Sono un ragazzo di 30 anni; da circa un mese sono in uno stato di depressione agitata che mi sta limitando, se non completamente disabilitando, in tutti gli ambiti della vita.
Segnalo che la fine di un amore durato 8 anni (mi è stato detto chiaramente di non essere più amato) ha completamente minato la mia autostima e le mie capacità di relazione con gli altri, ma avevo comunque trovato la forza di combattere seppur con molte difficoltà (ho trovato nuovi amici, ho deciso di finire gli studi magistrali e diventare
psicologo, sono motivato a trovare un bel lavoro).
Segnalo che iniziai ad avere attacchi di panico e vissuti di depersonalizzazione dopo la fine delle relazione, che mi hanno costretto a smettere di giocare a basket poichè pensavo di avere problemi fisici, non avevo mai vissuto quadri ansiosi prima. Tuttavia col tempo le cose migliorarano.
Ora che la mia vita è autonoma e non posso contare sulla mia ex ragazza sono entrato in contatto con le persone del mio passato, ed il confronto mi ha provocato uno stress fortissimo tanto da farmi pensare di aver perso tempo e non essermi preso cura di me stesso per tutto questo tempo e di essere rimasto indietro rispetto agli altri.
Ora da circa un mese mi sento disperato, mi sento abbandonato , ho paura del futuro, di non riuscire a prendermi cura di me stesso, sono agitato e non sono felice e sono costretto ad una terapia farmacologica perché altrimenti non riesco a dormire.
Sono qui per ascoltare dei pareri su come posso attivarmi per superare, se è possibile suoerare, questo momento difficilissimo che mi rende le giornate un inferno tra vissuti di ansia e depressione continua.
Grazie,
Leo
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30 APR 2024
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Carissimo Leo,
mi dispiace molto per la situazione che sta vivendo. Da collega saprà benissimo però che dall'ansia e dalla depressione è possibile uscirne. A prescindere dalle cause che lei ha identificato alla base della sua sofferenza psicologica, il trattamento che le suggerisco è un lavoro volto a comprendere e a gestire meglio le sue emozioni, costruire una migliore immagine e migliorare le sue relazioni apprendendo come comunicare il modo più efficace e assertivo. Tutto ciò in modo molto pratico senza lunghi lavori di analisi. Le consiglio uno psicologo che utilizzi un approccio integrato e sia aggiornato sulle ultime evidenze scientifiche. Personalmente utilizzo metodi e tecniche basate sulla CBT anche di nuova generazione come l'ACT, la mindfullness e talvolta anche strategie provenienti dall'approccio breve strategico. Tutte queste tecniche sono tra le più efficace nel trattamento delle difficoltà che sente di avere. Le consiglio di non aspettare ma di iniziare al più presto in percorso psicologico.
Resto a disposizione anche per un percorso online. Mi contatti pure per un primo colloquio gratuito.
Un caro saluto
Dott.ssa Vita
2 MAG 2024
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Ciao Leo,
sicuramente si può superare un brutto periodo di questo tipo, anche perchè sembra che tu abbia una sufficiente consapevolezza rispetto a ciò che succede e una buona dose di motivazione per uscirne.
Di sicuro la fine di un rapporto importante è una fase del ciclo di vita difficile da superare e, almeno fino ad un certo punto, è normale avere reazioni di paura, spavento e inadeguatezza di fronte ad un mondo rispetto al quale sembra che siamo rimasti indietro; è anche vero però che questi sono periodi in cui si impara tantissimo, si costruisce una nuova immagine di sé e ci si orienta ad una vita nuova, ma per far questo ci vogliono tempo e lavoro. Te queste cose le sai già, ma devi trovare il modo di direzionarle, e so che non è facile avendo tutto il peso della sofferenza quotidiana sulle spalle.
Non di rado i rapporti di coppia impigriscono la nostra interiorità più autentica, le idee e i progetti e le immagini di sè, e in un certo senso nascondono e occultano i nostri problemi che trovano all'interno del rapporto una specie di bilanciamento per cui diventano silenti, ed escono fuori in maniera esplosiva proprio quando quell'equilibrio viene a mancare.
