Genitorialità consapevole durante la separazione coniugale

Separarsi avendo cura del proprio passato: è possibile?

8 GEN 2014 · Tempo di lettura: min.
Genitorialità consapevole durante la separazione coniugale

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Separazione e divorzio: due realtà sempre più frequenti

Oggi la separazione e il divorzio sono realtà sempre più frequente.La famiglia del passato sembrava infatti conservare un’anima, un principio unificatore che, al di là dei contrasti e delle incomprensioni, riusciva a trascendere i due singoli componenti della coppia. In questo modo, la vita di coppia sembrava procedere in modo quasi parallelo, forse anche scandita da quei rituali familiari che oggi paiono scomparsi (come il ritorno a casa per pranzo o le vacanze che coinvolgevano l’intero nucleo familiare); oggi, invece, la componente individuale che agisce all’interno della coppia risulta preminente e sono spesso ben evidenti i motivi interiori che portano due persone a scegliersi : alla base vi può essere un bisogno di compensazione reciproca per cui l'altro diventa una sorta di specchio su cui si proiettano parti di sé e bisogni profondi; in altri casi prevale la dipendenza dal partner o, al contrario, il bisogno di dominio. Forse anche per questo la coppia è, sin dall’inizio, più fragile, la separazione sempre più frequente, tanto da sembrare quasi lo sbocco naturale della storia familiare. Di fronte ai contrasti, si cerca sempre di più una soluzione esterna - sia a se stessi che alla coppia -, rifugiandosi in nuove storie e nuovi partner, con i quali tuttavia si rischierà talvolta di ripetere lo stesso esito, poiché il problema non sarà stato mai realmente affrontato.Il gran numero di separazione, del resto, sembra quasi legittimare socialmente l’evento e porta a minimizzare anche il dolore e il senso di fallimento esistenziale che esso comporta.

Dalla simbiosi alla separazione

Una coppia nasce, profondamente, per la necessità di compensare le complesse esperienze maturate nella propria vita precedente e attuale: l’uno diventa lo specchio dell’altro e dalle reciproche proiezioni si fonda un equilibrio.La separazione rappresenta pertanto una cesura, spesso violenta, di questo equilibrio, che coinvolge la persona nella sua interezza, richiamando pertanto in causa il senso originario dello stare insieme.La coppia sorge pertanto come originario momento di simbiosi, in cui ciascuno si nutre di parti dell’altro in un progetto di crescita ed evoluzione a due.Capita però spesso che la personalità dei partner possa evolversi in maniera più o meno indipendente. La stessa genitorialità rappresenta un’esperienza importantissima e non sempre, contrariamente a quanto ci si potrebbe attendere, è vissuta totalmente come evento di coppia: diventare genitori significa riesumare una serie di vissuti profondi, spesso antecedenti, anche emozionalmente, all’incontro con il proprio compagno di vita (che rappresenta già un tentativo di superamento di quei conflitti); ci si misura con le proprie aspettative inconsce relative al diventare genitori, con le proprie necessità di riparazione e compensazione, che spesso coinvolgono la storia pregressa con la famiglia d’origine e la propria storia di figli; spesso il nascituro sembra proiettare, in modo angosciante, sui genitori l’ombra di una separatezza e di una necessità di individuazione; in molti casi si evidenziano emozioni contrastanti e sentimenti di gelosia e rivalità rispetto al figlio e la sensazione di essere trascurati in qualche modo dal coniuge; può esservi una personalità, all’interno della coppia, che appare più sicura e idonea nel prendersi cura del figlio.Se diventare genitori è sicuramente uno degli eventi più importanti nella vita di coppia, anche il lavoro, gli altri incontri, i percorsi personali di conoscenza di sé (tra cui anche la psicoterapia) possono indurre dei cambiamenti drastici e spostare il baricentro dell’equilibrio che si era precedentemente instaurato.Nascono allora rabbia e incomprensioni, di cui sarebbe necessario comprendere l’origine, sia che l’intento sia quello di rimanere all’interno della coppia sia di affrontare una separazione.Il cambiamento di uno dei due componenti della coppia può infatti essere avvertito dall’altro come un tradimento, in quanto si sente privato di una parte compensante che riteneva fondamentale; chi è cambiato, a sua volta, può vedere nel partner una parte di sé che non riconosce più come tale e pertanto provare sentimenti di rifiuto, sentendosi al contempo colpevolizzato.Il momento della separazione, quindi, porta in luce vissuti estremamente complessi.Prendersi cura di questi vissuti è un atto dovuto, innanzitutto a se stessi, poiché ogni nuovo inizio deve essere sempre contraddistinto da una cura e un rispetto del passato, per quanto esso possa risultare superato; secondariamente e ovviamente per tutto il nucleo familiare e in particolare per i figli.Scrive Massimo Troisi:“Quando si smette di amare, in genere non si ha la pazienza di aspettare che finisca bene. Si cerca la strada più breve: la rottura, la sofferenza. Invece ci vuole lo stesso impegno e la stessa intensità dell’inizio, bisogna superare gli egoismi, vivere questo momento con la stessa passione, far sentire alla persona lasciata tutto il bene che c’è stato: ci vuole amore per chiudere una storia.”

