Adjuvant Psychological Therapy: un trattamento per malati oncologici

L'APT è un trattamento ideato da Morey e Greer (1989,2012), adattando le tecniche cognitivo comportamentali standard alle specifiche problematiche oncologiche.

16 GIU 2015 · Tempo di lettura: min.
Adjuvant Psychological Therapy: un trattamento per malati oncologici

L'Adjuvant Pschychological Therapy (APT) di Moorey e Greer (1989,2012) è un intervento terapeutico dimostratosi efficace per il trattamento dei disturbi d'adattamento con ansia e depressione in pazienti oncologici. L'APT utilizza, adattandole alle specifiche problematiche, le tecniche della Terapia cognitivo comportamentale standard con l'obiettivo di promuovere l'espressione delle emozioni collegate alla malattia, un ruolo attivo nella propria vita e modalità di coping più efficaci.

Il trattamento prevede incontri individuali ma può essere coinvolto anche il partner. Non si lavora su aspetti disfunzionali della coppia, ma il partner può essere implicato con funzione di supporto alla terapia o come persona che ha bisogno di aiuto per affrontare le difficoltà generate dalla malattia nella sfera della comunicazione, della sessualità e dei ruoli familiari.

In terapia sono individuati i personali punti di forza che vengono utilizzati per incrementare l'autostima, superare i sentimenti di disperazione e promuovere lo stile di coping "spirito combattivo".

Sono usate le tecniche di ristrutturazione cognitiva per identificare e modificare i pensieri automatici negativi, le credenze intermedie e le credenze di base che generano sofferenza emotiva. Le tecniche d'immaginazione e di rilassamento permettono inoltre di affrontare meglio gli eventi stressanti.

Riprendere le redini

Un obiettivo fondamentale è ridare ai pazienti un senso di controllo sulla propria vita, incoraggiandoli a intraprendere attività che restituiscano piacere e impegno.

Il punto di partenza del trattamento è favorire l'espressione emotiva del paziente riguardo alla situazione che sta affrontando. Segue una psicoeducazione sul modello cognitivo comportamentale.

Dopo aver stabilito gli obiettivi, si introducono le tecniche comportamentali, quali la programmazione delle attività giornaliere, le tecniche di rilassamento, l'esposizione graduale a situazioni ansiogene, la distrazione, il modeling.

Per ridare al paziente la sensazione che può ancora avere un controllo sulla sua vita, si può stabilire un piano di attività concrete che possano dargli la visione che la sua vita può ancora continuare, nonostante il cancro.

La ristrutturazione cognitiva prevede il riconoscimento dei pensieri automatici negativi e delle preoccupazioni realistiche da quelle che sono presunte, attraverso tecniche specifiche come le domande dirette o il dialogo socratico.

Una volta individuati, si incoraggia il paziente a metterli in discussione e affrontare gli evitamenti che interferiscono con il suo funzionamento sociale e/o con i trattamenti medici.

La vita di tutti i giorni

Per aiutare i pazienti ad affrontare al meglio i problemi quotidiani legati alla malattia, può essere utile dare istruzioni sul problem-solving e/o sul decision making.

L'obiettivo finale non è solo migliorare la qualità di vita del paziente oncologico ma anche stimolare uno spirito combattivo, per quanto possibile trovare il modo di avere un ruolo attivo per migliorare la propria prognosi (Moorey, Greer, 2012).

Il focus rivolto alla gestione delle problematiche connesse alla malattia e lo sviluppo di pensieri ed emozioni rivolti al futuro, rende l'APT più adatta a pazienti con una prognosi positiva, in fase iniziale di malattia o con diagnosi recente di recidiva (Costantini, Navarra, 2011).

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Scritto da

Dott.ssa Mariacristina Rappazzo

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