Vorrei fare questa domanda per avere un consiglio da persone che lavorano in questo campo sul comportamento del mio psicologo.
I problemi che io gli porto in terapia non sono problemi gravi, riconosco che rispetto ai problemi di altre persone non sono niente di serio e immagino che l'approccio di uno psicologo nei confronti di problemi di natura diversa sia differente. Tuttavia, le sedute dal mio psicologo ultimamente mi creano disagio e mi fanno sentire ancora più insicura. Innanzitutto, mi dà fastidio il fatto che, quando parlo di una situazione non proprio ideale nella mia vita, lui faccia battute (forse per sdrammatizzare??) e ridendo dica che quella situazione andando avanti non potrà che peggiorare. Oppure, se gli descrivo una situazione in cui una persona non si sta comportando con me come vorrei e non so perché, lui a volte mi fa degli esempi di persone che conosce lui che si sono comportati così per motivi veramente meschini (e nel frattempo ride), il che mi fa preoccupare ancora di più perché comincio a temere che anche nel mio caso sia così.
Inoltre, mi dà consigli su cosa fare, ribattendo anche per far apparire più valida la sua posizione, nonostante io gli dica che non ho voglia di seguire quel consiglio. Oppure mi dà consigli sapendo che non posso seguirli. Ad esempio, se gli dico che vorrei farmi anche dei nuovi amici lui risponde che per farsi amici spesso le persone iniziano a uscire con gli amici del ragazzo o della ragazza, pur sapendo che io non ho un ragazzo e che questa cosa mi genera molta ansia e tristezza. Ho provato a parlargli del disagio che provo. Si è dimostrato comprensivo, ma la situazione poi è rimasta la stessa, secondo voi è normale? A me non sembra, ma io non ho mai studiato per fare questo lavoro, mentre lui sì, perciò vorrei conoscere il parere di persone esperte.
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14 GEN 2024
· Questa risposta è stata utile per 7 persone
Gentile Ale,
indipendentemente dal fatto di aver studiato o meno la materia, in questo campo è fondamentale mettere sempre in primo piano le proprie sensazioni. Nello specifico, se senti di non star svolgendo un percorso psicologico nelle modalità che ti mettono il più possibile a tuo agio, nonostante tu abbia comunque (e giustamente) segnalato delle difficoltà che provi quando vengono messi in atto queste modalità (faccio riferimento, ad esempio, alle eventuali battute), potrebbe essere utile prendere in considerazione l'idea di cambiare professionista. Mettere in discussione il proprio percorso e l'eventuale fine dello stesso, oltre a non essere cosa "sbagliata", potrà generare opportunità di crescita che non sarebbero altrimenti possibili.
Ricorda sempre che, in fin dei conti, sei la persona che più sa di se stessa, quindi a qualche livello sai già cosa fare!
Un abbraccio.
Dott. Nicola Salvadori
28 GEN 2024
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buonasera ale98, capisco che l’atteggiamento del suo psicologo le stia creando un disagio durante le sedute. È importante comunicare apertamente con lui riguardo a come si sente. Esprima chiaramente il suo disagio riguardo alle battute e agli atteggiamenti del suo psicologo, così da poter capire cosa si verifica in seduta ed eventualmente modificare un po’ l’approccio in modo da rendere la terapia più confortevole per lei o capire le motivazioni per cui tali atteggiamenti del terapeuta le suscitino questo disagio. La comunicazione aperta è fondamentale per una relazione terapeutica efficace.
Potrebbe anche valutare la possibilità di cercare un secondo parere da un altro professionista. È importante sentirsi a proprio agio e compresi durante le sedute di terapia, e se ciò non accade con il suo attuale psicologo, potrebbe trovare un professionista con un approccio più adatto alle tue esigenze.
26 GEN 2024
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile ale98,
I precetti del nostro codice deontologico ci limitano dal giudicare l'operato di un collega.
Quello che Le avrei consigliato ma che ha giustamente già fatto, è parlare della questione direttamente con il suo psicologo spiegandogli cosa nello specifico cosa la infastidisce e come la fanno sentire determinate modalità che utilizza.
Se sente che le cose non cambiano può sempre decidere di rivolgersi ad un altro/a collega. Sentirsi compresi e a proprio agio è una condizione necessaria perchè il percorso insieme funzioni.
Spero di esserLe stata utile
Un caro saluto
Dott.ssa Vita
21 GEN 2024
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Buongiorno Ale98, grazie per aver condiviso con noi il suo problema.
