La rabbia cronica

Vengono descritte varie forme di rabbie, alcune ipotesi sulle loro origini e sulla tendenza a cronicizzarsi, alcuni metodi su come liberarsi dalle proprie rabbie e affrontarle in futuro.

8 APR 2017 · Tempo di lettura: min.
La rabbia cronica

LA RABBIA CRONICA

articolo di Giovanni Iustulin, psicologo psicoterapeuta

Nella vita ciascuno di noi si é trovato ad avere a che fare con la rabbia che a volte è stata espressa in maniera soddisfacente, a volte può aver creato reazioni inadeguate, altre volte non è stata sfogata. Se talvolta la rabbia può essere indispensabile per sopravvivere, nella maggior parte dei casi la sua espressione incontrollataaggrava i problemiinvece di risolverli.

Nel gruppo delle emozioni fondamentali la rabbia è l'emozione più potente, carica di energia, in grado di modificare l'ambiente; spesso è diretta verso chi amiamo a causa di mancate aspettative (vere o illusorie), o a causa della percezione di un'offesa.

Si possono distinguere tre categorie di rabbia (Dryden, 1990):

a) Verso gli altri, come nel caso della frustrazione, di un attacco diretto, di una minaccia percepita e di trasgressione della regola.

b) verso oggetti impersonali e condizioni di vita (clima, traffico, governo, sistema societario, ecc).

c) verso se stessi.

Se da una parte c'è il bisogno di sfogare la, dall'altra si sente la necessità di trattenerla per non contravvenire a regole educative e sociali che ne condannano l'espressione, per paura di perdere il controllo o per evitare la rottura della relazione. Il più delle volte la rabbia viene scatenata dalle interpretazioni delle azioni dell'altro, dai significati simbolici, dalla volontà che si attribuisce all'altro di ferire. Prova ne sono i fatti di cronaca di litigi finiti tragicamente per un parcheggio o per un sorpasso.

La reazione immediata di rabbia non sempre avviene direttamente tramite l'aggressione, ma può far uso di manifestazioni come il disgusto e il disprezzo.

Il disgusto ha la funzione di proteggere dal rischio di ingerire sostanze potenzialmente pericolose e viene accompagnato da nausea, vomito e vocalizzazioni che segnalano ribrezzo. Per analogia si può provare disgusto anche per persone o per il loro comportamento ("mi fai schifo!").

Il disprezzosi rivolge achi contravviene a norme morali, tradisce la fiducia, trasgredisce convenzioni sociali, manifesta comportamenti aggressivi e violenti, atteggiamenti di superiorità, insincerità e falsità. Il disprezzo può essere espresso anche con battute ironico/sarcastiche, lo scherno, la derisione e l'insulto.

RABBIE CRONICHE

Si parla di rabbia cronica quando persistono modalità abituali del comportamento che caratterizzano un individuo e permangono nel tempo senza via di estinzione. La rabbia cronica può essere espressa tramite l'ingratitudine, il broncio, la lamentosità, l'amarezza, l'acredine e il sarcasmo.

INGRATITUDINE (Edmund Bergler)

La gratitudine non è innata, ma viene insegnata e fa parte dell'adattamento alla realtà. Se il bambino interpreta le regole dell'educatore come un'azione malevola, allora si sente frustrato e inizia la sua rivolta inconscia. Una volta diventato adulto, si dimostra ingrato nei confronti del benefattore perché lo identifica con l'educatore che era l'antico dispensatore di delusioni.

IL BRONCIO (Carl P. Adatto)

Il broncio è un'espressione mimico facciale (protrusione delle labbra che significa ricerca del latte materno). E' una modalità infantile di espressione che continua anche nel corso della vita. Broncio equivale alla ricerca di un contatto gratificante con la madre. Questa espressione consente di tenere a bada sentimenti di rabbia o frustrazione dovuti a deprivazione.

IL LAMENTOSO (Melitta Schmideberg)

E' una reazione a un senso di insicurezza, di ansia, di colpa, di perdita di una relazione oggettuale. Spesso in queste persone i contatti personali non sono soddisfacenti, anche se molti hanno un profondo livello di devozione per una persona o per una causa, finché questa non diventa motivo di delusione che può arrivare all'estremo quando sopprime il senso critico e l'ostilità verso la figura idealizzata (quasi sempre i genitori) e quindi fa deviare l'aggressività verso altre direzioni (partner, amicizie, autorità) giustificando così i comportamenti lamentosi.