I sintomi che vivi, le giornate d'inferno e tutto il resto, sono segnali di allarme, non condanne per la vita.
L'agitazione a cui fai riferimento, per esempio, mi fa venire in mente una carenza nel riconoscimento, elaborazione ed espressione delle emozioni (ovviamente anche quelle negative), che lavorando vorticosamente in sottofondo agitano e tormentano, senza essere vissute e, mi verrebbe da dire, "bruciate" come benzina affinché ti portino da qualche altra parte rispetto a dove sei adesso.
A disposizione
2 MAG 2024
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Leo, hai deciso di continuare a studiare psicologia, quindi presto saremo colleghi.
Sai che un buon psicologo deve prima di tutto lavorare su di se, e può accompagnare i suoi clienti/pazienti lontano tanto quanto ci è andato lui.
Sai che le relazioni di coppia sono in qualche modo legate alle nostre figure di accudimento. Se la fine della vostra relazione ti ha portato sintomi così importanti come la derealizzazione ha assolutamente senso che questo sia visto nella ‘stanza delle parole’, anche virtuale.
1 MAG 2024
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile Leo,
per quanto la delusione e la sofferenza per aver subìto la fine di una lunga relazione sentimentale sia stato un vero e proprio trauma, lei è giovane ed ha tutto il tempo e il modo per riprendersi.
La sua sfiducia, il suo sconforto, le sue paure di adesso sono comprensibili. Per superare questa difficile fase della sua vita può studiare la psicologia, cercare un lavoro, fare nuove conoscenze e intraprendere un percorso di sostegno psicologico.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
30 APR 2024
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Caro Leo,
La ringrazio per la sua domanda e mi dispiace molto per i sentimenti che prova.
È comprensibile il momento di crisi, il profondo sconforto e il senso di solitudine che in questo momento la sta come paralizzando.
Deve però riconoscersi anche i piccoli-grandi traguardi: ha già chiesto aiuto ad un professionista per il supporto farmacologico e ha aperto questo spazio di dialogo.
Immagino possa avere paura di entrare nuovamente in relazione con qualcuno, ma penso che potrebbe essere la via maestra (specie se in una relazione di tipo terapeutico) per poter rieditare la concezione di sè e del mondo che in questo momento le appare tanto spaventoso e inospitale.
Provi a contattare un professionista, a darsi fiducia relativamente ad un percorso che possa aiutarla a tornare in uno stato di serenità psicologica.
Nessun professionista ha le risposte, ma si può instaurare una nuova relazione all'interno della quale riscoprirsi, attraversando -con paura ma anche sicurezza perché si è insieme- anche la sofferenza.
Piano piano il passato troverà un suo posto dentro di lei, per poter lasciar spazio a tutto quello che il futuro ha da offrirle.
Per quello che vale, io credo in lei e nella sua capacità di affrontare questa sofferenza.
30 APR 2024
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Leo,
Dal suo racconto emerge la presenza di una serie di eventi, tra cui principalmente la fine della sua relazione, che hanno rotto uno schema precendente di funzionamento. Questa situazione di rottura di un equilibrio precedente si presenta ad ogni fase diversa del ciclo di vita che dobbiamo affrontare (es: dall'adolescenza all'età adulta) per cui è richiesto un nuovo assetto da ricostruire e, alcune volte, la fase di crisi può essere più intensa o più duratura. Fino ad un certo livello la sensazione di smarrimento è dunque fisiologica, ma in alcuni casi diventa problematica e fa emergere delle modalità disfunzionali, che però prima si reggevano in qualche modo e poi, ad un certo punto, non funzionano più. Le consiglio vivamente di affrontare tutto ciò in psicoterapia per comprendere meglio questi aspetti più profondi di sé.
Le auguro il meglio.
Un caro saluto,
Dott.ssa Viviana Ciavatta
