicoanalisti e docenti di Buenos Aires spiegano la diffusione della psicoterapia (psicoanalisi soprattutto) nel loro paese:

Gli Argentini sono come profughi fuggiti da guerre, fame e persecuzione.

«Ognuno si era lasciato qualcosa alle spalle (parenti, amici, lingua, terra) e ha portato con sé una certa tristezza e nostalgia», (G. Rolon).

«Molti i discendenti da emigrati italiani, pochi conoscono qualcosa del Paese di provenienza. Anche questa "confusione" culturale ha incrementato una certa ansia collettiva e il bisogno di cercare un aiuto. Argentini sì, ma con cognomi e parenti che magari masticano ancora qualche frase in italiano, cucinano spaghetti e nel portafoglio conservano foto della Costiera amalfitana o del mare calabro come santini, sognando di poter tornare un giorno nel Paese natìo», (C.Cervo).

La continua ricerca di un'identità chiara resta una delle ossessioni principali dell'abitante di Buenos Aires, sempre in bilico tra un'Europa lontana e spesso mai vista e l'America Latina: terra natia, certo, ma per molti non sentita come quella d'origine.

«Siamo argentini è il motto ribadito ogni giorno a mezzanotte con il passaggio dell'inno nazionale alla radio. Eppure qualcosa non torna e in molti cercano una spiegazione», (M. Alonso).

Gli Argentini sono anche un popolo dai sapori mediterranei, qui la famiglia è una famiglia non troppo distante da quella italiana:

«La psicoanalisi esiste per rendere le persone libere (dall'autorità della famiglia), ma gli effetti della globalizzazione ci confondono, fatichiamo a ritrovare noi stessi. Gli argentini vivono questo conflitto, che deriva dall'essere liberi, ma all'interno di una società che si sta trasformando profondamente», (KitaCá).

E come si percepisce questo continuo evolversi e cambiare della società postmoderna? Le famiglie Italiane sono tanto differenti da quelle dei cugini argentini? La nostra società non è come quella sudamericana in continuo cambiamento? Il bagaglio storico culturale di questo paese è davvero molto più leggero di quello argentino? Io credo di no, anche se abbiamo una storia e cultura differente e più radicata anche gli italiani hanno difficoltà a trovare la propria identità in questa società in continuo cambiamento.

Concluderei ora con un'interessante e colorita dissertazione di Mariela: blogger argentina residente in Italia.

«Rido se penso all'espressione che ho visto sui volti degli italiani davanti alla frase, per me del tutto "inoffensiva" visto che da noi è normalissimo, "vado dallo psicologo". Aahaha, muoio delle risate ogni volta! Per gli argentini andare dallo psicoanalista vuol dire mettersi in discussione, chiedersi il perché di certe attitudini, cercare oltre; invece qui, se non dormi la sera o sei nervoso al punto che ti viene di tutto e di più, come vedo con le mie colleghe e tanta gente che conosco, si risolve prendendo un tranquillante, la melatonina che va tanto di moda, cambiare medico ogni due per tre perché piuttosto che riconoscere che la causa è psicosomatica o tante questioni familiari che non vanno mai messe in discussione…per carità del cielo! Saremmo pure dei paranoici noi argentini ma preferisco! Ovviamente mi sono trovata a Roma una psicologa argentina e ci vado».

La psicoterapia cura non solo le malattie emotive e psicologiche, ma permette di acquisire gli strumenti per sviluppare se stessi come persone, con una migliore qualità della vita (M. Alonso).

Abbattiamo i pregiudizi, facciamo come gli Argentini!

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Scritto da

Dott.ssa Giulia Seppi

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