50 Sfumature di Grigio: quello che non si è mai detto sul sadomasochismo
La sessuologa Francesca Romana Tiberi ci svela il segreto del successo del romanzo, il profilo della persona BDSM e la psicologia sottostante a queste tendenze sessuali.
A mio parere questo romanzo non è altro che una sorta di Cenerentola hot perché è evidente che la protagonista, Anastasia, evoca i personaggi delle favole: era questo il nome della sorellastra di Cenerentola e della principessa russa Anastasia Romanov, ritrovata dopo tante vicissitudini. In poche parole questa storia d’amore ed erotismo permette alle donne di vivere il sogno della storia della Cenerentola e conciliarla con la connotazione della fantasia erotica femminile, che necessita di una confabulazione della realtà: noi donne abbiamo bisogno di immaginare scene, colori, profumi, che ci fanno vivere la sessualità in maniera colorata e romantica, non ci basta la visione di un'immagine.
A molte donne piace in un certo modo essere “guidate” nella sessualità. Il sadico in questo caso non è un uomo qualsiasi: è un figo! Non è propriamente il vicino della porta accanto, è bello, ricco e affascinante. La fantasia della donna guidata, presa con forza, risulta da sempre molto eccitante: questo però è un masochismo molto filtrato, molto romanzato.
Viviamo in una società fortemente orientata alla prestazione: ciò che conta sono il successo e i risultati. La nostra è una società poco empatica, poco orientata al bisogno dell’altro. Inoltre, nell’immaginario collettivo queste pratiche sono abbastanza interiorizzate: spessissimo utilizzate nella pubblicità, specialmente per le scarpe femminili, per esempio quando si utilizza l’immagine del tacco a spillo che domina palesemente l’uomo.
Si tratta indiscriminatamente di uomini e donne. Devo dire che queste persone molto raramente vengono in terapia perché non credono di avere un disturbo sessuale, vivono questa parafilia come parte della loro sessualità. Si confessano nei siti, nei forum, si incontrano in internet, esistono molti siti appositi. I praticanti sono tantissimi. Il più delle volte mi sono trovata con dei pazienti che ricorrevano a me per aver scoperto che il partner aveva fantasie di tipo sadomasochista. Oppure a volte vengono per disturbi sessuali affini: anorgasmie, problemi di erezione, lubrificazione etc. e nel corso della terapia può emergere una tendenza a vivere una sessualità di questo tipo, ma che non è direttamente collegata al disturbo sessuologico per il quale si rivolgono a me. La parafilia di tipo sadomasochista è descritta nel DSM IV, il manuale diagnostico di riferimento per psicologi e psichiatri. A livello gergale, però, la definizione non è mai “sadomasochismo” che è piuttosto un termine tecnico. Loro si definiscono BDSM- un acronimo che raccoglie le tre coppie dicotomiche:
• Bondage & Disciplina (B&D);
• Dominazione & Sottomissione (D&S o DS);
• Sadismo & Masochismo (S&M o SM).
Nella misura in cui è indispensabile per vivere la propria sessualità è una parafilia. Se invece è un gioco che a volte serve a mettere un po’ di pepe nel rapporto allora rientra nella normalità. Come in tutte le cose è la misura che fa la problematica. È importante sottolineare che il sadomasochismo non è illegale, non è immorale, se entrambi i partecipanti sono consenzienti è lecito. Ovviamente, e questo lo sanno soprattutto loro, è importante la sicurezza…
Tutte le parafilie e hanno a che fare con la difficoltà ad entrare in relazione con l'altro. La parafilia di fatto nega la relazione: "l'oggetto" della parafilia diviene più importante della persona con cui si sta condividendo il rapporto sessuale. È possibile ipotizzare un’arcaica ferita nell’entrare in relazione. Non vuol dire per forza essere stati violentati: significa non aver vissuto bene l’attaccamento con il genitore e quindi avere un vissuto di sofferenza nell'entrare in un contatto intimo e reale con l'altro, spesso per paura dell'abbandono.
Sono pochi quelli che si rivolgono al sessuologo con l’obbiettivo di cambiare. Sono invece moltissimi quelli che mi contattano via mail, proteggendosi nell’anonimato, e chiedono come mai? Più che una soluzione cercano una ragione.
Nelle dinamiche BDSM in realtà il potere è del masochista perché è colui che può fermare il sadico e perché, NONOSTANTE l'apparenza è lui che concede l'autorità al sadico, quindi in modo indiretto, di fatto è lui che comanda. Ma va sempre ricordato che si tratta di un gioco sessuale e che resta tale solo fin quando entrambi sono consenzienti. In una coppia è importante capire se si tratta di una semplice fantasia o della realtà: non è detto infatti che una fantasia debba tradursi in azione. Se si tratta solo di una fantasia si può risolvere tranquillamente parlandone o fantasticando insieme o agendo dinamiche erotiche molto soft (uno dei due sceglie il posto, il luogo, la posizione...) se invece il partner non riesce a vivere la sessualità in altro modo, non riesce ad eccitarsi o a raggiungere l’orgasmo se non sono presenti marcati richiami SM allora bisogna vedere se si desidera e come integrare nella loro sessualità questo aspetto.
Nel lungo andare questa sottomissione non voluta sarà sicuramente foriera di conflitti e disagi. Se si percepisce che il vissuto BDSM sta destabilizzando la relazione o mettendoci in difficoltà, sarebbe importante cercare un modo per aprirsi, per parlarne, prima di tutto con il partner ma anche con professionisti esperti- ovviamente meglio scegliere un professionista specializzato in questo ambito: un sessuologo appunto. Non bisogna assolutamente vivere questa realtà con vergogna.
Le informazioni pubblicate da GuidaPsicologi.it non sostituiscono in nessun caso la relazione tra paziente e professionista. GuidaPsicologi.it non fa apologia di nessun trattamento specifico, prodotto commerciale o servizio.
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