E i figli?

Per il bambino, infatti, la famiglia rappresenta il centro della propria esistenza e il fulcro della propria identità.Il desiderio di ogni figlio di vedere uniti i propri genitori ha un significato profondo, che dovrebbe essere sempre tenuto in considerazione, anche quando l’unione coniugale non sia più possibile.Purtroppo la nostra realtà contemporanea ci presenta spesso storie di separazioni tra coniugi foriere di dolore e traumi per tutta la famiglia.Molto spesso i bambini rappresentano un contenitore amplificato dei conflitti familiari e la separazione può farsi portatrice di angosce, sensi di colpa e insicurezze affettive.Il bambino non è ancora, infatti, autonomo da un punto di vista psicologico: la sua identità è innanzitutto un riflesso dell'unione tra i due genitori, che portano ciascuno determinazioni da integrare nella personalità, prima tra esse il principio maschile e quello femminile, con tutta la simbologia e le problematiche associate e che coinvolgono diverse sfere esistenziale (la nascita, la creazione, il bisogno, la corporeità, l'amore, la morte, etc).Mantenere unite queste due polarità dentro di sé rappresenta pertanto la base per uno sviluppo armonico della personalità.Il bambino ha bisogno infatti di veder continuamente riconfermato il valore della propria identità, che sente ancora effimera e minacciata dall'esterno. L'amore tra i genitori è allora importante in quanto esso rappresenta, per il bambino, il senso stesso del suo esistere, storico e non solo. Egli sente infatti quest'unione necessaria non solo per sé, ma anche in senso assoluto: “avere un bambino” significa mettere insieme le proprie parti conflittuali (che sono il risultato di un'esistenza e una storia personale originale) e cercare di superare il conflitto. Il bambino avverte l'importanza di questo tentativo e lo prende inconsciamente in carico, con un’aspettativa inconscia che spera di veder esaudita. È proprio per questo che molti bambini elaborano sentimenti di colpa quando i genitori si separano.Il fallimento familiare diventa allora anche il fallimento di un progetto interno e molto difficile di sintesi tra gli opposti e può minare la fiducia nelle relazioni affettive, in se stessi e inoltre, da un punto di vista intellettivo, il bambino può sviluppare una certa difficoltà di giudizio: mancando infatti un’unione, egli si abitua a una visione dicotomizzata della realtà, in cui rigidamente esistono sempre due poli contrapposti e non integrabili tra di loro. La separazione dei genitori, infatti, può coinvolgere i figli in diversi momenti della loro esistenza. Quando ad essere coinvolto è un bambino ancora in fase di sviluppo, intellettivo e affettivo, può capitare che la capacità di sviluppare un’intelligenza critica sia più problematica: egli è infatti impegnato a difendere alternativamente i genitori (dato che non possono essere messi insieme) e, conseguentemente, anche due posizioni teoriche, senza mai riuscire ad operare internamente una sintesi.Molti bambini che giungono alla nostra osservazione con storie familiari caratterizzate da separazioni particolarmente dolorose, tendono a sviluppare nella personalità tratti ossessivi, come conseguenza di una reattiva tendenza al controllo.Non è possibile sintetizzare e incasellare un evento così personale e singolare in categorie prognostiche, ma certamente la separazione dei genitori è un evento destinato a coinvolgere il bambino sotto molteplici aspetti.