A prescindere dal percorso di studi, se ritieni che il tuo psicologo non riesca più a farti stare serena, bisogna porsi delle domande. Sicuramente hai tutto il diritto di esternare i tuoi pensieri e sensazione e ciò che posso consigliarti è che se non senti che lui non riesca più a farti stare serena nel tu percorso psicologico, prendi in considerazione l’idea di cambiare psicologo.
Inizialmente potrà risultare difficile un nuovo percorso ma se senti di non stare più a tuo agio dove ti trovi, è bene trovare una nuova strada.
Rimango a tua disposizione, anche online.
Dottoressa Angela Megale
20 GEN 2024
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno, innanzitutto non sminuisca il suo disagio, è ciò che prova ed è importante valorizzarlo. Sembra che da come si comporti il suo psicologo lo senta sminuito. L'ironia è una tecnica che con giuste dosi si può utilizzare in terapia, ma dipende tutto dalla persona che si ha davanti. Non saprei darle una risposta sulla normalità o meno del comportamento del suo psicologo, ma passa il suo disagio e questa non è la sensazione da ricercare in un percorso psicologico. Comprensibilmente ne ha parlato con lui non sentendo differenze, cosa vorrebbe dal suo percorso? Pensa potrebbe trovarlo all'interno di quello che ha intrapreso?
16 GEN 2024
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno Ale
quando una persona mette la sua fiducia nelle mani di un/una professionista della salute mentale, questa deve risultare al centro delle attenzioni professionali, ovvero, ascolto, osservazione, attenzione ai suoi comportamenti, reazioni emotive nell'atto di affrontare eventuali temi che porta in seduta ecc.,, e quindi interagire con la persona sulla base di tutti gli elementi acquisiti. La persona deve sentirsi a proprio agio nell'esporre ciò che la turba e le situazioni vede problematiche. Sta a il/la professionista vedere come costruire una forma di alleanza, con la persona che viene a colloquio, per risolvere problemi che non la portano a vivere in modo soddisfacente la propria vita. Il lavoro é fatto insieme e possono avvenire momenti di disagio che però sono appunto momenti che poi si risolvono, oppure si riflette su cosa ha creato il disagio per analizzarlo ed insieme risolverlo. Il rapporto terapeutico ha come premessa la finalità di portare la persona a vivere meglio il rapporto con sé stessa, e con il sociale in genere, attraverso il dialogo costruito sull' alleanza e se questa non c'é, o viene a mancare ,occorre valutare seriamente se continuare o proseguire negli incontri.
Gli incontri devono portare ad ad una situazione nella quale ci si sente compresi/e e accolti/e, e non ad un aumento di disagio personale.
Penso, sulla base che lei descrive, che continuare la relazione terapeutica con l'attuale professionista vada rivista.
Cordialmente
dott. Giancarlo Mellano
14 GEN 2024
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentilissima Ale, grazie per la condivisione innanzitutto. Quello che sembra, al di là del giudizio sul modus operandi del collega, è che tra voi si sia forse instaurato un rapporto di scarsa fiducia ed alleanza terapeutica, elementi basilari e fondamentali per una buona terapia. Consiglio di parlare apertamente con lo specialista, in modo da poter avere un confronto attivo e costruttivo, e nel caso valutare anche il cambiamento di professionista.
Cordiali saluti,
AV
13 GEN 2024
· Questa risposta è stata utile per 5 persone
Gentile Ale,
premettendo che non è corretto fare valutazioni sulla modalità di lavoro di un altro Collega, peraltro solo sulla base di ciò che percepisce e riferisce un suo paziente, quello che emerge dalla sua mail è certamente una scarsa alleanza terapeutica per deficit di fiducia ed empatia.
Lei ha fatto bene a parlare in seduta del disagio che prova e se necessario può anche farlo di nuovo ma qualora questa situazione di imbarazzo/fastidio da parte sua non si dovesse modificare le suggerisco di rivolgersi ad altro terapeuta.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
11 GEN 2024
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile Ale, mi dispiace che viva una situazione di disagio così strettamente connessa alla terapia, che forse al momento non le offre un adeguato spazio di cura.
Si interroghi su di ciò e riporti eventualmente i pensieri al suo terapeuta, dato che già una volta si è dimostrato comprensivo, per promuovere un riassestamento dell'alleanza terapeutica.
Nella speranza che questo confronto possa esserle utile, resto a disposizione anche online.
Un caro saluto.
Dott.ssa Elena Sinistrero
10 GEN 2024
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Gentile Ale,
Come premessa le consiglierei se non si trova bene o a proprio agio, di cambiare terapeuta.