Il lamentoso ripete le sue lamentele con continuità e assiduità per un tempo infinito. perché ha un forte bisogno di giustizia, però attaccando qualcuno per la cosa sbagliata o nel modo sbagliato, tende a mettersi dalla parte del torto. La reazione del paziente lamentoso è più comprensibile se consideriamo che non è tanto irritato per la sua frustrazione, quanto per il fatto che questa seppur minima, frantuma il suo buonumore, le sue fantasie piacevoli o le sue idee di grandezza.

AMAREZZA E ACREDINE (James Alexander)

L'amarezza è associata a un bruciante senso di scorrettezza o di ingiustizia, un sentimento di protesta per essere stati maltrattati senza motivo. La prima esperienza di amarezza è originata dal rigurgito di bile e diventa patologica quando si fissa a un conflitto madre-bambino, e a sua volta può costituire anche un fattore che provoca disturbi digestivi nel bambino. Costui percepisce il rifiuto da parte della madre come una sensazione di latte avvelenato, per cui reagisce con una sensazione di odio accompagnato da dolore addominale, colica e amaro in bocca.

L'acredine si origine dal sapore del vomito quando il bambino si sente trascurato oppure ha fame. L'acredine si forma se il sapore acido si fissa al senso di essere rifiutato.

La persona amara tende facilmente ad essere verbosa, a preoccuparsi di problemi di giustizia, difendendo il proprio diritto ad arrabbiarsi avanzando richieste per sanare qualche torto subìto. La persona acre si limita a essere ostile con una modalità intransigente e inflessibile. L'amarezza e l'acredine fissano l'aggressività ostile e trasformano la rabbia in odio. La persona amara o acre ha difficoltà a perdonare quando viene offeso il suo senso di giustizia.

IL SARCASMO (Joseph W. Slap)

Il termine sarcasmo deriva dal greco sarkazein che significa sbranare. Nel sarcasmo sono presenti impulsi aggressivi primitivi con i quali reagisce la persona che si sente ferita, deprivata, o umiliata e che cerca vendetta contro i responsabili dell'insulto. Nell'ironia la traccia di amarezza è minore che nel sarcasmo e come nella satira l'attacco viene camuffato dietro una facciata d'arguzia, così con l'atteggiamento satirico il soggetto dà più l'impressione di essere indipendente nei confronti dell'oggetto bersaglio, come se si pensasse di non averne più bisogno. Infatti satira deriva dal latino satur, "pieno di cibo, sazio".

VANTAGGI E PREVENZIONE SALUTARE DELLA RABBIA

Se la rabbia trova la sua "giusta" via di sfogo, è un valido strumento per poter risolvere le tensioni soffocate e sfogarle in modo costruttivo, comunicare e fornire informazioni, generare nuove idee, apportare maggiore energia e mettere in stato di allerta in caso di minaccia (Luhn,1998). Un esempio positivo viene da don Luigi Ciotti, che ha utilizzato la rabbia provata quando era uno studente povero, escluso dai ricchi compagni e dagli insegnanti, per fondare il Gruppo Abele e l'Associazione Libera, che da 50 anni si dedica al sostegno degli emarginati e si oppone ai soprusi della criminalità organizzata.

Comprensione della propria rabbia

VANTAGGI A BREVE TERMINE

1. Riduce lo stress dovuto a dolore, preoccupazioni, frustrazioni, dando la sensazione di essersi liberati almeno per un attimo da un peso opprimente.

2. Copre un dolore emotivo per difendersi dalla paura, perdita, senso di colpa, vergogna, sentimenti di rifiuto o fallimento.

3. Cattura attenzione dagli altri che, allarmandosi, cercano di placare la persona arrabbiata.

4. E' una forma di punizione o vendetta per far provare all'altro lo stesso dolore proprio.

5. Estorce dagli altri ciò che si desidera, costringendoli con scoppi d'ira, o incutendo paura, finché non accondiscendono alle richieste.

SVANTAGGI

1. L'effetto boomerang dello scoppio d'ira può alimentare negli altri una reazione peggiore, sotto forma di contrattacco o di distacco.

2. Trattenere a lungo la rabbia nasconde segnali importanti che offrono una guida per comprendere, cambiare, modificare o interrompere qualcosa riguardo la propria vita.

3. Le persone cercano di evitare chi si arrabbia, anche se inizialmente c'è l'intenzione di ascoltarlo, fino a irrigidirsi e irritarsi.

4. Con impulsi vendicativi o punitivi generalmente si creano nemici, soprattutto tra le persone più amate o delle quali si ha bisogno.

5. Le persone si allontanano indignate per evitare la paura e chi si arrabbia si sente incapace di superare da solo il problema.