Separarsi avendo cura del proprio passato

Pur non essendo mai un evento edificante per un bambino, è certamente la modalità interiore con cui i genitori riescono ad affrontare la separazione a fare la differenza. Se il bambino avrà l’impressione che sia preservata, da un punto di vista storico e affettivo, l’unione originaria e che il cambiamento riguardi non la profondità del legame, di cui egli è simbolo vivente, ma soltanto la sua modalità di estrinsecazione nella vita quotidiana, il trauma sarà affrontato e superato con maggiore serenità.Chiaramente l’intenzionalità da sola può non essere bastevole, in quanto la separazione tra due persone muove corde emotive profonde ed è un momento importante quanto il loro incontro. Il modo in cui la coppia si scinde condiziona infatti il proseguimento della vita successiva, sia essa da “single” sia in una nuova coppia.Generalmente quando due coniugi si separano vanno dall’avvocato e riversano su questa figura professionale tutto il loro carico emotivo, lasciando emergere sentimenti, desideri di rivendicazione o, al contrario, di unione, volendo risolvere pertanto problematiche interiori esclusivamente da un punto di vista pratico. Ciò è sbagliato sia da un punto di vista psicologico (poiché qualsiasi problema psicologico non può mai trovare una risoluzione esterna), sia da un punto di vista pratico (perché una scelta chiara e razionale sarà inquinata da perturbamenti emotivi e caricata di valenze rivendicative). A maggior ragione, questo discorso vale quando non sono solo i beni materiali a dover subire una divisione, ma quando vengono coinvolti anche i bambini, per i quali è necessario prendere delle decisioni che riguardano il loro tempo e spazio, sia materiale che affettivo. Ci sembra dunque necessaria un’integrazione tra il lavoro dell’avvocato e lo psicoterapeuta. In caso contrario, lo psicoterapeuta si trova a dover risolvere dei problemi che non gli competono e, quando tenta di chiarire i vissuti psicologici celati da discorsi inerenti l’aspetto materiale della separazione, viene frainteso: la persona desidera infatti avere un giudizio dallo psicoterapeuta per ottenere dei vantaggi materiali che in realtà hanno spesso la valenza di vantaggi psicologi sull’altro.La stessa situazione si manifesta, come detto precedentemente, per la figura professionale del legale.Si viene dunque a creare un fraintendimento rispetto ai ruoli dello psicoterapeuta e del legale e che avviano, lavorando spesso a distanza e senza neppure conoscersi, dei percorsi non armonizzati tra loro e talvolta anche in contrasto l’uno con l’altro: in questo modo non solo i coniugi non sono più uniti, ma anche le persone che dovrebbero lavorare per creare un’unione d’intenti si trovano, loro malgrado, inseriti in schieramenti che non seguono gli stessi principi d’azione.

Il nostro progetto

In questo nuovo anno, l’Università Autonoma dei Bambini prosegue lo studio sulla “genitorialità consapevole” (già avviato con “Gravidanza, genitorialità consapevole, epigenetica e la nascita di una poesia”) con “Genitorialità consapevole durante separazione coniugale” (esteso anche alle coppie che sono genitori ancora potenziali e che non hanno avuto figli).Abbiamo coinvolto in questo nostro progetto anche due legali che, oltre a presentare competenze brillanti e profonde nel loro settore, vantano anche un loro training psicologico che li rende particolarmente adatti a ricoprire questo ruolo.

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Scritto da

Anonimo-9103

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