Ci sono diverse correnti di pensiero e ad esempio, in alcune terapie americane, nello specifico la PNL, la sdrammatizzazione di alcune situazioni è molto consigliata. Lo stesso Richard Bandler ne fa uso per aiutare il paziente a ridimensionare il problema , a volte ironia ed autoironia sono utili, se si tratta di situazioni non particolarmente importanti o gravi.
Come diceva Milton Erickson, famoso psichiatra americano, in ogni giardino possiamo guardare i fiori o le erbacce, per indicare l'importanza del punto di vista che abbiamo relativamente alla nostra percezione di un vissuto.
Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento
Cordiali saluti
Paola von korsich Giardini
9 GEN 2024
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Gentile Ale, da come descrive la situazione immagino che la relazione che si è creata con il suo terapeuta non le sia d'aiuto, portandole disagio e senso di inadeguatezza. Una relazione terapeutica può anche far sentire scomodi ma questo solitamente è funzionale alla terapia e al cambiamento (...) nel suo caso purtroppo ciò non sembra essere avvenuto. Ha fatto bene a parlarne direttamente con il suo terapeuta e nel caso ne vedesse la funzionalità potrebbe anche dirgli che ha sentito il bisogno di rivolgersi a i professionisti di Guida Psicologi. Prendersi il potere e lo spazio nel proprio percorso terapeutico è un ingrediente fondamentale per il cambiamento. Le auguro di prendere la decisione più buona per lei! Un caro saluto e a disposizione anche on line. Maria dr. Zaupa
9 GEN 2024
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Gentile Ale,
Quello che conta qui è ciò che lei sente, non tanto se una tecnica o un comportamento del suo psicologo possano essere considerati da noi come giusti o sbagliati. Infatti quello che avviene nell'ambito di un percorso psicologico è del tutto unico e può essere compreso solo all'interno della sua cornice. Finché non sussistono violazioni del codice deontologico, ogni comportamento può essere discusso e analizzato all'interno del rapporto terapeuta-paziente. Ha fatto bene a parlare del suo disagio, può chiedere direttamente allo psicologo le ragioni di questo comportamento e se non è soddisfatta del percorso può tranquillamente programmare con il collega delle sedute di chiusura. Le auguro di continuare il suo percorso in modo più soddisfacente.
Un caro saluto
9 GEN 2024
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Salve, la premessa é che i sentimenti che il/la terapeuta attiva nel paziente sono sempre preziosi per lo svolgimento della terapia e il primo passo é sempre quello di condividerli e lavorarli.
Detto ciò dalle sue righe colgo un disagio molto profondo, la sensazione di poca accoglienza e visibilità che questa relazione le provoca. Mi sembra inoltre che lei, molto intelligentemente, abbia già tentato di parlarne con il suo terapeuta con scarsi risultati. Non posso dare una sentenza sul collega, ma ho la sensazione che per motivi diversi non si sia costruita tra voi una buona relazione e una buona fiducia. La buona riuscita di un percorso di terapia si fonda prevalentemente sulla qualità della relazione terapeutica molto più che sul modello utilizzato dal professionista. Valuti seriamente di dare valore ai suoi dubbi se non si sente comoda, non é importante il parere di un professionista, ma soprattutto il suo perché forse accogliere il suo disagio e legittimarlo potrebbe diventare una grande conquista per lei. Temo che un cambiamento da parte del professionista sia difficile, mentre ho fiducia del fatto che lei possa chiedere ed ottenere altro per Se!
Auguri!
9 GEN 2024
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Sembra che tu stia attraversando un momento di disagio nelle sedute con il tuo psicologo, e è importante esplorare questa situazione.
È comprensibile che tu possa sentirti inadeguata a valutare il comportamento del tuo psicologo, ma è fondamentale che tu ti senta a tuo agio durante le sedute e che la terapia sia costruttiva per te. Alcuni dei comportamenti che hai descritto, come le battute in situazioni sensibili e i consigli non richiesti o inadatti, potrebbero influire negativamente sul tuo benessere emotivo e sulla fiducia nella terapia.
È importante comunicare apertamente con il tuo psicologo riguardo a come ti senti durante le sedute e valutare se sia possibile apportare dei cambiamenti nell'approccio terapeutico. Se nonostante ciò il disagio persiste, potresti valutare l'opportunità di cercare un altro professionista con cui ti senti più a tuo agio.
Il benessere e la fiducia nella relazione terapeutica sono fondamentali per il successo della terapia stessa.