COSTI DELLA RABBIA CRONICA (Mckay, Rogers)

I Costi fisiologici dello stato cronico di rabbia contemplano disturbi cardiovascolari in misura superiore alla media, in tutte le fasce d'età. L'incapacità di graduare l'aggressività si manifesta tramite malattie di origine psicosomatica come asma, artrite reumatoide, disturbi gastro-intestinali ed epato-biliari, disturbi della sfera sessuale, cefalea tensiva o emicrania, disturbi della pelle (psoriasi). Le stesse patologie si manifestano in maniera più accentuata quando l'aggressività viene repressa.

I Costi emotivi ed interpersonali possono riguardare il senso di solitudine per l'abbandono da parte di amici, isolamento sul lavoro, perdita di intimità nelle relazioni personali, minor sostegno dai membri della famiglia, incapacità di sperimentare o di apprezzare il sostegno sociale.

Modalità di gestione della rabbia

Vari autori suggeriscono modalità diverse per gestire la rabbia:

DIARIO DELLA RABBIA (Mckay, Rogers), (Giusti, Proietti, D'Urso)

Autori diversi suggeriscono di compilare un diario in cui si prende nota dello stato psicofisico, dell'evento che fa scaturire la rabbia, dei pensieri scatenanti che sono rivolti verso l'altro, la situazione o se stessi. Si valuta l'intensità della rabbia e la sua modalità di espressione, verbale, gestuale e fisica. Si conclude riflettendo sugli effetti ottenuti su se stessi e sugli altri.

TECNICHE DI CONSAPEVOLEZZA

E' stata verificata l'impossibilità di arrabbiarsi quando si riesce a rilassare corpo e mente e a mantenerli in questo stato. La tranquillità consente di pensare con più chiarezza e di fronteggiare qualsiasi situazione in maniera più efficace e positiva. La padronanza nel rilassarsi consente di scaricare la rabbia in qualsiasi momento e senza danni.

Le tecniche più in uso sono il Rilassamento Progressivo di Jackobson, Rilassamento Frazionato di Vogt, Training Autogeno di Shultz, con prcessi immaginativi e tecniche di respirazione. Si può ricorrere alla Meditazione e Mindfulness per prendere consapevolezza del proprio essere, dei propri pensieri nel qui ed ora. Utile è l'attività fisica tramite sport che comportano il colpire (pugilato, calcio, tennis, pallanuoto, ecc.), sport di lunga durata (running, nuoto, ciclismo, ecc.), il cantare o suonare strumenti che richiedono emissione di energia (percussioni, chitarra rock, strumenti a fiato, ecc). Si ottiene scarico di tensioni, controllo del comportamento e aumento della sicurezza praticando attività che comportano rischio calcolato (alpinismo e sci fuori pista, paracadutismo, immersioni, corse regolari con moto o macchine su pista).

PSICOTERAPIA INDIVIDUALE DELLA RABBIA

Consiste nel rielaborare delle fonti della rabbia: paura, senso di colpa, vergogna, sentirsi feriti, sentimenti di sopraffazione, senso di impotenza, abusi e umiliazioni che possono essere conseguenza di violenze e abusi, cioè fonti di disgusto, disprezzo, tristezza, scarsa autostima.

Identificare la paura che alimenta la collera e accettarla senza cercare di eliminarla aiuta a tenerla sotto controllo (Jons, 1994).

Nella Terapia di coppia si possono programmare sedute di sfogo, stabilire limiti di tempo (15-20 minuti) prendendo la parola a turno e decidere in anticipo la durata degli interventi (4-5 min). Va bandito ogni contatto fisico e gli attacchi verbali devono essere controllati.

ABREAZIONE SILENZIOSA (G. Fortunato, IIPNL 1987)

E' una procedura complessa, praticata preferibilmente sotto ipnosi, che consiste in quattro fasi in cui l'attore principale è la Mente Inconscia del soggetto: scarico delle rabbie tramite sogni inconsci, fase di perdono incondizionato e sincero, utilizzo delle energie rimaste disponibili per creare nuovi obiettivi con modalità sane, soddisfacenti ed ecologiche e si conclude con l'installazione di procedure automatiche per la gestione delle rabbie tramite previsione, riconoscimento, espressione diretta o indiretta, ed eliminazione della rabbia fino al suo completo annullamento.

Chiunque può arrabbiarsi: questo è facile, ma arrabbiarsi con la persona giusta, nel grado giusto, al momento giusto, per lo scopo giusto e nel modo giusto non è nella possibilità di chiunque, e non è facile. Aristotele (IV sec a.c.).

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Scritto da

Dr. Giovanni Iustulin

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