Amore ovvero Uomo o Narciso

La logica chiamata uomo può prendere corpo solo se risulta evidente la contrapposizione psicopatologica, il sacrificio che la cultura richiede al soggetto

25 FEB 2016 · Tempo di lettura: min.
Amore ovvero Uomo o Narciso

Parlare d'amore può voler dire sollevare e ripercorrere tutto lo stupidario dell'umanità a partire da Narciso per giungere a Sanremo passando per ciascuna illusione adolescenziale, quale puzzo del genere umano.

Il senso comune non ci aiuta in questa impresa, anzi ci lascia sbigottiti e perplessi nel non cogliere il perdere la testa della società, il non capire quanto l'uomo sia solamente e costantemente radicato nelle proprie affettività storicizzate attorno a ciò che ho chiamato i tre capisaldi dell'amore comune: l'albero genealogico, i luoghi natii, ed i ricordi di copertura.

Come si può uscire da questa trappola fatale?

Sicuramente occorre partire da Freud e cercare di vedere come il pensiero di natura possa aiutarci nell'impresa per incontrare una logica chiamata uomo, questa volta mettendoci la testa.

In primo luogo rendiamoci conto come l'uomo, che nasca maschio o femmina, sia già gravato fin dal primo attimo di vita dall'attributo maschile o femminile culturalmente pesante e dominante, cioè come il determinismo sessuale sia dal primo momento di vita un peso enorme, tanto da vedere subito come il sesso è uno dei destini dell'uomo troppo gravosi nella stragrande maggioranza delle culture, se non nelle totalità.

In secondo luogo il bambino, "il colto", così mi piace chiamarlo, nei primi due anni di vita, come Contri ha evidenziato tante volte, "ha già superato Mozart due volte": sia costruendo il proprio clavicembalo fonetico messo a punto in ogni sua parte, sia tarando le diverse misure foniche e fonetiche per pronunziare i suoni nel modo più consoni a ciò che lo circonda ascoltando. Così che, con la sua competenza, giunge a farsi interprete di quella cultura che, in un tempo successivo, sicuramente dai quattro - cinque anni in poi, gli imporrà e gli ribalterà ciò che il colto aveva non solamente colto, ma anche fornito una propria soggettiva interpretazione che molto spesso non viene assolutamente riconosciuta: è ciò che Freud ha chiamato inconscio.

In terzo luogo, sempre quel bimbo, "il colto", sin dal primo momento di vita aveva ben chiaramente segnalato il proprio moto pulsionale che andava a meta nella soddisfazione: "mi piace, non mi piace" attraverso il rapporto con l'universo nel quale è accaduto, quell'universo che l'aveva accolto nell'accadimento della sua nascita e che può essere qualsiasi.

Questi tre punti freudiani non sarebbero così chiari se il pensiero di natura non avesse prodotto il lavoro di pensiero di Giacomo B. Contri dello Studium Cartello e della SAP, che da una ventina di anni tracciano la via in lingua italiana.

La logica chiamata uomo può prendere corpo solo se risulta evidente la contrapposizione psicopatologica, il sacrificio che la cultura richiede al soggetto. Solo se risulteranno evidenti le due strade contrapposte tra Uomo e Narciso in quanto psicopatologia, allora potremo pensare che i tre punti suddetti costituiscono l'impianto del soggetto nella sua costituzione giuridica fin dal primo momento di vita. Se invece Narciso risulterà un passaggio obbligato evolutivo, come viene concepito nelle stragrande maggioranza delle psicologie oggi alla moda, risulterà vano ogni tentativo di giungere alla salute psichica.

Alla logica chiamata uomo non è possibile pervenire se non viene riconosciuto il proprio ordinamento personale in cui ciascuno ritrova il proprio riappropriarsi del colto esprimendo con un altro i capisaldi di ciò che ho chiamato l'amore comune: l'accesso può solamente avvenire uno per uno, mai l'uno per l'altro!

Riprendere possesso del proprio tesoro è l'operazione più conveniente che un individuo possa intraprendere per riacquistare il diritto di accesso alla parola amore finalmente in partnership.

Parole chiave

  • Amore
  • Colto
  • Inconscio
  • Moto a meta
  • Narciso
  • Logica chiamata uomo
  • Uomo

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Scritto da

Gramaglia Dr. Giancarlo

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