Attaccamento in età infantile: un bisogno indispensabile.

John Bowlby nel 1969, attraverso la “Teoria dell’attaccamento” ha posto l’accento sul sul bisogno del bambino di un costante (e possibilmente sicuro) legame precoce di attaccamento con la madre.

21 FEB 2023 · Tempo di lettura: min.
Attaccamento in età infantile: un bisogno indispensabile.

La teoria dell'attaccamento è stata elaborata da John Bowlby nel 1969, quando egli si accorse della presenza di schemi di comportamento ricorrenti tra cuccioli di macachi e bambini nei primi mesi di vita. Bowlby attraverso la "Teoria dell'attaccamento" ha posto l'accento sul bisogno del bambino di un costante (e possibilmente sicuro) legame precoce di attaccamento con la madre, che gli consenta di potersi muovere nello spazio circostante, possedendo un porto sicuro.

Tale legame ha innanzitutto un valore di sopravvivenza: esso, infatti, aumenta la protezione, garantisce il nutrimento e la possibilità di apprendere ed esplorare l'ambiente circostante. Ma non solo, poiché, attraverso i tre sistemi comportamentali (sistema comportamentale dell'attaccamento, sistema comportamentale esplorativo e sistema della paura) che vengono via via a delinearsi attraverso il legame di attaccamento con il proprio caregiver, il bambino ottiene il mezzo per apprendere e sviluppare le proprie capacità emotive e cognitive. (Fonagy, 2002).

Le relazioni di attaccamento sono indispensabili poiché, una volta interiorizzate, costituiscono gli Internal Working Models (Modelli Operativi Interni, MOI), ovvero immagini, emozioni e comportamenti connessi all'interazione tra il bambino e gli adulti significativi di riferimento, che diventano ben presto inconsapevoli e tendenzialmente stabili nel tempo (Bowlby, 1979).

Questi rappresentano il primo passo di un'organizzazione diadica (sistema madre-bambino) caratterizzata da un'autoregolazione interna che comprende componenti cognitivi ed emozionali (Caviglia et al., 1992). Le emozioni, in particolar modo, hanno un ruolo importante sia nell'organizzazione interna dell'attaccamento, sia nel valutare l'ambiente circostante, lo stato dell'organismo, la disponibilità delle figure di attaccamento e il successo del comportamento di attaccamento nel mantenere il senso di sicurezza interno.

Questa funzione regolativa opera sia a livello dell'attivazione del sistema di attaccamento da parte di emozioni come la paura e il disagio (es. il bambino sperimenta sentimenti di disagio e piange per essere rassicurato dalla madre) sia a livello di feedback (es. le emozioni di disagio restituiscono un feedback al bambino rispetto al successo dei suoi tentativi). Se tali funzioni regolative operano in maniera integrata, permettono al bambino di ripristinare il suo senso di sicurezza interna (es. il bambino si calmerà).

Il rapporto che viene ad instaurarsi tra la madre ed il bambino viene classificato in quattro categorie a seconda delle caratteristiche che presenta (Zeanah et al., 1993): Attaccamento Sicuro, Attaccamento Ansioso-Evitante, Attaccamento Ansioso-Ambivalente ed Attaccamento Disorganizzato. La qualità di tale relazione costituisce una sorta di stampo relazionale che condiziona le future relazioni dell'individuo; egli infatti, avrà una tendenza a sviluppare lungo l'arco della vita legami effettivi fondati sul modello relazionale vissuto nei primi mesi con la propria figura di attaccamento (Van Ijzendoorn &Kroonenber, 1988).

Teoria di attaccamento

Il comportamento di attaccamento, sostiene Carli (1995) rimane attivo lungo tutto il ciclo di vita nonostante. Innanzitutto, è stato confermato come l'individuo, una volta cresciuto, abbia sempre l'esigenza di sviluppare e mantenere un attaccamento affettivo con persone di riferimento (Main et al., 1985). In secondo luogo, numerosi studi (Ainsworth, 1985; Carli, 1995; Crittenden, 1999; Bacherini et al., 2010; Velotti & Zavattini, 2013) hanno fatto emergere che ciò che viene sperimentato a livello di stile di attaccamento si ripercuoterà senza alcun dubbio nella vita adulta (Crittenden, 1999), influenzando il proprio orientamento sulla scelta di relazioni più o meno sane, fondate sulla fiducia reciproca, prive di elementi ossessivi e tipici di situazioni affettive problematiche (Velotti & Zavattini, 2013).

Dunque, è chiaro che la qualità delle relazioni che vengono sviluppate nel corso dei primi anni di vita, fungeranno da esempio per quelle future (es. partner, amici, figli), stimolando ed invogliando l'individuo a creare altrettanto nei legami adulti. In particolare, tramite studi longitudinali è emerso che bambini che sviluppano e sperimentano legami sicuri con il proprio caregiver, stabilizzeranno da adulti legami più duraturi, in cui entrambi i partner saranno in grado di dare e ricevere aiuto nei momenti di difficoltà (Ainsworth, 1985; Weiss, 1986).

Si ritiene, in conformità con una serie di dati (Simpson, 2007; Mikulincer, 2013; Denson 2009; Bacherini et al., 2010) che, all'inizio dell'età adulta, presumibilmente come risultato di processi che operano gradualmente dall'infanzia all'adolescenza, si raggiunga un senso di autonomia dai genitori. Questo non implica il venir meno del legame di attaccamento nei confronti delle proprie figure genitoriali, bensì il generarsi di nuovi legami che l'adulto sperimenta con una nuova figura di riferimento, in tal caso il partner (Ainsworth & al., 1995).

Ovviamente esistono casi in cui l'adulto continua ad essere legato in modo significativo ai propri genitori, nonostante i genitori siano meno coinvolti nella sua vita; ma di norma, ad un certo punto dello sviluppo dell'individuo avviene un distacco significativo che gli consente di sperimentare e vivere un nuovo legame di attaccamento con una figura di riferimento; tuttavia, la risposta di una persona alla morte di un genitore dimostra che il legame d'attaccamento, sebbene possa essersi evoluto, si è conservato. L'adulto benché pienamente indipendente dal genitore, sperimenta solitamente un profondo senso di perdita e, dopo che il lutto si è risolto, i modelli interni della figura perduta continuano ad esercitare il loro influsso.

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Scritto da

Dott.ssa Francesca Bottazzi

Bibliografia

  • Ainsworth e al. (1978). Patterns of attachment: A psychological study of the Strange
  • Situation. Hillsdale, New York: Erlbaum.
  • Bowlby, J. & Parkes, C. M. (1970) Separation and Loss within the family. In:Anthony, E. J., Koupernik, C. (Eds) The Child in his family: International Yearbook of Child Psychiatry and Allied Professions. New York: Wiley.
  • Bowlby, J. (1975). Attaccamento e Perdita. Torino: Boringhieri.
  • Bowlby, J. (1982). Costruzione e rottura dei legami affettivi. Milano: Raffaello Cortina Editore.
  • Bowlby, J. (1989). Una base sicura: applicazione clinica della teoria dell'attaccamento. Milano: Raffaello Cortina Editore.
  • Caspi, A. & Elder, G.H. (1988). Emergent family patterns: The intergenerational construction of problem behaviour and relationship. In: Hinde, R., Stevenson-Hinde, J. (eds) Relationships within Families. Mutual Influences. Oxford: Oxford University Press.

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